Archive for March 13th, 2009

Un intervento di Graziano Marasco

"Ho inviato un curriculum da Psicologa, specializzazione di 4 anni, corsi vari, esperta nel campo dell’autismo e mi ritrovo a fare l’Operatore Socio Assistenziale".

Graziano Marasco. Foto da Facebook

Comincia così un lungo commento lasciato da una ragazza su un sito dedicato ai professionisti del sociale dove si affrontano le problematiche inerenti al lavoro che gli operatori riscontrano lungo il loro cammino da professionisti.
Parlare oggi di sociale significa affrontare un discorso molto problematico, non solo per i cittadini/utenti che hanno bisogno delle prestazioni per affrontare le problematiche inerenti a handicap, terza età, disagio minorile e familiare, tossicodipendenza e psichiatria, ma soprattutto per i professionisti che si apprestano ad operare in un settore troppo avaro di opportunità lavorative o almeno per ciò che effettivamente si vorrebbe fare.
Psicologi, Psicoterapisti, Pedagogisti, Assistenti Sociali, Sociologi, sono solo alcune delle professioni che spesso vengono dimenticate per far posto a professioni, seppur essenziali, prive di metodologia e tecnica proprie dei professionisti del sociale.
In un mondo pieno di problematiche psico-sociali, dalla prostituzione alla xenofobia, dall’alcolismo alla droga, dal disagio mentale a quello sociale, dalla pedofilia al maltrattamento minorile, si è considerato utile tagliare fondi nel sociale per indirizzarli verso altri settori che, seppur utili, non corrispondono al reale bisogno di una popolazione sempre più al baratro.
Così molti enti pubblici, di terzo settore, associazioni di volontariato "respingono" molte richieste lavorative perchè non sono in grado di accollarsi un contratto a tempo indeterminato ed assumere personale qualificato, stornando le richieste verso lavori più flessibili e meno gravosi dal punto di vista fiscale. Anche se ci fosse la possibilità di lavorare si instaurerebbe sempre un rapporto precario e a tempo determinato.
Molte categorie che fanno capo a tali professionisti (sindacati, ordini professionali, società scientifiche) lamentano da molto tempo la penuria del lavoro e contestano i rapporti che si instaurano tra i professionisti e gli enti. Basti pensare che sono tante le cause di lavoro che vengono affrontate per via dell’illegittimità dei contratti lavorativi. Molti pur lavorando a progetto senza vincoli e in forma autonoma, si sono ritrovati dei veri e propri rapporti di dipendenza.
Spostando il raggio verso la specificità delle professioni bisogna evidenziare come molti professionisti , oltre ai relativi anni universitari per il conseguimento della Laurea, continuano la loro formazione attraverso corsi di specializzazione a pagamento, master universitari, corsi di aggiornamento e il difficilissimo superamento dell’esame di stato per l’iscrizione all’albo professionale. I più penalizzati sono la categoria degli Psicologi che, rispetto alle altre professioni, hanno una richiesta quasi nulla.
In un welfare state sempre più spostato verso la riformulazione dell’offerta sociale attraverso il reale bisogno dei cittadini e le adeguate risposte delle istituzioni, affossare la professione del sociale per quella più generica di semplice operatore, oppure non identificare bene i ruoli, significherebbe distruggere quel poco che è stato fatto per la ricostruzione del benessere collettivo.
Una risposta a queste problematiche è stata attivata da poco in Senato con un disegno di legge volto a tutelare e rafforzare la professione di assistente sociale, attraverso la ridefinizione organica della professione di assistente sociale e assistente sociale specialista,in maniera tale che molti operatori non si improvvisino professionisti nel sociale, in questo caso assistenti sociali, e allargando le opportunità di lavoro per questa categoria di professionisti.
Adesso si aspettano risposte per la categoria degli Psicologi, dei Pedagogisti e dei Sociologi.

MARASCO GIUSEPPE GRAZIANO

Siti di interesse:
www.sunas.it
www.cnoas.it
www.ordascalabria.it
www.serviziosociale.com