Morti per amianto a Crotone. I responsabili Montedison sapevano. Bastardi dovete pagare tutto!!!
Otto persone, tra direttori e responsabili della sicurezza e della sanità del vecchio stabilimento chimico Montedison di Crotone, succedutesi negli anni, hanno ricevuto dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone un avviso di conclusione delle indagini circa i gravi danni alla salute provocati dall’utilizzo dell’amianto all’interno dello stabilimento.

La Procura sostiene che le otto persone, accusate di omicidio colposo plurimo e disastro colposo, sono responsabili del decesso, causato da mesotelioma pleurico, di cinque lavoratori dello stabilimento e delle mogli di altri due operai, venute in contatto con le polveri d’amianto attraverso gli indumenti di lavoro dei mariti. Le morti sono avvenute tra il 1998 e il 2006.
Secondo gli inquirenti, le otto persone erano a conoscenza dei gravi danni provocati dall’amianto ai lavoratori che non sarebbero stati informati e sottoposti a controlli sanitari. Né ai lavoratori sarebbero stati forniti efficaci mezzi di protezione e sistemi idonei per impedire la diffusione delle polveri d’amianto.
Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Raffaele Mazzotta, durante un incontro con i giornalisti, ha detto che ‘quella che abbiamo accertato e’ solo la punta dell’iceberg’, illustrando l’indagine, nata nel 2001 da un’inchiesta giornalistica del bisettimanale ‘il Crotonese’.
“Un’indagine – ha aggiunto il procuratore Mazzotta – troppo complessa e lunga per concludersi oggi. Una indagine suscettibile di ulteriori sviluppi per ciò che riguarda il numero delle vittime causate dall’amianto e i luoghi in cui è stato smaltito”. La fibretta d’amianto in polvere, veniva usata nel reparto forno fosforo, anche se negli anni sessanta era stata ormai scientificamente confermato il nesso micidiale fra l’esposizione all’amianto e il cancro. Il forno fosforo venne attivato il 14 dicembre del 1960 e fino al 1993 lavorò tranquillamente. Si tratta di un indagine complessa alla luce delle numerose ragioni sociali che nel tempo si sono alternate, inizialmente si trattò di Montecatini Società Generale per l’Industria Mineraria e chimica, Montecatini Edison Spa, Ausimont spa, Cledia srl, Alessandria Ausidet spa, Ausidet srl.
E ancora: Enimont Augusta Industriale spa, Enimont Augusta Industriale srl, Enichem Augusta Industriale srl, Fosfotec srl.
Come detto tutte ragioni sociali diverse ma la produzione era per tutti uguale: fertilizzanti. In questo filone di indagine viene contestato anche il reato di disatro colposo per omessa informazione ai lavoratori sui rischi che correvano, mancati controlli sanitari e misure di prevenzione non adottate. Nel 1961 una legge imponeva alle aziende la stipula di un’assicurazione specifica ma Montedison ritenne di non prenderla in considerazione.
Secondo quanto sostenuto dall’Ispettore Savoia nel corso della conferenza stampa in Procura, basta una sola fibra d’amianto e se nell’individuo c’è anche una piccola predisposizione anche dopo 30-40 anni l’esito può essere letale. Sulla base di alcuni dati nel ’98, nel 2001 e 2002 furono 60coloro che operavano al forno fosforo morti di tumore. Un indagine che si è rivelata difficile anche per l’assenza di un registro di tumori nella provincia di Crotone. Come si sa in Italia sono 31 i registri attivi e tutti di carattere volontaristico.
Il Procuratore Mazzotta ha tale proposito ha incaricato la Guardia di Finanza di appurare a che punto è l’istituzione del registro, il cui protocollo d’intesa tra Crotone e Cosenza è stato siglato il 02 ottobre 2008 e per il quale è stata nominata una responsabile dell’Azienda Sanitaria di Cosenza la quale ha attivato le procedure per la sua realizzazione. La mancanza del registro dei tumori ha reso più difficile l’individuazione delle patologie tumorali. Si ritiene infatti che l’esposizione all’amianto sia la causa dell’insorgenza delle patologie tumorali ed in particolare del “mesotelioma pleurico”. Poiché le vittime purtroppo sono molte di più di quelle che attualmente risultano, diventa necessario l’aiuto delle famiglie degli operai che lavorarono all’ex Montedison.
Un aiuto importante per la procura poiché consentirà ma per trovarle ora abbiamo bisogno dell’aiuto delle famiglie. Sono sicurissimo che da domani l’elenco si allungherà”.
Un’indagine resa possibile dall’intensa attività svolta dal NISA un’aliquota specializzata in tematiche ambientali e di cui la Procura di Crotone si avvale viste le sue grandi peculiarità. Un’indagine importante che pone ancora una volta in risalto come il territorio crotonese per decenni sia stato violentato. Un territorio che paga un prezzo altissimo ha sostenuto il Procuratore Mazzotta nel corso della conferenza stampa.
