
REGGIO CALABRIA - “Si dice sempre che voi giovani siete il futuro ma io vi dico che voi giovani siete il presente della Calabria” dice anche questo Monsignor Vittorio Luigi Mondello, Arcivescovo di Reggio Calabria, aprendo gli interventi dal palco montato in tutta fratta all’ultimo momento (che qualcuno abbia voluto boicottare i giovani del movimento “Ammazzateci tutti”?) in piazza Duomo a Reggio Calabria nell’ambito dell’iniziativa contro tutte le mafie “Consenso negato!” tenutasi sabato 17 febbraio 2007 in una bellissima e calda Reggio Calabria ma distratta e poco partecipe a questa significativa iniziativa che ha avuto anche l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Napolitano.
Un corteo pacifico, partito da piazza De Nava intorno alle 10,30, al quale hanno partecipato tante associazioni e tanti cittadini provenienti un po’ da tutta la Calabria, ad eccezione della provincia di Crotone, da dove l’unico presente è stato chi scrive ma anche dalla Sicilia, e da altre parte d’Italia come la Campania, Lecco, Firenze, dal Lazio e altre regioni.
Valentina, Marzia, Stefano, Michele, Emanuele e Don Fabrizio sono partiti il giorno prima alle 18,20 in treno da Lecco per esserci, hanno preferito la marcia contro le mafie che quella a loro più vicina di Vicenza contro l’America. Ma sono stati un’eccezione, la maggior parte dei movimenti ha preferito la più mediatica Vicenza che la dimenticata Reggio Calabria.
Silenzio assoluto sull’iniziativa di Aldo Pecora, leader di “Ammazzateci tutti”, e degli altri non solo dai giornali nazionali ma finanche dalle testate regionali (a parte qualche eccezione come Telespazio Calabria o Calabria Ora) che solo a manifestazione svolta, tanto per dare la notizia, hanno dedicato un po’ di spazio all’iniziativa che quindi non ha avuto la giusta pubblicità se non quella fattasi dai ragazzi stessi sulla rete e da chi ha accolto il loro invito come Beppe Grillo sul suo Blog o Rai Educational che ha realizzato gratuitamente lo spot pubblicitario dell’iniziativa.

Così insieme ai ragazzi dell’associazione locrese c’erano l’associazione “Rete per la Calabria. Punto e a capo”, il movimento “Libera”, il movimento “Addio Pizzo Catania”, gruppi di Legambiente, simpatizzanti dei Comunisti Italiani, l’associazione culturale “PicAsso”, il sindacato della Polizia di Stato UilPs, ci sono quelli di “Governo Civico Uniti per la città” di Reggio Calabria alcuni gruppi scout, tantissimi studenti e gente comune.
Certo al corteo non ci saranno i 10.000 che Aldo Pecora dichiara ai microfoni della brava Valeria Baldo de “La Vita in Diretta” ma nemmeno i 500 riportati da certi media falsa e asservita al potere che non si sono presi nemmeno la briga di andare a Reggio Calabria.
Lungo il corteo, aperto dallo striscione dei ragazzi di Locri, sul quale oltre al bimbo con il medio alzato si legge una frase del giudice Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”, seguiti dai confaloni dei seguenti comuni: Polistena, Maropati, Rosarno, Galatro, Cittanova, Taurianova, Palmi, Anoia, Melicucco, Guardavalle e Gioia Tauro, da alcuni sindaci con fascia tricolore e pochi rappresentanti politici come il Deputato del Pdci Fernando Pignataro e l’Assessore Regionale sempre del Pdci Michele Tripodi, ci sono decine di striscioni.
