Quasi pronta la nuova strada per Santa Severina

Ho ricevuto dal mio amico Ciccio Guzzi della "Locanda del Re" di Santa Severina il seguente messaggio: "La strada di collegamento Statate 107 - Santa Severina è gia terminata e solo una questione di giorni forse di ore, scrivi per l’apertura un bel articolo sul giornale, ciao Ciccio".

A parte il "già" che sicuramente Ciccio ha usato per dire che è finita ora e non nel senso di subito, perchè siamo mesi o anche più di un anno fuori dai tempi iniziali di consegna, ma ci sono stati anche alcuni problemi. 
La bella piazza di Santa Severina vista dal Castello. Foto Rosario Rizzuto
L’importante è che ora siamo alla fine e che finalmente i cittadini di Santa Severina (ma anche quelli di Roccabernarda) avranno un collegamento più veloce verso la statale e anche i tanti pullman di turisti che arrivano nella cittadina crotonese un accesso degno di questo nome per la città del Castello, per uno dei borghi più belli d’Italia. 

5 Responses to “Quasi pronta la nuova strada per Santa Severina”

  1. anonimo scrive:

    ciao rosario, ma non trovando nel tuo blog l indirizzo email vorrei mandarti quest intervista fatta al dottore Tarantini sul giornale”il resto del carlino” di lunedi 03.03.08

    Vorrei sapere che ne pensate voi??

    Fa 300 aborti all’anno: “Per tante donne è come togliersi una verruca”

    Massimo Pandolfi – vicecaporedattore de “il resto del carlino” – Lunedì 03/03/08

    Oggi voglio raccontarvi una storia tosta: tosta davvero. Non è roba mia: è un’intervista, una gran bella intervista, che la giornalista Simona Pletto ha fatto a un medico abortista. Lui si chiama Valter Tarantini, ha 58 anni, è milanese d’origine e forlivese d’adozione e ogni anno pratica circa 300 aborti. “In media otto a settimane”.

    Dice due cose. La prima: “Per molte donne abortire è come togliersi una verruca”. La seconda: “Facciamo pagare l’aborto a chi vi ricorre dalla seconda volta in poi”.
    Le dice grosse. Fino a potersi chiedere: ma questo tizio chi è, un infiltrato di Giuliano Ferrara o magari un inviato del cardinale Camillo Ruini? No. Il bello della storia è che il signore in questione potremmo addirittura ribattezzarlo “mister aborto”. Si chiama Valter Tarantini ha 59 anni, fa il ginecologo da più di 30 e dal 1978 pratica interruzioni volontarie di gravidanza: è uno dei medici italiani che ne ha fatte di più. Migliaia. «Non le conto, ma sono tante. Sempre troppe».
    Che ci combina Tarantini, cambia idea? Si converte? Vuole magari entrare nell’altra metà (56%) di ginecologi che fanno obiezione di coscienza? Macché: “Continuerò a far abortire le donne italiane”.

    Si racconta: “Credo in Dio, ma sono il classico cattolico della domenica. Anzi, neanche della domenica: a messa non ci vado mai. Dimenticavo: sono alla terza moglie…”. Milanese di nascita, bolognese d’adozione, ha girato l’Italia: ora lavora all’Ausl di Forlì.

    ”Abortire per molte donne è come togliersi una verruca”: ci lasci dire che la sua è una definizione molto forte… “Gliela spiego con un esempio: l’altro giorno sono venuti qui marito e moglie di 27 e 26 anni, sposati da sei mesi. Lei era incinta. Mi hanno detto: “Noi lo vogliamo un bambino, ma adesso è ancora presto, fra due anni andrà bene”. Ha abortito. Va bene così? Per me no”.

    Ma in casi del genere lei, rispettando la legge, 194 non può dire: “No, io lei non la faccio abortire, non ha i requisiti”? “Figuriamoci, passerei dei guai. Loro mi risponderebbero: e allora mi butto dalla finestra e il motivo serio arriva. La legge 194 è ormai un mezzo di controllo delle nascite. Va cambiata, io mi batterò per questo. Ne ho parlato già con dei politici, incontrerò presto anche Gianfranco Fini. E le dico un’altra cosa: lo sa che la stragrande maggioranza delle donne che vengono da me sono recidive?”

    Il 26% delle donne ricorre almeno due volte all’aborto… “Da me la percentuale è ancora più alta. Il record l’ho avuto a Taranto: una donna ha abortito 40 volte. Non scherzo. Lo faceva tre volte all’anno”.

    Beh, queste sono le eccezioni… “Quaranta sì. Ma quattro o cinque no. Una volta cercai di dire a una donna di stare più attenta e lei mi rispose: ’Dottore, non capisce quello che sto provando?’. Aveva ragione, era al suo quinto aborto: certo che non la capivo. Le racconto nell’ordine cosa mi chiede la maggior parte delle donne dopo aver abortito: 1) quando posso mangiare? 2) quando posso riavere rapporti sessuali? 3) ma era un maschietto o una femminuccia? Una poi mi ha domandato: mi lascia una foto ricordo? Preciso: del feto abortito, non mia”.