(Fonte: Antonella Marazziti)
La Procura sostiene che le otto persone, accusate di omicidio colposo plurimo e disastro colposo, sono responsabili del decesso, causato da mesotelioma pleurico, di cinque lavoratori dello stabilimento e delle mogli di altri due operai, venute in contatto con le polveri d’amianto attraverso gli indumenti di lavoro dei mariti. Le morti sono avvenute tra il 1998 e il 2006.
Secondo gli inquirenti, le otto persone erano a conoscenza dei gravi danni provocati dall’amianto ai lavoratori che non sarebbero stati informati e sottoposti a controlli sanitari. Né ai lavoratori sarebbero stati forniti efficaci mezzi di protezione e sistemi idonei per impedire la diffusione delle polveri d’amianto.
Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, Raffaele Mazzotta, durante un incontro con i giornalisti, ha detto che ‘quella che abbiamo accertato e’ solo la punta dell’iceberg’, illustrando l’indagine, nata nel 2001 da un’inchiesta giornalistica del bisettimanale ‘il Crotonese’.
“Un’indagine – ha aggiunto il procuratore Mazzotta – troppo complessa e lunga per concludersi oggi. Una indagine suscettibile di ulteriori sviluppi per ciò che riguarda il numero delle vittime causate dall’amianto e i luoghi in cui è stato smaltito”. La fibretta d’amianto in polvere, veniva usata nel reparto forno fosforo, anche se negli anni sessanta era stata ormai scientificamente confermato il nesso micidiale fra l’esposizione all’amianto e il cancro. Il forno fosforo venne attivato il 14 dicembre del 1960 e fino al 1993 lavorò tranquillamente. Si tratta di un indagine complessa alla luce delle numerose ragioni sociali che nel tempo si sono alternate, inizialmente si trattò di Montecatini Società Generale per l’Industria Mineraria e chimica, Montecatini Edison Spa, Ausimont spa, Cledia srl, Alessandria Ausidet spa, Ausidet srl.
E ancora: Enimont Augusta Industriale spa, Enimont Augusta Industriale srl, Enichem Augusta Industriale srl, Fosfotec srl.
Come detto tutte ragioni sociali diverse ma la produzione era per tutti uguale: fertilizzanti. In questo filone di indagine viene contestato anche il reato di disatro colposo per omessa informazione ai lavoratori sui rischi che correvano, mancati controlli sanitari e misure di prevenzione non adottate. Nel 1961 una legge imponeva alle aziende la stipula di un’assicurazione specifica ma Montedison ritenne di non prenderla in considerazione.
Secondo quanto sostenuto dall’Ispettore Savoia nel corso della conferenza stampa in Procura, basta una sola fibra d’amianto e se nell’individuo c’è anche una piccola predisposizione anche dopo 30-40 anni l’esito può essere letale. Sulla base di alcuni dati nel ’98, nel 2001 e 2002 furono 60coloro che operavano al forno fosforo morti di tumore. Un indagine che si è rivelata difficile anche per l’assenza di un registro di tumori nella provincia di Crotone. Come si sa in Italia sono 31 i registri attivi e tutti di carattere volontaristico.
Il Procuratore Mazzotta ha tale proposito ha incaricato la Guardia di Finanza di appurare a che punto è l’istituzione del registro, il cui protocollo d’intesa tra Crotone e Cosenza è stato siglato il 02 ottobre 2008 e per il quale è stata nominata una responsabile dell’Azienda Sanitaria di Cosenza la quale ha attivato le procedure per la sua realizzazione. La mancanza del registro dei tumori ha reso più difficile l’individuazione delle patologie tumorali. Si ritiene infatti che l’esposizione all’amianto sia la causa dell’insorgenza delle patologie tumorali ed in particolare del “mesotelioma pleurico”. Poiché le vittime purtroppo sono molte di più di quelle che attualmente risultano, diventa necessario l’aiuto delle famiglie degli operai che lavorarono all’ex Montedison.
Un aiuto importante per la procura poiché consentirà ma per trovarle ora abbiamo bisogno dell’aiuto delle famiglie. Sono sicurissimo che da domani l’elenco si allungherà”.
Un’indagine resa possibile dall’intensa attività svolta dal NISA un’aliquota specializzata in tematiche ambientali e di cui la Procura di Crotone si avvale viste le sue grandi peculiarità. Un’indagine importante che pone ancora una volta in risalto come il territorio crotonese per decenni sia stato violentato. Un territorio che paga un prezzo altissimo ha sostenuto il Procuratore Mazzotta nel corso della conferenza stampa.
(Fonte: Antonella Marazziti)