Intervista all'Assessore Provinciale Salvatore Cosimo a cura di Giuseppe Pipita
Per gentile concessione del giornalista Giuseppe Pipita pubblico due articoli già apparsi sul Crotonese n°. 89 del 17-19 Novembre 2009.
L’assessore Salvatore Cosimo dice che da quando si è insediato, non avendo moglie e figli cui provvedere, si è sposato con la Provincia. Cosimo, ingegnere di 35 anni, ha sulle spalle alcune delle deleghe più delicate della Provincia: lavori pubblici, viabilità ed infrastrutture, pianificazione territoriale, urbanistica, protezione civile. Settori nei quali si gestisce la parte più importante del bilancio dell’ente intermedio, ma anche le tante difficoltà e problemi generati di conseguenza.
Ed infatti, prima, durante e dopo l’intervista che segue ha continuato a ricevere persone, raccogliere lamentale ascoltare pareri su progetti.
Lei è un amministratore esordiente: come si è approcciato all’incarico assegnato e alle tante deleghe ricevute?
“All’indomani della mia nomina ad assessore la prima cosa che ho fatto è stata quella di cominciare a riorganizzare i settori di mia competenza. Sicuramente il lavoro più complesso era quello della viabilità che è una delle prerogative principali delle Province. La situazione che ho trovato non era certo delle migliori”.
In che senso?
“Gli ultimi anni sono stati molto difficili per l’organizzazione dei vari settori della Provincia. Probabilmente le diatribe interne al Pd hanno portato ad interessarsi più delle beghe personali che dei problemi del territorio. Il settore viabilità, in questo contesto, è risultato il più penalizzato. Innanzitutto l’organico è sceso dai circa 100 cantonieri che l’ente aveva a disposizione tra il 95 ed il 2003 ai 57 attuali. Abbiamo un parco mezzi vetusto e, soprattutto, ci siamo trovati con i fondi del capitolo relativo alla manutenzione delle strade al minimo: pensi che dai 2 miliardi di lire degli anni stanziati per la manutenzione tra il 1995 ed il 2003, nel bilancio della precedente amministrazione provinciale abbiamo trovato appena 360 mila euro. A questo si aggiunga che le strade sono in condizioni pessime”.
Scusi, ma come sono stati usati i soldi che mancano se le strade della Provincia sono messe male?
“Come siano stati usati non lo so, non ho avuto il tempo di verificare. Posso dire che il nostro impegno sarà quello di rimpinguare questo capitolo perché ci sembra che la manutenzione sia essenziale per il funzionamento delle infrastrutture. Per esempio se si fossero puliti adeguatamente i fossi e le cunette i danni arrecati dalle piogge abbondanti di fine settembre sarebbero stati almeno il 50 per cento in meno. Sto riorganizzando ogni settore nelle mie competenze e per ognuno ho preparato dei piani di lavoro di medio e lungo periodo e anche di breve. Ad esempio, una cosa secondo me rivoluzionaria nella viabilità, per il risparmio economico e di tempi che ne consegue, è quello di aver autorizzato i tecnici della Provincia ad utilizzare direttamente, e senza autista, i mezzi della Provincia per recarsi sui cantieri. Da parte mia, invece, essendo anche ingegnere, sto facendo dei sopralluoghi casuali nei vari comuni per verificare il lavoro dei cantonieri”.
Lei ha parlato di opere pubbliche: non si può nascondere che la precedente amministrazione vi ha lasciato diversi cantieri aperti, ma anche diversi problemi. Andiamo per ordine cominciando con la strada del petilino che abbiamo visto realizzata solo in pubblicità?
“Intanto dico che quasi tutte le opere che abbiamo trovato sono gravate da contenziosi delle ditte. Per quanto riguarda la strada del petilino per completarla servono risorse economiche perché c’è un grosso problema, costituito da un movimento franoso con un fronte di circa 400 metri e altri smottamenti più piccoli che non permettono di completare l’opera. La giunta Iritale ha fatto bene all’epoca a dare mandato all’Unical di studiare la frana dal punto di vista geologico. All’azienda appaltatrice abbiamo chiesto di proseguire i lavori a monte della frana in modo da non fermare l’opera”.