    Scusi, la domanda: ma se la situazione è questa e lei, come ci ha detto fuori intervista “si è rotto le scatole”, perché continua a farli gli aborti? “Perché, per fortuna, non tutte le donne sono così. Ci sono donne che hanno davvero bisogno dell’aborto. E soffrono: al momento dell’Ivg e anche dopo. Ecco, io continuo a fare questo lavoro pensando a loro. Ma sono sempre meno, mi creda”.

    Lei alle donne che vengono qui cosa dice? “Che se c’è anche il minimo dubbio, tenere il bambino non è mai un errore”.

    Soluzioni? “L’aborto è invincibile e credo sia un atto dovuto e legale che non dà comunque lustro a nessuno dei partecipanti. Però io due idee le avrei…”.
    Avanti con la prima. “Usiamo di più i metodi contraccettivi. In Europa siamo al terz’ultimo posto per l’uso della pillola. Se qualcuno mi dice che la pillola fa male io replico che non è vero che fa male. E aggiungo: ma anche se facesse male, perché, l’aborto fa per caso bene?”.

    La seconda idea è quella di far pagare? “Sì, il primo aborto è gratis. Poi si paga”.

    Beh, con questa la scannano vivo… “Bisognerà pur mettere dei paletti, no? Non dia retta alle statistiche che parlano di diminuzioni di aborti; se li rapportiamo ai bambini nati, sono sempre quelli. E lo sa che ogni Ivg costa allo Stato 1280 euro? E allora: se una coppia non sta attenta e non usa precauzioni, si paga l’intervento. Gli aborti calerebbero e sarebbe un bene per tutti. Mica stiamo curando una malattia”.
    Senta, parliamo di quell’embrione, di quel feto, di quel bambino o di “quella cosa lì” che lei, tante volte, non ha fatto nascere. E’ vita? “E’ vita, è vita. E a dodici settimane è già formato. Ogni volta, mi creda, mi viene un fegato così. Ed è tremendamente diverso abortire a 12 settimane o a 8. Se proprio si deve fare, facciamolo il prima possibile. Mi piacerebbe chiedere a tutti i ragazzi che costruiranno l’Italia del futuro: ma lo sapete di che cosa stiamo parlando?”.

    Lo sanno? “Temo di no. Per troppo tempo, con il silenzio e magari un po’ di vergogna, abbiamo censurato questo tema”

    Col risultato che… “Col risultato che abortire è diventato come togliere una verruca…”
    Di nuovo? “E’così. E chi lavora sul campo come me, lo sa”.

  2. anonimo scrive:

    Ciao blog, vi ho riportato questa intervista perche ci terrei tanto ad avere la vosta opinione.Per quanto mi riguarda, quando l ho letta, mi sono raggelato davvero il sangue nelle vene !!!! Premetto che sono favorevole all aborto da sempre… Sono convinta che una donna abbia tutti i diritti di prendere la decisione che ritiene piu opprtune per la sua vita e per il suo corpo…Per l uomo e semplice… fa la parte piu piacevole , ma poi e la donna che deve affrontare tutto il resto! E quindi solo a lei spetta ogni decisione in merito!!Ma a tutto ce un limite!!! capisco una ragazzina inesperta ed ingenu, che commete un errore che non e ancora pronta ad afforntare…. comprendo la donan sposata, con gia altri figli a carico… che fatica ad arrivare a fine mese… impossibilitata economicamente ad affrontare l arrivo di una nuova creatura…ce ne potrebbero essere un milione di altri motivi ..Ma capisco che si possa sbagliare una volta … ammetto pure la seconda ma la terza nooo, ma una donna che ha già avuto figli ed arriva ad abortire più volte, non è logico pensare che di figli non ne vorrà mai più??? Bene, allora impediamole di averne!!!!! Non aspettiamo chearrvi alla quinta interruzione di gravidanza. Siamo nel duemila, i contraccettivi offrono una vasta scelta…Mah… rileggo questa intervista e resto nuovamente senza parole… Occorre un cambiamento… non si può restare indifferenti!!! Ma come fare??? Qual’è la soluzione migliore??? Lo chiedo a voi, spero abbiate le idee più chiare rispetto
    con affetto Ca.

  3. anonimo scrive:

    Ros se ritieni oppurtuno la tieni se no la cancelli quest intervista con la mia opinione, non preoccuparti non mi offendo ma era un mio sfogo leggendo quest intervista

  4. byros scrive:

    Ca tu sei la padrona nel mio blog, hai fatto benissimo, ma x leggerla mi ci vuole domani ora sto x crollare. NOTTE!!!

  5. byros scrive:

    Davvero raggelante Ca… davvero!!!
    Sono d’accordo con quello che dici ma anche il padre deve poter dire la sua… O no?

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