La Morte di Gina, il mio ultimo racconto per Laura Lepri

Ultimo mio racconto del Corso di Laura Lepri, sempre in versione originale e senza correzioni; in realtà durante la scorsa settimana ce n’è stato dato un’altro ma non sono riuscito a farlo.

In questo, che sto per postare, bisognava raccontare una situazione di pericolo e farlo sia al passato che al presente.

Aspetto commenti…

 La Morte di Gina (al passato)

di Rosario Rizzuto

“Taglia taglia”, disse Alberto a Gina intenta a preparare due piste di cocaina, “Fai presto che non resisto più”.
Gina divise le due dosi su due banconote da 100 euro e ne porse una al suo magnaccio.
Alberto inalò con gusto dopodichè si recò in bagno.
Pisciò, si lavò e tornò in camera dove intanto Gina, spogliatasi, si era distesa in tutto il suo splendore sul letto tondo.
“Staserà sei più bella del solito”, le disse, “ma mi sei già costata un casino perciò rivestiti e vai a lavorare, zoccola”.
Gina era la preferita di Alberto, che controllava un giro di almeno 25 donne, ma gli affari venivano prima.
Ci restò male ma Gina fu costretta ad ubbidire: Alberto già era pazzo in condizioni normali figurarsi dopo una pista di coca!
Così, mentre lui rimase a fumarsi una sigaretta, lei raggiunge il suo solito tratto di marciapiede ai semafori tra via Rocca e via Aldo Moro.
Il suo primo cliente non tardò ad arrivare: Gina era una gran bella donna, sui 40 anni portati benissimo e aveva un suo giro consolidato.
Lei lo conosceva: era l’autista dell’onorevole Ignazio in una Mercedes coi vetri oscurati; così senza esitazione si accomodò sui sedili posteriori.
Ma con grande sorpresa non c’era l’onorevole ma Sandrino, il boss del porto, che lei conosceva di vista.
“Stasera ti diverti con me” le disse mentre l’autista ripartì sgommando.
Sandrino cominciò a toccare le grazie di Gina che lo assecondava con gemiti di piacere ma ad un tratto l’autista fu costretto ad una brusca sterzata a causa di una macchina che voleva spingerli fuori strada.
La Mercedes fu costretta a fermarsi.
Gina, che aveva sbattuto con forza contro il finestrino, cercò di ricomporsi; Sandrino intuì che non poteva essere un incidente casuale e cercò di prendere la pistola che aveva sistemato nella tasca del sedile.
Tutto inutile, un gruppo di fuoco sceso da altre due macchine si avventò sulla Mercedes, bersagliandola con decine di colpi.
Gina non fece in tempo nemmeno a dire le sue ultime preghiere: morì in un lago di sangue.

La Morte di Gina (al presente)

di Rosario Rizzuto

Come spesso avviene, anche stasera Gina, prosperosa puttana calabrese, e Alberto, il suo magnaccio, si incontrano nella stanza di lui.
Gina sta preparando due piste di coca: Alberto aspetta la sua con trepidazione e la inala avidamente.
Gina dopo aver fatto lo stesso si spoglia e si sistema sul letto circolare.
“Dai vini qui con me” dice ad Alberto appena uscito dal bagno.
Lui si avvicina, la guarda, lei è la sua preferita tra le 25 donne che lavorano per lui, ma gli affari sono affari così, complice anche la droga, l’apostrofa in malo modo e la manda sul marciapiede.
Con tristezza Gina raggiunge il suo angolino, ai semafori tra via Aldo Moro e via Rocca, dove ogni sera vende il suo corpo.
Poco dopo arriva una Mercedes e lei riconosce subito l’autista dell’onorevole Ignazio così senza esitazione entra in macchina.
Ma ad aspettarla c’è invece Sandrino un capomafia che le fa capire che stasera dovrà spegnere i suoi di bollori.
“Quanto sei bona” le dice il boss toccandola dappertutto mentre lei lo asseconda con gemiti e tanta passione.
Finchè l’autista non è costretto ad una brusca manovra a causa di un’altra macchina che tenta di mandarli fuori strada.
Gina sbatte contro il vetro e terrorizzata dalla paura chiede: “Che succede, che succede?”, Sandrino intuisce di essere in pericolo e tenta di prendere la pistola che aveva sistemato nella tasca del sedile ma non fa in tempo perchè da altre due macchine scendono almeno in cinque che fanno fuoco sulla Mercedes da tutte le angolazioni.
Gina si rannicchia nella macchina ma sotto tutto questo fuoco c’è davvero poco da fare.
Muoiono tutti e tre.
Intanto sul letto tondo Alberto guarda la tv, si accende la ventesima sigaretta e sogna il suo prossimo incontro con Gina.
Ma Gina non c’è più!

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