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Venerdì 11 agosto sera, sono in piazza Condoleo con i miei bimbi, Antonio ed Alessandro, per la serata Disco organizzata dalla Sinistra Giovanile, mentre loro corrono da una parte all’altra della piazza decido di controllare la mia mail via wap sul cellulare. Il solito spam e poi vengo attratto da una mail partita da una certa Laura Franco con oggetto Don Renato. Chi sarà costei? Qualcun’altra che vuole criticare i miei pezzi sul nostro parroco? No!!! È sempre la stessa, Maria Lina Cosentini che si vede ha trovato l’adsl (ho poi scoperto che la mail è partita da un indirizzo di posta elettronica su cellulare e quindi, immagino, da un portatile certamente Umts, si abbasserebbe al semplice Gprs la signora Cosentini?) e che comunque è riuscita a scrivermi la mail che pubblico:
“Tutto parte dal suo articolo del 24 luglio 2006 "Lo piangono in tanti in queste ore, il fratello Salvatore, i pochi parenti rimastigli…"
Perchè forse lei conosce ad uno ad uno TUTTI i parenti di Don Renato per sapere che siamo in pochi?
Se vuole posso incominciare ad elencarglieli tutti:
da Scandale a San Mauro Marchesato
da Crotone a Cosenza
da Roccabernarda a Parenti (CS)
da Potenza a Milano
da Pavia a Toronto (Canada).
Non c’era bisogno di piangere singhiozzando lo Zizzi Patri (come lo abbiamo sempre chiamato noi Nipoti), noi il dolore lo portiamo nel cuore e non deve essere visibile agli altri. Lo zio diceva sempre, riferendosi alla sua famiglia, che eravamo sempre presenti nella sua vita ma in modo DISINTERESSATO una cosa che ci ha sempre CONTRADDISTINTI.
Ha fatto bene lei a non menzionare nei suoi articoli i nipoti di Don Renato perchè noi siamo stati e vogliamo sempre essere nell’ombra.
Un giornalista che si rispetti deve documentarsi, informarsi, affinchè il lettore sappia realmente quello che succede."fa caldo, tanto caldo in piazza Condoleo, tanto da far star male una donna che dopo…"
Su questo vorrei riprendere l’ultima parte del suo articolo riferito al funerale:
"Come, lei che ha menzionato tutte le personalità e non, presenti sul sagrato della Chiesa non si è curato minimamente di venire a conoscenza del nome della donna che si è sentita male durante la funzione? Quella donna altri non era che Lina Cosentini, nipote di Don Renato.
Non era mia intenzione offenderla, oggi pomeriggio, cosa che invece lei ha fatto.
In un Paese democratico come il nostro in cui esiste libertà di parola e di stampa avrebbe dovuto accettare le critiche a lei rivolte ma, evidentemente, era troppo impegnato a proclamare con tanta boria gli elogi che, a suo dire, avrebbe ricevuto persino dall’America.
Saluti Maria Lina Cosentini”
Libertà di parola e di stampa, lo ha detto lei, non si contraddica in futuro mi raccomando; e sì, meno male, mi stavo preoccupando che lei se la potesse prendere per le cose che le ho già scritto l’altra giorno e per quelle che le scriverò ora e magari anche in futuro, sa quando mi affeziono ad una mia lettrice…
Io continuo a non capire il problema… sarò ritardato che ci posso fare!!!, vabbè facciamo così visto che sul nome della donna che si è sentita male ha già risolto lei (la sua mail è stata pubblicata sul mio blog) me li elenchi tutti questi suoi parenti Cosentini così tagliamo la testa al toro e non ne parliamo più e rendiamo completo il mio orribile pezzo con buona pace anche di Don Renato che si starà urtando non poco a vedersi toccato il “suo bracco destro” come mi definì qualche tempo fa.
Ma mi faccia il piacere, che c’entrano (lei comunque me li mandi lo stesso) i nomi dei parenti in un articolo su una grande personalità scomparsa; certo ho fatto i nomi dei politici ma solo per rendere ancora più importante, se mai ce ne fosse stato bisogno, la figura di Don Renato ma questo a lei non interessa.
Voci di corridoio (alle quali io non credo, sia ben chiaro) mi dicono che lei non andasse a Villa Condoleo da tempo e che non sia andata a trovare suo zio neppure in punto di morte. Io so (spero) che non sia vero perché altrimenti la non stima che ho per lei diventerebbe abominio nei suoi confronti.
Cordialità Rosario Rizzuto
P.s.: Cos’è la boria, un qualcosa che si mangia?