Dedicata a quella che non mi ascolta!!!
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don Vi(r)gilio Covi tratta da http://www.cinquepani.it e che voglio condividere con voi non prima di averla dedicata, per similitudine, a Marta-Mimma!
Due sorelle abitano la stessa casa. Esse la rendono accogliente con la loro presenza ed il loro amore.
In un giorno fortunato della loro vita Gesù passa nel paese. Esse non si lasciano sfuggire l’occasione e l’invitano.
È Marta colei che fa gli onori di casa: ella lo accoglie.
Il suo nome stesso le dà precedenza. Marta, infatti, nella sua lingua significa “padrona”!
Da vera padrona di casa quale era, ella organizza l’accoglienza. Per l’ospite d’eccezione, eccezionali servizi!
Me la immagino, con facilità a dire il vero, perché l’ho vista molte volte quando anch’io sono stato invitato ed accolto.
Mi immagino i suoi ragionamenti: “Io ora sono importante. Io ho invitato Gesù! Io devo fare in modo che Lui si trovi bene, che non Gli manchi nulla. Io so cosa ci vuole in questi casi. Io mi metto a preparare… Se non ci fossi io…”.
Sicuramente Marta fa tutto questo per amore, per amore di Gesù. Ella lo ama, con tutto il suo cuore e tutte le sue energie.
Ma ella non si accorge che per amarlo ha cominciato ad essere attenta a se stessa, è stata in ascolto di sé, ha deciso da sola senza interpellare nessuno. In una parola si potrebbe dire che ha dato vita ad un amore egocentrico, ha dato il via al proprio io. Non se ne accorge e continua.
Anche Maria ama Gesù. Lei non è la padrona. Ella sviluppa un altro genere di amore per Colui che è entrato in casa. Mi immagino il suo ragionamento interiore: “Gesù sta ubbidendo al Padre. Venendo qui Egli ha uno scopo. Chissà perché ha accettato il nostro invito. Forse vuol dirmi una sua preoccupazione. Certamente mi aiuterà a conoscere la Volontà di Dio…”.
Maria è attenta a Gesù, al Suo desiderio, a quanto c’è nel suo cuore. Non le importa nulla di se stessa, non si preoccupa di far bella figura: le importa Gesù!
L’amore di Marta per Gesù parte dall’io, l’amore di Maria parte dal “Tu”.
Il loro rapporto con Gesù può rappresentarmi benissimo due modi diversi di pregare. Preghiera infatti è il rapporto che curiamo o trascuriamo col nostro Dio, attraverso Gesù, suo Figlio! Marta nel suo rapporto con Gesù fa da padrona di casa: Egli è l’ospite.
Maria tratta Gesù da padrone di casa ed ella si considera sua ospite. Gli lascia tutta l’iniziativa, gli permette di esprimere i suoi desideri e di realizzare gli scopi per cui Egli ha pensato di venire. Ella è pronta ad ubbidire.
Una domanda mi s’impone, dopo aver considerato come le due sorelle amano Gesù. Da quale delle due Gesù si è sentito accolto e amato?
L’amore di Marta era indirizzato a soddisfare le eventuali necessità corporali di Gesù: fame, sete, riposo. L’amore di Marta s’era accorto di queste realtà e si dava da fare per togliere all’ospite questi incomodi.
L’amore di Maria era attento allo spirito, a cose più profonde, ai desideri del cuore.
Gesù non è venuto per farsi servire, ma per servire, per dare Egli stesso un cibo ed una bevanda ed un riposo che soddisfino il cuore dell’uomo.
Marta, con superficialità, è attenta alle cose, Maria al cuore.
Gesù ha sentito che Marta stava accogliendo la sua presenza fisica, Maria la sua presenza spirituale.
Marta voleva arricchirlo, Maria accettava di essere arricchita da Lui.
Marta vedeva se stessa importante per Gesù, Maria vedeva Gesù importante per se stessa!
Marta voleva esser protagonista dell’amore; Maria, lasciandosi amare, lasciava che Gesù ne fosse l’autore!
Il genere di amore diverso delle due sorelle ha diverse conseguenze.
