Archive for July 19th, 2007

La Banca di Scandale istituisce il premio Don Renato Cosentini

SCANDALE – Una data, quella del 24 luglio, che siamo certi in molti in paese si son segnati.

Ricorre infatti il primo anniversario dalla scomparsa di Don Renato Cosentini, il prete dei bambini, il prete di Scandale per antonomasia.

Scandale in un certo senso era legata al nome del suo parroco: a volte era facile, parlando con forestieri, che conoscessero più la fondazione Casa della Carità che il nome di Scandale stesso!

In vista di questa importante data, quella che possiamo definire la maggiore realtà economica del paese, ossia la Banca di Credito Cooperativo, ha deciso di intraprendere una lodevole iniziativa.

Ne abbiamo parlato con il presidente della Banca, Iginio Carvelli.
Don Renato Cosentini con Iginio Carvelli a destra con la sigaretta. Foto tratta dal libro su Don Renato di Pasquale Minnitti
Il 24 luglio prossimo – ci racconta Carvelli – ricorre il primo anniversario della morte di Mons. Renato Maria Cosentini che per oltre 50 anni è stato parroco di Scandale. La Banca di Credito Cooperativo di Scandale di cui Don Renato è stato socio fondatore, ha inteso ricordarlo istituendo un premio culturale in suo nome”.

Carvelli non lo dice ma è stato proprio lui a presentare la proposta al Consiglio di Amministrazione che l’ha accolta all’unanimità, ricordando la figura di questo sacerdote che “soleva definirsi prete di campagna e che si è distinto per la sua grande umanità e per l’amore verso le persone bisognose e più deboli della società, varcando con il suo protagonismo solidale i confini della parrocchia”.

Don Renato – ci racconta il presidente della Bcc che può vantare di averlo conosciuto davvero bene – è stato un sacerdote che si è sempre distinto per il suo eccezionale impegno nel sociale facendosi carico, fin dalla sua venuta a Scandale, negli anni immediatamente successivi alla fine della seconda guerra mondiale, del dramma dell’infanzia abbandonata. A tale scopo fondò la Casa della Carità raccogliendo centinaia di ragazze abbandonate, strappandole dalla strada e dalla miseria e garantendo loro una vita serena e una sana educazione”.

Il suo impegno – continua l’ex sindacalista – per la crescita umana, culturale e cristiana della comunità scandalese è stato profuso con instancabile attività, divenendo un apostolo dell’umanità sofferente, forte della sua convinzione di vedere alla luce del Vangelo, Cristo nel povero, nell’ammalato e in ogni persona colpita dall’umana sventura. Oltre alla Casa della Carità, diede vita all’istituzione di una scuola parificata, dalla materna alla scuola magistrale poi divenuto liceo della comunicazione, e di una casa di accoglienza per anziani soli. Don Renato non è stato un prete qualunque. Ha vissuto il suo sacerdozio nella pienezza del mandato presbiterale operando la scelta fondamentale di mettersi al servizio per la costruzione del bene comune. Ha avuto un’attenzione particolare per i più deboli ed è stato sempre vicino con evidente umana sensibilità, ad ogni famiglia colpita dalla sventura. Consapevole che la cultura favorisce la crescita sociale della gente e la mancanza di cultura arresta inesorabilmente ogni processo di sviluppo civile, si è distinto come docente della scuola media di Scandale. Per la sua disponibilità al servizio dell’infanzia sulla scia degli insegnamenti di Don Bosco, è stato senza dubbio,un educatore attento di tante giovani generazioni”.

Davvero commovente il ricordo di Iginio che ricorda ancora: “ Quando nel lontano 1974 maturò l’idea di creare una Cassa Rurale ed Artigiana a Scandale, Don Renato, nello spirito che animò Don Carlo De Cardona, fondatore delle Casse Rurali e Artigiane nei primi anni del novecento, in Calabria, divenne uno dei primi soci fondatori adoperandosi fattivamente per la nascita della nostra banca a Scandale”.

Ma – precisa Iginio Carvelli quasi a voler fare da contrappeso con alcuni recenti fatti successi a Serra D’Aiello, nel cosentino, e che coinvolgono anche la chiesa cattolica e alcuni preti scoperti colpevolmente ricchi – Don Renato è morto povero non avendo accumulato ricchezze per sé essendosi speso solo per gli altri. Ci auguriamo che le ricchezze umane e spirituali che ci ha lasciate e le iniziative materiali che ha fondato servano ancora e per sempre a far rivivere la sua opera altamente sociale che resta comunque patrimonio non di pochi ma di tutta la comunità.

Una figura tanto eccellente che ha dato lustro non solo alla nostra cittadina ma a tutto il circondario crotonese, per i suoi indiscutibili meriti, non può cadere nell’oblio. Don Renato ha costruito un importante pezzo di storia delle nostre comunità e merita, in segno di gratitudine, il ricordo nostro e delle future generazioni”.

Detto ciò Carvelli conclude: “La Banca di Credito Cooperativo di Scandale ha ritenuto doveroso istituire il premio ‘Don Renato Cosentini’ in segno di riconoscenza verso un socio fondatore che tanto si è distinto come sacerdote, educatore e protagonista della crescita sociale della nostra società”.

Lo stesso Carvelli ci spiega inoltre che le modalità del premio sono demandate a una commissione interna e che saranno successivamente deliberate dal Consiglio di Amministrazione.

Quindi torneremo a raccontare presto di questo premio che di sicuro farà parlare molto di sè!

ROSARIO RIZZUTO

Quando gli uomini di Stato son lasciati soli, la porcheria progredisce (vero bastardo!) mentre chi fa il proprio dovere soccombe

Paolo Borsellino e la sua scorta scomparsi nell'attentato di via d'Amelio il 19 luglio 1992. (Foto: www.poliziadistato.it)
Sono quindici anni che Paolo Borsellino (
e la sua scorta) sono sotto terra mentre la mafia è sempre lì al suo posto.

Qualcosa vorrà pure dire!? Che dite?
Paolo Borsellino, a dx, con Giovanni Falcone anche lui assinato, alcune settimane prima in un violento attentato. Foto dalla rete.
Sono quindici anni che si continuano a fare parole inutili mentre la "montagna di merda" continua a progredire.

Una "montagna dI merda" infiltrata nello stato, uno stato di merda appunto.