Quanti soldi servono?
“Ci basterebbe avere le economie di gara di circa 2,9 milioni di euro”.
Per fare cosa, spostare la strada?
“No, per risolvere il problema con un’opera d’arte che contenga il movimento franoso”.
Questi soldi sono già nelle vostre disponibilità?
“Magari. Ci deve autorizzare la Regione in quanto il progetto è finanziato con un Apq. Abbiamo chiesto di avere la disponibilità di questi soldi ed anche di quelli relativi alle economie di gare della strada Cotronei-ss 107 che ammontano a circa 6 milioni di euro”.
Lei non continua, vuol dire che la Regione non vi ha risposto?
“Esatto. In questo periodo, vede (Cosimo mostra un mazzo di lettere indirizzate agli assessori regionali, nda) sto scrivendo molto per chiedere questi soldi. A me pare che alla Regione questo territorio non interessi visto che i vari assessori, continuano a darmi risposte elusive o, addirittura a non ricevermi. Io continuo, però. Non mi fermo perché penso che un territorio non vada penalizzato solo perché chi lo amministra è di un altro colore politico”.
Viene un dubbio: ma queste economie, circa 9 milioni di euro, sono per caso finite altrove?
“Io ho il dubbio invece che questi soldi la Regione se li sia presi per utilizzarli nelle aree di Catanzaro e Lamezia”.
Insomma, per la strada del mare siamo nelle mani della Regione, ma per quella di Cotronei?
“A Cotronei è stato fatto un buon lavoro rispetto alla media generale. I problemi sono stati causati dal maltempo che ha creato qualche ritardo che è stato anche dovuto alla definizione di un accordo bonario che abbiamo dovuto fare con l’azienda a causa dell’aumento del costo del ferro. Le economie che abbiamo richiesto ci servono anche per coprire parte di questo accordo. Se arrivano i soldi la strada di Cotronei sarà completata in tre mesi”.
Proseguiamo, restando sempre nel marchesato: il restauro del teatro di Petilia i cui lavori sono stati inaugurati in campagna elettorale ma non sono mai stati effettivamente avviati?
“Anche noi pensavamo che fosse tutto a posto, ma abbiamo riscontrato alcuni problemi tecnici legati alla progettazione. Li abbiamo superati e lo scorso 3 dicembre abbiamo consegnato i lavori. Adesso tocca alla ditta eseguirli cercando di rispettare i tempi”.
Terme di Cotronei, a che punto siamo?
“Lasciando da parte le beghe politiche, posso dire solo che stiamo dando supporto al Comune per non far perdere i soldi”.
Però, i soldi delle terme li avete stornati per altre opere?
“Tenere fermi i soldi per un’opera oberata da vincoli che devono ancora essere superati è inutile. Allora usiamoli per fare delle opere necessarie. Poi, quando i divieti saranno superati, rimetteremo i soldi nel capitolo”.
Un’altra opera piena di problemi che vi è rimasta in eredità è quella relativa al recupero della piscina ex Coni a Crotone: l’appalto è bloccato. Cosa intende fare?
“Stiamo studiando il problema, abbiamo due opzioni sulle quali stiamo lavorando e che saranno rese note al momento opportuno”.
Lei ha parlato di riorganizzazione dei settori di sua competenza: come si sta muovendo nel campo della protezione civile?
“Ho incontrato gli operatori di protezione civile, i vigili del fuoco, le associazioni. Il sistema c’è ma bisogna organizzarlo meglio per questo è mia intenzione creare al più presto una sala operativa. Il mio obiettivo in questi cinque anni è creare una protezione civile che funzioni utilizzando le eccellenze che esistono e vanno supportate, ma anche e soprattutto sistemando ciò che non funziona perché anche in questo settore le pecore nere non mancano”.
