SCANDALE – C’era praticamente tutta Scandale mercoledì 26 luglio 2006 a porgere l’ultimo saluto a Monsignor Renato Cosentini, il prete dei bambini, che ci ha lasciati lunedì 24 luglio 2006 per ricongiungersi col Padre Eterno.
Una moltitudine di gente che non si era mai vista ad un funerale, un cordone di corpi dietro la bara, nella processione dalla Chiesa Madre a Piazza Condoleo, dove si sono tenute le esequie, che sembrava senza fine.
Tre giorni per star vicino al proprio parroco, tre giorni in cui tutta Scandale ha voluto salutare l’uomo, il prete, che ha dato visibilità ad un piccolo paese di provincia. Magari non partecipando in massa all’ultima veglia notturna, lasciata ai parenti e agli amici più intimi ma Don Renato li ha già perdonati. Come ha perdonato spesso gli scandalesi. Un perdonarsi reciproco per quasi sessantenni.
Un amarsi senza fine anche se “era il prete che veniva da San Mauro” e a quei tempi, subito dopo la seconda guerra mondiale, non è che i sanmauresi erano ben visti nella cittadina collinare scandalese e viceversa.
Se ne è andato don Renato, ci ha lasciato per sempre, trovando posto in una fredda cella del cimitero di Scandale alla vigilia del suo sessantesimo di sacerdozio, nel giorno in cui la chiesa ricordava i Santi Gioacchino e Anna, genitori della Beata Vergine Maria ed in cui si festeggiava la festa dei nonni, è lui era il nonno per antonomasia.
Il nonno per le sue bimbe poi cresciute e diventate mamme.
Così lo piange senza fine la “nipote” Tania Rizzuto, e tutte le sue “figlie” giunte da ogni dove per dare l’estremo saluto al Nonno Padre.
Tra i sogni di Don Renato c’era quello di vedere un ragazzo di Scandale diventare prete sotto il suo sacerdozio, non c’è riuscito in vita ma ci riuscirà postumo a breve con Simone Scaramuzzino e anzi raddoppierà, se Dio vorrà, con Antonello Voce che in questi giorni ha buttato litri di lacrimi e non si è mai allontanato da quella bara quasi come l’apostolo Giovanni, il preferito di Gesù, sotto la croce.

Mercoledì 26 luglio, la Chiesa Madre è già strapiena ore prima della programmata processione; dentro la Sua bara, ai piedi della quale una bella foto di Don Renato con Papa Giovanni Paolo II.
Alle 17,30 accompagnato dalla banda musicale “Gaudiosi di Maria” di Scandale, Don Renato per l’ultima volte esce dalla sua chiesa e percorre quelle vie che per tanti anni lo hanno visto protagonista durante le processioni per le feste della Madonna, delle Vie Crucis, dei Corpus Domini, dei funerali ecc…
Lungo la strada ai balconi, la gente ha steso coperte, bianche colorate come si fa il giorno della festa del Corpus Domini o quando passa la processione della Madonna.

Ad attenderlo in piazza Condoleo altra gente, decine di sacerdoti provenienti da tutta la Provincia di Crotone ed oltre e poi due Vescovi, Monsignor Giuseppe Agostino e Monsignor Luigi Cantafora e il reggente la diocesi di Crotone, Monsignor Francesco Frandina il quale ad inizio celebrazione porta il saluto di Monsignor Domenico Graziani, che non è potuto essere presente per motivi familiari, e dell’ex vescovo di Crotone, Monsignor Andeea Mugione.
A seguire don Frandina porge il suo saluto a quello che lui definisce il proprio maestro, ma anche amico, confessore… fino all’ultima sera.

