L’inizio delle attività scolastiche 2008/09 alla luce della dissennata politica della Gelmini, di Tremonti- Brunetta, Bossi, Berlusconi, è il più grave, più caotico e incerto degli ultimi 40 anni.
È iniziato lo smantellamento della scuola pubblica e la negazione dei diritti dei lavoratori, degli studenti, dei genitori. Consideriamo estremamente grave i tagli effettuati dal Ministero della Pubblica Istruzione agli organici dei docenti e ATA; la mancata stabilizzazione dei precari ma ancora più grave è l’atteggiamento assunto del governo con il ridimensionamento degli insegnanti di sostegno per gli alunni diversamente abili.
Questi tagli provocano contemporaneamente la negazione, per questi alunni e alunne in difficoltà, del diritto all’istruzione e la possibilità dell’integrazione nella società; la consegna esclusiva alle famiglie dei problemi legati alla condizione dei loro figli; la perdita di centinaia di posti di lavoro per molti insegnanti che si sono specializzati e che non possono operare degnamente nel mondo della scuola.
Gravi anche i tagli delle cattedre di strumento musicale. Dissennata politica del decreto 112 (che è appunto il provvedimento con cui si dispone il taglio di 87mila cattedre e 42.500 posti ATA e del decreto 137: quello del maestro unico, per intenderci).
Mentre si tagliano le risorse nella scuola pubblica, si finanzia la scuola privata in contrasto con l’art. 33 della Costituzione. La Gelmini dall’alto della sua “sapienza” ha creato le condizioni per demolire tutto il nostro sistema pubblico di istruzione e formazione e tagliare i diritti fondamentali dei lavoratori.
La conseguenza di questa dissennata politica sarà la restrizione dell’offerta formativa: fine del tempo pieno alle elementari e alle medie, riduzione degli orari alle superiori, classi più numerose, insomma meno tempo scuola a fronte delle reiterate affermazioni di insufficiente preparazione degli studenti.
Con il ritorno al maestro unico si cancella un’esperienza didattico/pedagogica della nostra scuola migliore: gli apprendimenti degli alunni della primaria si situano ai primi posti nelle classifiche europee. Una norma dannosa sia dal punto di vista didattico, sociale e politico.
Tutto quello che sta facendo la Gelmini è contro il diritto allo studio garantito dalla Costituzione. E’ un attacco alla democrazia: il bambino in famiglia ha due riferimenti nei genitori, il pluralismo è una peculiarità della società democratica, ma a scuola avrà un unico riferimento: il “maestro unico” magari di destra, come negli anni dei balilla, gli anni più bui per la cultura italiana; rigorosamente selezionato in base a ferrei principi di autoritarismo ma sicuramente incapace a sviluppare la dimensione proattiva dei bambini.
La scuola superiore è nel caos tra tagli di indirizzi, orari e discipline: unico obiettivo, il risparmio. La qualità dell’apprendimento dei ragazzi è solo negli slogan. L’innalzamento dell’obbligo scolastico – che toglierebbe dalla strada tanti ragazzi, offrendo loro qualche opportunità in più e un po’ più di cultura, base fondamentale per prevenire il disagio e la criminalità - è diventato “avviamento al lavoro”: un ghetto per i più deboli, per i poveri, per i diversi.
La nostra scuola pubblica torna indietro di 40 anni. La scuola non avrà più la possibilità di offrire corsi per gli adulti che hanno bisogno di integrare le loro conoscenze. Noi siamo convinti che grembiulini, voto di condotta, sorveglianza sul personale docente e ATA servono solo a distogliere l’attenzione dai reali problemi della scuola.
La nostra scuola ha bisogno di edifici scolastici accoglienti e sicuri; di docenti e personale ata motivati, ben pagati, costantemente aggiornati; percorsi scolastici differenziati per consentire a tutti il diritto all’apprendimento, il diritto ai saperi; ricerca didattica su metodi e contenuti degli insegnamenti; finanziamenti certi e gestione trasparente; partecipazione; valutazione.
La politica di questo governo è solo un’operazione di sottrazione di risorse e di diritti, diritti di chi lavora e diritti dei cittadini.
Ci farà diventare più poveri, più ignoranti, più diseguali.
Infine respingiamo totalmente l’attacco ai docenti e a tutto il personale della scuola in termini di fannulloni e assenteisti e chiediamo l’immediato ritiro del decreto 137 e 112.
Chiediamo più investimenti sulla scuola pubblica, sull’Università pubblica, sulla ricerca, sugli insegnanti, sul riconoscimento del loro insostituibile ruolo culturale e sociale, sulla loro professionalità che va incoraggiata e premiata, sulla garanzia imprescindibile della libertà di insegnamento.
Associazione Sinistra in Movimento Crotone