Altra delega in suo possesso è quella dell’urbanistica: cosa ci dobbiamo aspettare?
“Abbiamo cominciato a lavorare al piano di coordinamento provinciale, una sorta di piano regolatore generale dell’intero territorio. Il nostro compito sarà quello di essere da supporto ai comuni e per questo abbiamo già creato un gruppo di lavoro per realizzare una mappa di tutti i vincoli esistenti nel nostro territorio che sia di utilità alle amministrazioni comunali per concedere autorizzazioni o realizzare opere che non siano gravate da divieti. Su tutte le deleghe, me lo lasci dire, mi sto muovendo, su input e verifica del presidente Zurlo, dialogando con gli attori dei settori. Ho riaperto il dialogo con l’Ance (i costruttori edili), ho incontrato gli ordini professionali, le associazioni. Lavoro fianco a fianco con i tecnici della Provincia. Ricevo tutti anche senza appuntamento. Del passato mi interessa tanto quanto: adesso dobbiamo essere propositivi”.
GIUSEPPE PIPITA
La Regione Calabria deve ancora cinque milioni di euro alla Provincia di Crotone necessari a pagare i danni causati dal maltempo tra fine dicembre 2008 e gennaio 2009. Cinque milioni che mancano all’appello non tanto dell’ente intermedio quanto delle imprese crotonesi che hanno lavorato per la sistemazione dei danni. Nel corso dell’intervista all’assessore Cosimo siamo stati diretti testimoni delle rimostranze di un’azienda specializzata, che per la sistemazione di alcune frane avanza ancora la somma di 140 mila euro. Il lavoro di quindici operai di questa ditta dipende da questa somma che ancora, a distanza di dieci mesi dalla deliberazione dello stato di calamità e degli annunci di Loiero, non è stata stanziata dalla Regione.
“Sono tutti lì – dice l’assessore Cosimo mostrando la pila degli interventi effettuati ad inizio anno ed ancora da pagare alle aziende.- Aspettiamo la Regione anche in questo caso e, purtroppo, con noi aspettano tante aziende che si trovano ora in difficoltà”.
Il timore degli amministratori provinciali è che lo stesso ritardo possa accadere per i lavori di somma urgenza realizzati dopo le frane e i danni causati dal maltempo di fine settembre: “La Provincia di Crotone – dice Cosimo – ha deliberato la richiesta di stato di calamità il 28 settembre, il giorno dopo gli eventi alluvionali; la Regione lo ha fatto venti giorni dopo, il 19 ottobre, ma ancora non è stato deciso alcunché. So solo che sia noi che i Comuni abbiamo necessità di avere i soldi di gennaio e di settembre per pagare le aziende. Abbiamo proposto alla Regione di stralciare dei fondi dal capitolo della Protezione civile (150 milioni) in modo da cominciare a pagare qualcosa degli arretrati”.
Cosimo sottolinea anche che i lavori eseguiti dalla Provincia per la sistemazione delle strade danneggiate da frane e pioggia possono catalogarsi come interventi definitivi: “Non abbiamo fatto lavori per tamponare l’emergenza, ma insieme ai tecnici della Provincia, abbiamo realizzato opere che risolvono il problema. Ci sono stati circa cento interventi realizzati per una spesa che si aggira intorno al milione e mezzo di euro. Interventi per i quali soprattutto i sindaci dei comuni di centrosinistra, a dimostrazione che a noi interessa il territorio non il colore politico, ci hanno ringraziato pubblicamente: come quelli sulle provinciali di Belvedere Spinello e Verzino, di Savelli, Umbriatico. A San Mauro abbiamo fatto un nuovo ponte a tre luci in meno di un mese, allargando anche la corsia. Tutte le strade danneggiate sono state riaperte, certo per alcune servono dei ritocchi come la bitumazione, ma l’importante al momento è che si passi. Appena disporremo delle cifre necessarie completeremo le opere”.
GIUSEPPE PIPITA