Iginio Carvelli interviene nel dibattito politico in corso a Scandale
SCANDALE – Nel dibattito politico che si è aperto a Scandale negli ultimi giorni, soprattutto dopo le dimissioni da Assessore di Iginio Pingitore e dopo l’ultimo consiglio comunale in cui si è discusso tra le altre cose di royalties, interviene una delle maggiori personalità economiche-culturali della comunità, Iginio Carvelli. Con il suo stile pungente Carvelli analizza l’attuale situazione politica di Scandale ed entra in merito ad alcune questioni che stanno a cuore dei cittadini.
Carvelli attualmente ricopre la carica di Presidente della Banca di Credito Cooperativo di Scandale, ma ha un passato da sindacalista oltre ad essere scrittore e giornalista pubblicista.
“Qualcosa di nuovo – ci dice Carvelli – si sta muovendo nella nostra comunità. A Scandale, da troppo tempo, la politica è silente o relegata ai momenti elettorali. Nel quotidiano, la politica nostrana è stata dominata dal pettegolezzo, dai risentimenti personali, dal chiacchiericcio spesso maldestro. La politica è una delle espressioni più nobili della società civile ma deve essere assunta non come fine a se stessa o come strumento machiavelliano del potere bensì come mezzo per determinare il bene comune della comunità”.
Ma in questo silenzio generale qualcuno ha cercato di fare qualcosa?
“C’è stato un tentativo certamente nobile della sinistra giovanile che ha promosso qualche iniziativa tesa ad aprire una discussione politica e una riflessioni su qualche tema importante, ma a quanto sembra, questo tentativo è stato snobbato e non si è affermato forse perché dietro la verde età a volte si nasconde qualche stagione che non è primavera!”.
Ma quale dovrebbe essere il ruolo del Comune?
“Certo, in un paese, specie piccolo come il nostro, la politica generalmente parte dal Comune dove sugli scanni del civico consesso siedono le diversità dialettiche della politica. A Scandale c’è una maggioranza che governa, cioè amministra la cosa pubblica ed esprime la sua politica attraverso le opere che riesce a realizzare. Questo non basta ma non può fare altrimenti perché una lista civica è costretta a fare i conti con un deficit organizzativo che soltanto “la vita di partito” potrebbe colmare. Nell’amministrazione si discute, si consulta, si leggono i bisogni e si decide nel chiuso di una giunta che così è sempre soggetta a grossi limiti perchè sfugge al confronto politico vero e, suo malgrado, al sostegno dell’opinione pubblica”.
Come vede dai suoi punti di osservazione il “caso” Pingitore”?
“Bisogna dare merito all’ex assessore Pingitore per avere vivicizzato la politica con le posizioni critiche che ha assunto. Non entro nel merito, a torto o a ragione, è lui che deve rispondere alla sua responsabilità di “eletto” se nel suo agire è mosso da ragioni che nascono da risentimenti personali o frustrazioni che nulla hanno a che fare col mandato politico ricevuto, oppure da una strategia tesa ad affermare idee e progetti che aiutino la crescita sociale, culturale ed economica della comunità e che non è riuscito a fare prevalere nella politica ristretta della Giunta comunale”.
Ma Carvelli continua: “Premesso tutto questo, da semplice cittadino, anche se impegnato in prima persona in un settore nevralgico del sociale e dell’economia locale quale può essere quello del credito cooperativo, ma anche per la mia storia di protagonista nella dialettica politica ai tempi in cui si rischiava di pagare prezzi personali molto salati in nome di un’identità politica, senza ricorrere a vittimismi, dicevo da semplice cittadino, intendo dire il mio pensiero con serenità di mente e di cuore, scevro da ogni spirito polemico. Ho sempre sostenuto che nelle piccole realtà di paese, nella formazione delle alleanze per l’amministrazione del comune, non si possono trasferire sic et simpliciter le scelte operate dai singoli partiti a livello nazionale. Più che tra partiti, in un piccolo paese le alleanze si fanno con uomini di buona volontà su un progetto comune. Anche questa è una scelta politica. Ultimamente lo stesso Vannino Chiti, Ministro per i rapporti con il parlamento e le riforme istituzionali, ha affermato che ‘nella democrazia dell’alternanza è irrinunciabile la possibilità di costruire schieramenti per il governo delle città’”.
Carvelli è un fiume in piena e analizza di par suo la vita amministrativa di Scandale: “I progetti del comune non possono che partire da una lettura attenta dei bisogni della comunità e da una valutazione dei possibili e potenziali sviluppi del territorio. Tutto il resto sono cricchiare ed esercitazioni verbali che sfociano nel narcisismo di una presunta politica che di politica non ha nulla se non il tentativo di vendere fumo o di fare apparire virtù costruite sulle presunte colpevolezze degli altri. E’ il cosiddetto cane che si morde la coda. La sfida vera è uscire da schemi che non reggono più al ritmo dei tempi moderni che a loro volta richiedono capacità di interpretare il nuovo che avanza, di cogliere a vista le opportunità che si presentano, di governare i processi del cambiamento. Si richiede allora capacità di proposta ossia capacità progettuale su cose possibili e frutto di approfondite analisi in termini di costi e ricaduta di risultati positivi. Sul finire degli anni cinquanta, era sindaco il compianto Pasquale Brescia, un consigliere comunale ebbe la geniale idea di proporre la costruzione di un ponte per collegare Scandale con Santa Severina. Sarebbe stato il ponte più alto e più lungo del mondo! Una proposta frutto della fantasia. Cadde nel vuoto perché il simpatico consigliere non seppe dire dove trovare le risorse per costruirlo e soprattutto quale utilità avrebbe portato alla collettività”.
Dopo questa attenta analisi non può mancare, per chiudere questa intervista, una sua idea, un suo giudizio sul “problema” royalties, dovrebbero essere una risorsa, e non c’è dubbio che lo sono, ma stanno creando anche vari problemi; lei che ne pensa?
“Le royalties sono risorse che rappresentano una grande opportunità per sviluppare e migliorare la qualità della vita a Scandale. Un principio deve essere basilare: ogni positiva ricaduta non deve riguardare pochi privilegiati che magari stanno già bene, ma deve interessare l’intera collettività e possibilmente deve essere generatore di altre opportunità. L’abbattimento dell’ICI è un’idea da valutare ma ci vogliamo prima chiedere quanti e chi saranno i beneficiari? Certamente non ci sarà ricaduta in termini di sviluppo in quanto sarebbero risorse sottratte al bilancio comunale e ripianate con la royalties nella nefanda logica di scavare le buche di giorno e di riempirle di notte. L’idea del conservatorio non è peregrina e prima di essere bocciata va valutata con un progetto di fattibilità analizzando i problemi che comporterebbe (attingendo all’esperienza di altri comuni come Vibo Valentia e Cosenza) e i vantaggi. Anche l’idea originaria del sindaco Brescia in merito a una struttura sociosanitaria ad alto livello di eccellenza, andrebbe ripresa in quanto presenta senz’altro ricadute sicure e positive in termini occupazionali e di attrazione di presenze”.
Finisce qui il dialogo con Iginio Carvelli, un uomo capace di vedere da tutti i suoi osservatori, la situazione socio-politica forse meglio di tanti altri.
Con questa intervista prova a lanciare dei sassolini, delle idee. A chi di dovere la possibilità di coglierli.
ROSARIO RIZZUTO