L’amore di Marta, amore egocentrico, porta questa donna a vedere gli altri con occhi interessati. E l’interesse non è quello del Regno di Dio!
Marta vede il fatto che Maria sta ad ascoltare Gesù come una pigrizia e, di conseguenza, il colloquio di Gesù con lei come tempo perso. Gesù stesso viene visto da Marta come uno che non vede il suo superlavoro, che non s’accorge della pigrizia della sorella Maria, che non si cura di ciò con cui ella è impegnata. Marta, amando Gesù a quel modo, arriva al giudizio, alla critica e all’accusa della sorella, anzi, addirittura al giudizio di Gesù stesso. “Non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire?”.
L’io, ascoltato nella decisione sul cosa fare all’arrivo di Gesù, rimane anche ora il centro dell’attenzione: “mi ha lasciata sola”! Marta vede se stessa. Le importa la propria decisione, le importa portar a termine quanto lei ha progettato. La sorella viene vista come serva delle sue azioni: “che mi aiuti”!
Le decisioni di Marta sono più importanti dei desideri di Gesù! L’amore di Marta per Gesù è un amore che la trascina a vedere nella Sua visita un’occasione per “autorealizzarsi”, per dimostrare le proprie capacità e doti di brava casalinga, di solerte lavoratrice!
Le conseguenze sono distruttive: ella distrugge il Regno di Dio nella propria casa! Gesù non è più il centro dell’attenzione, la pace s’è allontanata dal suo cuore, che si è agitato e preoccupato e impermalosito e – forse – ingelosito: il suo cuore è diventato recipiente di spiriti negativi, tanto diversi dallo Spirito Santo! Lo Spirito Santo porta l’uomo a stimare gli altri superiori a sé, a prendere i desideri di Gesù come propria volontà, a mettere il Figlio di Dio al centro proprio come fa il Padre, che Gli ha dato ogni potere. Marta invece mette al centro se stessa, accusatrice e preoccupata. Le cose, i servizi, le occupano il cuore completamente.
Marta si riduce a questo stato di cose.
Inoltre, altra conseguenza, riesce a ritenere se stessa più sapiente di Gesù e si permette di comandargli: “Dille che mi aiuti”. Continua ad esser padrona di casa, padrona nel senso deteriore. Dice a Gesù quel che Egli deve fare, gli comanda come comportarsi con la sorella.
Può Gesù essersi sentito amato da Marta?
Certamente s’è sentito giudicato. Ha percepito che la propria attenzione verso Maria era disprezzata, che la propria presenza era diventata occasione di malumore e di accusa. La Sua presenza aveva risvegliato uno spirito egocentrico che si è messo in bella mostra di sé. È proprio vero che Gesù è il segno di contraddizione per svelare i pensieri dei cuori.
È venuto alla luce un atteggiamento contrario a Dio, perché contrario all’amore vero, atteggiamento che stava nascosto in Marta. I frutti manifestano che quel tipo di amore preoccupato di far bella figura e preoccupato di fare come ella ha pensato non è l’Amore del Padre!
L’amore di Maria, amore che l’aveva portata ad ascoltare, ad attendere da Gesù i segni dei suoi desideri, ha portato frutto diverso.
Maria tace. Ella rimane attenta a Gesù. Non si lascia prendere dall’inquietudine della sorella, né si difende dalla sua accusa, né si lamenta del suo giudizio. Ella rimane in ascolto di Gesù, disponibile ai suoi cenni.
Il suo cuore rimane così nell’amore. La presenza di Gesù rimane per lei più significativa e importante di quella di Marta. Non le importa di esser giudicata dagli uomini. Il suo amore per Gesù conserva in lei il dono del «santo timor di Dio». Ella rimane “indifferente” a quanto in sua sorella non è mosso dallo Spirito Santo. Non permette a quello spirito inquieto di entrare nel suo cuore per portarvi fretta e distrazione. Ella rimane dipendente da Gesù e lascia a Lui la propria difesa. Se Gesù le dicesse di alzarsi per aiutare Marta, sarebbe pronta a farlo senza tentennamenti. Il primato che Gesù ha nel suo cuore e che la mette in ascolto produce in lei una disponibilità e una generosità insospettata. Il Vangelo non lo dice, ma lo dice l’esperienza che i cristiani vivono quotidianamente.
