Il Testamento Spirituale di Monsignor Renato Cosentini
SCANDALE – A quasi 90 giorni dalla scomparsa di Monsignor Renato Cosentini siamo venuti in possesso del Testamento Spirituale del parroco di Scandale, scritto l’11 Aprile 1997 alle ore 20,00, quindi quasi dieci anni prima di quel triste giorno di luglio 2006 quando il Signore lo ha richiamato a sé.
Nel testamento si legge: “Fidando nella grande bontà e nel perdono del Signore, mi avvicino alla morte a conclusione di una vita che avrei voluto tutta spendere nell’umiltà e nella carità, per presentarmi al giudizio divino nella serenità dell’anima e nella speranza di ‘non aver corso invano’.
Ringrazio la Provvidenza del Padre per avermi fatto nascere da una famiglia cristiana, che ha assecondato la mia vocazione sacerdotale; il dono più bello della mia vita!
E fedele alla mia vocazione, invoco l’aiuto di Maria, Madre mia dolcissima, ad accompagnarmi fino all’ultimo respiro della vita ed al grande giudizio finale.
Riconosco di essere stato oggetto di tanti favori celesti, non sempre corrisposti per le mie tante infedeltà alla grazia, all’amore del Padre.
Se non mi sono fatto Santo è perché me ne è mancata la volontà.
Riconosco ancora di avere fatto soffrire tante persone, soprattutto quelle affidate alle mie cure pastorali della Santa Madre Chiesa, alla quale chiedo comprensione, perdono e suffragi per la mia anima.
A quanti ho reso difficile la vita chiedo il perdono fraterno dell’amore.
Io non ho nulla da perdonare.
Al mio vescovo, ai confratelli chiedo un memento nella liturgia eucaristica, come segno di Comunione che va al di là della morte.
Sono vissuto per la Casa della Carità, che ho amato fino allo spasimo.
A quanti vi operano dico: coraggio, grazie, coltivate il seme gettato, vi seguirò dal Cielo se mi sarà dato di goderlo nell’eternità.
Saranno le signorine della Casa a continuare nel tempo la sua sopravvivenza e decidere il suo futuro qualora non vi fossero anime consacrate generose per continuare nel tempo la missione, sempre avendo presenti le finalità che nel 1949 ci portarono a firmare l’avventura della Carità per quanti – piccoli e grandi – avessero bussato alla nostra porta.
Ai miei familiari chiedo di essere loro vicini con l’aiuto fraterno e disinteressato che li ha sempre contraddistinti.
Alla diocesi chiedo di seguirne lo sviluppo, con particolare benevolenza, senza mai dimenticare le finalità che ci spinsero a crearla.
Ed ora mi affido a Te, dolce Gesù, perché l’incontro finale mi appiani le difficoltà dell’ultimo viaggio, per sentirmi ancora ripetere per sempre la parola del perdono cha salva. Amen.
Don Renato Cosentini
P.S. Non ho beni da lasciare. Qualche cimelio personale se richiesto dai miei nipoti figli dei miei fratelli sia loro dato come ricordo del loro povero zio.
Don Renato Cosentini”.
Termina così il Testamento Spirituale di Don Renato, fervente mariano e grande amante di Gesù, che scrive della sua vocazione sacerdotale come del dono più bello della sua vita; umile, sicuro di aver più ricevuto che dato, quando tutti noi suoi parrocchiani sappiamo che non è così.
Certo la vita a Scandale, a Villa Condoleo, va avanti anche senza il suo parroco per antonomasia e senza il suo fondatore ma quanta sofferenza nei suoi parrocchiani, in quelli che lo amavano; quanta tristezza tra le sue suore laiche e tra gli ospiti sulla collinetta della Casa della Carità senza la loro guida!
ROSARIO RIZZUTO