Leggiamo: “Chi lotta può perdere… Chi non lotta ha gia perso. Ernesto Guevara”, “Voi: gente che spara. Noi: gente che spera” , alcuni ragazzi del Liceo classico Tommaso Campanella scrivono “Contro l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”, alcune persone vittime della mafia come Rosanna Scopelliti figlia del giudice Antonino ucciso nel 1991 e i genitori del medico di Barcellona Pozzo di Gotto, Attilio Manca, suicidato dalla mafia due anni fa a Viterbo procedono nel corteo reggendo uno striscione su cui sta scritto: “Non lasciamoci soli. Beato il popolo che non ha bisogno di eroi”, alcune studentesse universitarie di Cosenza sfilano con uno striscione dove oltre alla data dell’evento c’è scritto a caratteri cubitali “Nessun compromesso!” e ancora “Bella Ciao contro mafia e il silenzio”, su un altro striscione si legge “Calabria Protagonista Ora o mai più”, su un altro cartellone si legge “Per sconfiggere la mafia non basta l’esercito italiano, ci vuole quello americano”, e ancora “Mafia no grazie, meglio lottare”, su dei volantini, distribuiti da un associazione anti racket di Catania si legge: “Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità” e tanto di numero telefono 095 7151764, e a seguire “Noi coltiviamo sogni voi merda”, “Abbattiamo il muro dell’omertà”, una ragazza regge il seguente cartello “Vivi nella stessa strada, prendi il caffè nello stesso bar… alla fine di sembrano come te! Noi ci dobbiamo ribellare! Prima di abituarci alle loro facce, prima di non accorgerci più di niente. Peppino Impastato”, alcune ragazze dell’Istituto Magistrale T. Gulli di Reggio Calabria reggono un cartellone con scritto: “Noi ci siamo e voi avete paura?” e sembra quasi diretta a quelle tante persone che camminano sui marciapiedi di corso Garibaldi, tutti presi dallo shopping di Carnevale e quasi snobbando chi sta manifestando per loro.
Cartelloni anche da fuori regione: “Il forum dei giovani di Montoro Superiore (Avellino) vicino ai ragazzi di Locri per gridare insieme No alla mafia”, una mamma coraggio, Liliana Esposito, manifesta con un cartellone con la foto del proprio figlio Massimiliano Carbone “Un ragazzo di Locri” che il 17 febbraio 2007 non c’era più da 868 visto che è stato ucciso nel 2004 dalla ‘ndrangheta forse per un delitto d’onore e ancora altri striscioni e scritte dei quali vi potete fare un’idea anche visitando la nostra galleria fotografia.
Poco dopo mezzogiorno il corteo arriva in piazza Duomo, dove però il palco è in fase di montaggio, così in molti sia per i pullman e i treni che partono sono costretti ad andare via.
Quando si inizia a parlare di gente ne è rimasta poca ma dopo l’intervento di Monsignor Mondello che deve scappar via, ci pensa il leader Aldo Pecora dal palco a scaldare gli animi dei presenti.
Aldo ne ha per tutti, contro il “Consiglio Regionale più indagato d’Italia, contro chi non è lì con loro a manifestare. Contro i media: “Debbono delle scuse non solo a noi quanto al Presidente Napolitano visto che in molti non hanno riportato nemmeno il suo messaggio” Se la prende con i commercianti di Reggio Calabria che, rivela, in tutto per la manifestazione hanno contribuito con un elemosina di 70 euro scarsi. Roba da brividi quando magari poi ne pagano molti di più a testa al mese per pagare il pizzo. “Per fortuna – dice Pecora che non vuole fare politica ma deve dire le cose come stanno – che una mano ce l’ha data il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Scopelliti che allo stesso tempo non ha voluto fare passerella”

Aldo Pecora fa alcune proposte provocatorie come quella di leggere nelle scuole non più le nomali narrative che hanno fatto il loro tempo ma le vite del giudice Antonino Scopelliti, di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino, di Attilio Manca e di tutte le vittime delle mafie e poi, l’altra provocazione, è quella di intitolare Corso Garibaldi al giudice Antonino Scopelliti dimenticato dalla Calabria che lui amava tanto.
I pochi presenti applaudono.
Poi tocca a tutti gli altri ospiti presenti sul palco come Mimmo Nasone per Libera che porta il saluti di Don Ciotti e che preannuncia la manifestazione del 21 marzo 2007 a Polistena (Rc), quindi Rosanna Scopelliti, i genitori di Attilio Manca, le mamme coraggio di Acconia di Curinga e di Filadelfia, mamme di Santo Panzarella (Angela Donato) e Valentino Galati (Anna Fruci), giovani forse vittime della lupara bianca.
Una giornata importante forse non capita da tutti ma che è stato un forte segno contro le mafie, contro chi ha fatto del male il suo motivo di vivere a scapito di altre persone.
Bravi ragazzi!!!
[Rosario Rizzuto]
Sulla stessa manifestazione:
Gallery Fotografica con 169 immagini.
La registrazione audio di un’intervista a Rosanna Scopelliti.
Un breve video dell’entusiasmo dei ragazzi.