Quando sono in atteggiamento di ascolto e di contemplazione di Gesù, sono disponibile a chiunque, disponibile ad amarlo ed aiutarlo: mi basta un cenno, interiore od esteriore, che mi lasci intravedere che quello è il desiderio del Signore. E la disponibilità diventa per di più disinteressata, perché non dipende dalla richiesta dell’uomo, ma dall’obbedienza a Dio.
È quanto notiamo nella esperienza della Madre di Gesù: l’attenzione e l’ascolto di Dio l’ha portata ad esser disponibile al servizio di Elisabetta; e per di più a compiere questo servizio con gioia ed esultanza! L’attenzione a Dio le ha riempito l’anima e ha dato a tutta la sua vita la trasparenza di Dio! L’amore paterno di Dio ha trovato in Lei spazio e concretezza.
Quando lascio la parola a Gesù e faccio quel che Egli mi dice, Egli stesso s’impegna per me.
Se mi dice di pregare, prego; se mi dice di lavorare, lavoro: non m’importa valutare da solo le cose, il da farsi. Sto in ubbidienza e allora la mia presenza è presenza divina. Anche Gesù infatti si comporta così col Padre!
Per questo comprendiamo come Gesù stesso difenda Maria ed Egli apprezzi la disponibilità di questa sorella: è una disponibilità divina, quella del Figlio!
Gesù la chiama: «la parte buona»! E sappiamo da Gesù stesso che questo aggettivo va attribuito solo a Dio: Dio solo è buono! Maria ha scelto la parte di Dio! Ha scelto per sé di far quello che fa il Figlio di Dio: Egli osserva il Padre, per fare solo ciò che vede fare da Lui e lo ascolta per ubbidirlo. Ha scelto di lasciarsi amare da Lui lasciandosi guidare da Lui. Che cosa può esserci di meglio? Che cosa è più sapiente? Questa parte non potrà esser sostituita da nulla di meglio. Nemmeno nell’eternità ci sarà qualcosa di più.
Gesù, dono di Dio, mandato dal Padre, è l’Assoluto per noi. La tentazione di trovare nel nostro ragionamento e nelle nostre abitudini qualcosa di. importante, tale da condizionare l’ascolto di Dio, è sempre presente e insidia l’uomo di oggi. Lo fa diventare, come Marta, preoccupato e affannato per troppe cose.
Preoccuparsi e a affannarsi delle cose è allontanarsi da Dio: è segno della dimenticanza della sua presenza e della sua importanza, e porta il frutto dell’inquietudine, della paura, del timore degli uomini!
La parte che spetta all’uomo è la parte di figlio: il figlio ascolta, ubbidisce, ha confidenza e disponibilità. Il frutto è serenità, sicurezza, è pienezza di gioia e libertà. il figlio sa che il Padre si occupa di lui più di quanto si occupi dei passeri, e perciò sta nella pace. E la pace gli permette di ascoltare Gesù, di donargli tutta l’attenzione e tutto l’affetto del cuore, tanto da diventare una sola cosa con Lui!
Questo è il mio desiderio e questo è il meglio per ogni uomo, lo scopo di ogni preghiera, il fine di ogni desiderio: diventare una sola cosa con Gesù!
La preghiera che m’aiuta ad entrare in Lui è preghiera, quella che mi lascia distante da Lui è parvenza di preghiera. L’episodio di Marta e Maria non mette in contrapposizione la preghiera al lavoro, l’azione alla contemplazione. Mette in luce quale dev’essere il vero rapporto con Dio, il vero amore per Gesù:
amore ubbidiente e disponibile a Lui!
In Gesù trova certamente equilibrio il bisogno di contemplazione e la necessità dell’azione! Dall’obbedienza a Gesù verrà una azione conseguente alla contemplazione e una contemplazione non disturbata dall’azione.
Egli stesso fa ciò che vede fare dal Padre!
Egli agisce contemplando!
Gesù è il centro d’ogni attenzione!