L’ho già scritto che Antonino Monteleone è un grande, il piccolo Travaglio calabrese continua le sue silenziose battaglie sul suo blog.
Ecco cosa scriveva l’altro ieri:
La spesa col “Gratta & Vinci”

Ti accorgi, facendo la fila al supermercato, di quelle persone che mettono assieme 10, 15 euro accatastando un po’ di monete per comprare la spesa quotidiana. Te ne accorgi perché lo leggi negli occhi di quelle persone consapevoli che fino a qualche anno fa il bip della cassa era meno ostìle.
Le tue cinquantamila lire valevano qualcosa. Lo sgretolamento del potere d’acquisto oltre ad essere un ottimo argomento demagogico per il politico di turno che vuole dare l’impressione di percepire realmente il problema è un fattore che si somma alle mostruose differenze tra il nostro mercato del lavoro e quello del resto d’Europa.
Un operaio che guadagna appena 1000 € al mese, spesso in nero, per lavorare fino a 12 ore al giorno, vede i propri figli per 2 ore. Sei le trascorre dormendo. Quando è al cesso continua a chiedersi come fare a comprare libri, vestiti, giochi e da man-gia-re!
Le file ai fast-food, alle pollerie, negli hard discount.
Mentre le associazioni che si organizzano per vendere il pane alla soglia di decenza di 1 € al kilo mettono in difficoltà i monopolisti del settore perché dimostrano l’irragionevolezza degli aumenti sfrenati dei prezzi al consumo.
A questo stato di cose si aggiunge la beffa della grande distribuzione.
A Reggio Calabria la catena QUIIPER è quella che applica i prezzi medi più elevati sulla totalità dei generi alimentari. Ad eccezione di forti ribassi su singoli prodotti. Ma è difficile che si vada a comprare – in un solo giorno – solo il latte. Solo i succhi di frutta o solo le merendine.
L’offerta speciale del giorno diventa uno specchietto per le allodole. Hai speso molto di più. Con 100 € riempi mezzo carrello. La vecchia bottega sotto casa chiude i battenti. Lo stipendio basta per 20, 25 giorni al mese.
Ma niente paura!
All’uscita dal centro commerciale o ti vendono una carta di credito revolving, che – dati i tassi vicini all’usura - potremmo ribattezzare “cappio al collo telescopico” oppure – questa è la novità di oggi – ti suggeriscono l’acquisto di un bel “Gratta & Vinci“. Che se sei fortunato vinci un altro biglietto. Ma se c’hai proprio culo ti sei pagato un altro po’ di spesa.
Non lo propongono mica a tutti. Le cassiere hanno l’esperienza – ed i buoni consigli – per capire i soggetti più “vulnerabili” o bisognosi di fortuna, fate voi.
Ad una signora con due bambini che ha comprato 1 pacco di kinder colazione più, 1 brick di vino rosato, 1 pacco di pennarelli, 1 pacco di acquerelli, 1 confezione di nutella; proporre un Gratte & Vinci è un gesto più vicino all’insulto che al marketing.
E temo che la vendita avvenga senza licenza o con autorizzazione incompleta.
Spero di sbagliarmi dal punto di vista normativo (ho comunque avvisato telefonicamente la Guardia di Finanza, ma chi ha risposto ha beatamente detto “se li vendono vuol dire che possono!”) sono convinto della inopportunità dal punto di vista morale.
Sul sito dei Monopoli di Stato è scritto che
La vendita dei biglietti è riservata ai punti vendita autorizzati, di cui possono far parte le ricevitorie del lotto, i tabaccai, le aree di servizio autostradali, i bar, le edicole ed altre categorie.
Non è dato sapere se per “altre categorie” si intendano anche i centri commerciali.
antonino monteleone
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Tag: acquerelli, centro commerciale, crisi economica, gratta e vinci, kinder colazione più, monopoli di stato, nutella, operaio, potere d’acquisto, quiiper, reggio calabria, stipendio
Questo articolo è stato pubblicato il Mercoledì, 19 Novembre 2008 alle 23:04 e classificato in belpaese, controinformazione, io, me, reggio calabria. È possibile seguire tutte le repliche a questo articolo tramite il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, oppure fare il trackback dal tuo sito.
20 Novembre 2008 alle 16:04
E delle buste con la pubblicità che portiamo in giro al prezzo di 5 centesimi l’una? Che ne dici? Io penso che da un punto di vista ecologico sia giusto pagarle così magari ce le portiamo da casa riciclando ma che almeno siano bianche e anonime!
20 Novembre 2008 alle 23:02
“La fortuna mi è amica … più lavoro e più mi aiuta”