Peppe Giovinazzi: gioie ed amarezze!!!

SCANDALE – Un miscuglio di gioia ed amarezza: si può riassumere così il momento che sta vivendo Peppe Giovinazzi, l’operatore ecologico scandalese con la passione per l’archeologia nonchè presidente del Gales (Gruppo Archeologico Leonia-Scandale).

Gioia perché dopo quattro anni, venerdì 9 maggio 2008, è stato assolto dal Tribunale di Crotone per non aver commesso il fatto in merito ad un’indagine partita alcuni anni fa dopo il sequestro di alcuni reperti archeologici presso la sua abitazione.

Reperti che però il Giovinazzi aveva sempre dichiarato agli organi competenti e ora il Giudice gli ha dato ragione.

Amarezza per quanto patito in questi quattro anni tra indagini, umiliazioni, processi ma soprattutto perché, secondo quanto ci dice lo stesso Giovinazzi, a Scandale c’è qualcuno che vuole impossessarsi del lavoro fatto finora dal “suo” gruppo archeologico e sostituirsi al Gales in quella che sarà la gestione del museo e del parco archeologico di Scandale.

Intanto però venerdì scorso il Giovinazzi si è tolto di dosso un grande peso: non era il massimo per il presidente di un associazione archeologica essere accusato di fatto di essere un tombarolo, di essere impossessato di reperti.
Lo scavo in località Lustra a Scandale. Foto Rosario Rizzuto
Giovinazzi ha voluto condividere la sua contentezza con tutta la cittadinanza preparando ed affiggendo per tutti i locali del paese un manifesto in cui porta a conoscenza la popolazione scandalese della sua assoluzione e ringrazia tutti quelli che gli sono stati vicini “ed hanno creduto nella mia innocenza”, dal sindaco di Scandale Fabio Brescia ai soci del Gales, dai giornali e tv locali che si sono occupati della sua vicenda (ricordiamo che per protestare per quanto gli stava accadendo il Giovinazzi tempo fa era arrivato ad incatenarsi nei pressi del Tribunale di Crotone) alla direttrice del museo archeologico di Crotone Maria Grazia Aisa che insieme alla Soprintendenza “sta facendo tanto per recuperare il patrimonio archeologico scandalese che appartiene all’intera umanità”.
Particolare dello scavo in località Lustra. Foto Rosario Rizzuto
Abbiamo incontrato l’archeologo amatoriale scandalese all’indomani della sentenza del Tribunale di Crotone: “Non ha vinto Peppe Giovinazzi – ci dice – ma bensì ha vinto Scandale perché la lotta che ho portato avanti io è sempre stata nell’interesse di Scandale e della sua storia. Io sono sempre più convinto che Scandale può diventare ‘la piccola Pompei del crotonese’ perché quello che abbiamo iniziato (il riferimento è agli scavi archeologici che sono stati eseguiti nelle scorse settimane in località Lustra a Scandale nda) è solo un piccolo tassello. Non c’è solo Leonia ma lì dove stiamo facendo la campagna scavi, che è una borgata di Leonia, secondo me c’è una piccola cittadella, a settembre quando riprenderemo gli scavi ci saranno delle belle sorprese”.

Ma la situazione dove è stato effettuato lo scavo qual è?

“Lo scavo attuale va messo in sicurezza e quindi sarà protetto e ricoperto per poi essere ripreso in futuro; è stato uno scavo che ci ha dato tante soddisfazioni e ci ha riservato tante sorprese. Infatti è stato trovato vasellame e monete del quinto e quarto secolo a.c. ma anche di altri periodi storici. E’ stata anche ritrovata una moneta del periodo bizantino che ha un po’ scombussolato la storia perchè non doveva trovarsi là, era più giusto che la si ritrovasse a Leonia… Vedremo!.”

“Vorrei lanciare un appello – aggiunge Giovinazzi – c’è stata una persona che dagli scavi ha sottratto un collo d’anfora, vorrei dire a questa persona che quel reperto non ha nessun valore commerciale ma è molto importante per noi e quindi vorrei pregare questa persona di lasciare tale reperto in pieno anonimato dietro la porta del Gales perché è della popolazione di Scandale; coi reperti se avessi voluto potevo arricchirmi ma non l’ho fatto per l’amore verso la popolazione di Scandale e per lo stesso amore ho subito un processo ingiusto”.
Il punto dove è stato sottratto il collo d'anfora. Foto Rosario Rizzuto
La gioia per l’assoluzione avuta comincia a far posto all’amarezza e Giovanni continua: “Sono amareggiato anche perché qualcuno tenta di rubare al Gales delle cose che deve fare prettamente il gruppo archeologico di Scandale come per esempio convegni, guide turistiche, ma sono convinto che alla fine prevarrà tutto il buon lavoro fatto dall’associazione e mi auguro che l’ente Comune non spalleggi questa cosa perché chi c’è dietro è legato anche alla politica. Io quando ho intrapreso l’avventura del Gales ho lasciato i miei impegni politici, certo nell’associazione ci sono persone sia di destra che di sinistra ma sono tutte persone oneste che non hanno voglia di protagonismo o arrivismo, quindi è giusto dare i giusti meriti a chi ha lavorato e dato l’anima per portare avanti il Gales”.

E nel ricordare chi è stato più vicino all’associazione, come l’archeologa Adele Borghese e lo studente di archeologia Luca Vincenzo Simbari ma anche tanti altri, Peppe appare più rilassato.

Comunque se davvero ci sarà un futuro per l’archeologia a Scandale così come il Giovinazzi crede e spera, crediamo che ci sia spazio per tutti ed è inutile arrivare a guerre intestine che rischierebbero di mandare all’aria quanto di buono fatto finora.

ROSARIO RIZZUTO

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