Presenti alla celebrazione anche il presidente della Provincia di Crotone, Sergio Iritale, il Consigliere Provinciale, Antonio Barberio, il Sindaco di Scandale, Fabio Brescia, il suo vice Tonino Coriale, il Sindaco di San Mauro Marchesato, Carmine Barbuto, il presidente della Banca di Credito Cooperativo di Scandale nonché grande amico di don Renato, Iginio Carvelli che di lui ha anche parlato nel libro “Scende la sera – le prediche di don Renato” e poi i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri.
E poi c’era il coro della parrocchia di San Nicola Vescovo, la sua parrocchia, il suo amato coro dul quale don Renato non perdeva occasione per tesserne le lodi.
Fa caldo, tanto caldo in piazza Condoleo, tanto da fa star male una donna che dopo le prime cure dei medici del posto e costretta a ricorrere all’intervento degli operatori del 1118 di Crotone.
La celebrazione procede come da protocollo, Monsignor Agostino nella sua omelia ricorda la grande figura di don Renato, e lui lo conosceva bene, tante le notti trascorse dall’allora Vescovo di Crotone, nella Villa Condoleo, quasi impossibile non commuoversi alle parole del Vescovo di don Renato, del vescovo che, forse più di altri, ha segnato il sacerdozio del nostro parroco. Monsignor Agostino ricorda, a mo d’esempio, la nascita del monastero delle Carmelitane a Crotone e l’impegno di don Renato, sempre presente nella vita della diocesi di Crotone e Santa Severina. E così si arriva a fine celebrazione e a ricordare il parroco di Scandale in un ultimo saluto intervengono il sindaco di Scandale Fabio Brescia, il Presidente della Banca di Credito Cooperativo Iginio Carvelli e la maestra Anna Cicalese, figlia di Villa Condoleo, “figlia” di don Renato. Difficile per tutti e tre riuscire a trattenere l’emozione. Più facile tessere l’elogio di un uomo, di un parroco, che avrà avuto anche i suoi difetti ma un nulla in confronto ai suoi pregi, a tutto il bene fatto da quel ragazzo giunto a Scandale a 23 anni nel secondo dopo guerra (bello come un dio e che all’epoca, troppo giovane, non poteva confessare nemmeno le donne) e desideroso di essere vicino agli ultimi, di emulare il suo maestro don Mottola.
Orfanotrofio, case famiglie, centro handicappati, centro per ex tossicodipendenti, scuole, casa gioiosa anziani e tantissime altre opere, come quelle in Basilicata dopo il terremoto, che nemmeno il sottoscritto conosce.
Per alcuni forse un po’ troppo manager che parroco, ma nemmeno questo è vero: ci sono preti che sono solo parroci e anche solo in questa veste sono meno vicini ai propri parrocchiani rispetto a don Renato.
Don Renato nonostante i suoi numerosissimi impegni era sempre lì in parrocchia, a confessare, a celebrare messe e funzioni e se poi ne avevi bisogno “fuori orario” il robusto cancello di “Villa Condoleo”, era sempre aperto: non è stato mai chiuso!
Scandale senza di lui non sarà più la stessa, “Villa Condoleo” senza di lui non sarà più la stessa.
“Non litigate, vogliatevi bene” sono state tra le ultime parole pronunciate dal Nonno Padre alle persone che pregavano con lui la sera prima di morire. Accontentiamolo.
”Amarsi: tutto qui” mi piace dire e scrivere… non dovrebbe essere difficile!!!?
Intanto scende il sole in questo triste mercoledì per la comunità scandalese, nel rosso cielo c’è una striscia bianca, forse lasciata da un aeroplano ma mi piace immaginare lasciata da un volo di Angeli venuti a prendersi don Renato; i sacerdoti alzano la bara dal sacrato della ormai quasi diroccata chiesetta del Condoleo, dove si sono tenuti i funerali, ma che sarà messa a nuovo presto, e lo accompagnano per alcuni metri.
Poi la bara percorrere sulla Via Nazionale una parte della circonferenza della sua “Villa Condoleo” fino al cimitero. Quando si arriva all’ultima casa è rimasto solo uno spicchio di sole dietro le montagne sopra Santa Severina, un raggio del quale sembra illuminare per l’ultima volta la bara di don Renato portata a spalle fino alla fine, oltre che dal picchetto d’onore, soprattutto dai suoi parrocchiani che hanno fatto a gara per aver sulla spalla don Renato.

Ci siamo: la bara viene posta sul freddo marmo della camera mortuaria del cimitero scandalese; a questo punto è difficile per tutti trattenere le lacrime, piangono le suore laiche dell’Ordo Virginum, le sue “figlie”, Anna Imperiale, Anna Cicalese: “Che bel regalo che ci ha fatto il Nonno Padre nel giorno del nostro onomastico!” e tutte le altre, le “nipoti” e tutti i cittadini che entrano, per una ultima volta per poggiare la mano o dare un bacio su quella bara.
Il corpo di don Renato è li ma lui è già volato in cielo da dove continuerà a proteggere la sua Scandale.

ROSARIO RIZZUTO