Archive for May 11th, 2011

Ecco chi verrà a Scandale a parlare per Scandale Democratica. Non ne possiamo più di questi vecchi politici di professione

MINNITI E QUEL FAVORE MOLTO STRETTO

Non contento di occuparsi solo della satira, Vincent ci ha inviato l’articolo che segue, scritto da FRANCESCA FOLDA

RIVELAZIONI
Le intercettazioni tra il braccio destro di D’Alema e il direttore della “GAZZETTA DEL SUD”

Uno stanziamento per il ponte tra Reggio e Messina. Chiesto da un giornalista-imprenditore all’ex sottosegretario alla Presidenza. Che e’ finito nel bel mezzo di un’inchiesta che fa tremare la Calabria e imbarazza i palazzi di Roma.
Marco Minniti. Foto dalla rete
Benvenuti a Reggio Calabria, anno 2000: la citta’ raccontata attraverso l’inchiesta sulla corruzione nella sanita’ pubblica, avviata da Boemi e dal sostituto procuratore Ettore Squillace Greco (ora trasferito alla procura di Prato). Squadra mobile e Ros dei carabinieri hanno seguito il filo di connivenze e favori che dalla cosca Audino portava ai vertici degli enti locali: dal direttore generale della asl, Francesco Cosentino, all’assessore regionale Aurelio Chizzoniti, eletto con il Patto Segni (agli arresti domiciliari per associazione a delinquere). Dal segretario provinciale ds Lillo Zappia all’ex presidente della giunta regionale Luigi Meduri, popolare (entrambi indagati).

Grande mediatore tra mafiosi e politici, secondo l’accusa, il giornalista Paolo Pollichieni, responsabile della redazione reggina della Gazzetta del Sud: per gli inquirenti era “capace di scatenare campagne di stampa a comando, di condizionare le decisioni della giunta regionale”. Ma anche di tessere trame tra la Sicilia e i palazzi romani.
Gli atti dell’inchiesta, divenuti pubblici con le 11 ordinanze di custodia cautelare firmate dal giudice Giampaolo Boninsegna, delineano un quadro di “malcostume politico-affaristico” e rivelano come uomini sospettati di essere referenti della ‘ndrangheta potessero dialogare con politici di rilievo nazionale. Primo tra tutti l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Marco Minniti (ora alla Difesa), originario di Reggio Calabria, dove torna spesso per il weekend.
E dove spesso incontrava Paolo Pollichieni: “La chiamo oggi perche’ sono qui a Scilla con Marco e la voleva salutare” dice il giornalista al proprio direttore, Nino Calarco, nel corso di una telefonata intercettata dagli investigatori il 30 luglio 1999. Il cellulare passa al politico diessino: “Il direttore… come stai?“. Si scherza, si parla, si ride, anche dei politici romani: dall’ex presidente Francesco Cossiga al segretario dell’Asinello Arturo Parisi.

Ma c’e’ di piu’. Calarco non esita a chiedere favori: “Senti una cosa… l’unica potenza che tu non riesci a esplicare… con questi maledetti burocrati del ministero dei Lavori pubblici… ancora questo decreto del bando non c’e’!”. Si tratta di un bando per il finanziamento della Societa’ Stretto di Messina: Calarco che ne e’ presidente, vorrebbe che fosse acquisita dall’Anas. Un tema gia’ trattato direttamente dal direttore della Gazzetta del Sud con il premier Amato, come dimostra il resto della conversazione.

Minniti: “Con Giuliano Amato come e’ andata?".
Calarco: “oh! Favoloso, favoloso… Pero’ il problema caro Marco e’ che bisogna trovare nella Finanziaria un po’ di spiccioli perche’ io debbo chiudere la societa’ perche’ non ho piu’ una lira! … Non e’ che e’ una grossa cifra… 4… 5 miliardi… “.

Per Minniti e’ “chiaro”.
Meno di dieci giorni piu’ tardi un nuovo contatto: poco prima delle 9 di sera, l’8 agosto, Pollichieni assieme all’amico Marco Minniti chiama il direttore della Gazzetta del Sud. Un breve scambio di saluti e si arriva al sodo.
Calarco spiega: “Ti volevo segnalare due cose… primo che in questa Finanziaria… qualche cosa la dovete inserire… L’altro e’ che Bargone rema contro… ancora… dice che e’ andato da D’Alema… a dire… ma quale, il ponte sullo Stretto!“. Dall’altro capo del telefono solo rassicurazioni: “Ho capito va boh… adesso vedo io…”.

Persino il generale dei carabinieri Francesco Delfino (condannato in primo grado per truffa ai danni dell’imprenditore sequestrato Giuseppe Soffiantini) in una telefonata intercettata il 9 settembre ’99 si rivolgeva a Pollichieni perche’ il sottosegretario si interessasse alla sua vicenda processuale. Conversazioni del genere non potevano non colpire gli inquirenti, gia’ sorpresi da fughe di notizie e inquietanti relazioni tra uomini della ‘ndrangheta e del Sisde. Immediata la richiesta di spiegazioni al braccio destro di D’Alema: Marco Minniti, che non compare tra gli indagati, ha confermato di conoscere non solo Pollichieni, ma anche Giovanni Minniti che gli era stato presentato dal giornalista come “imprenditore antimafia”. Tra i due, nonostante l’omonimia, nessun legame di sangue: solo una conoscenza definita “occasionale e superficiale”. Ma il sottosegretario non ha escluso di aver incontrato l’amministratore della Edilminniti a Roma, oltre che a Reggio Calabria.
Per quanto riguarda le conversazioni con Calarco, il politico diessino ha precisato: “L’interessamento richiestomi, che io ritengo legittimo nella sostanza, non nella forma, era finalizzato alla concessione di fondi per il pagamento degli advisor“. E’ proprio Marco Minniti a spiegare che il governo aveva stabilito di chiudere la vicenda relativa al progetto di un Ponte tra Calabria e Sicilia nominando esperti che ne stabilissero la fattibilita’. Per pagare questi consulenti era necessario finanziare la societa’ Stretto di Messina.

Devo precisare - ha aggiunto Marco Minniti “che lo stanziamento dei fondi era stato autonomamente previsto dal ministero del Tesoro proprio per il pagamento degli advisor”. E ha concluso: “Non mi sono piu’ interessato della questione Ponte sullo Stretto di Messina” ma “ritengo che con l’approvazione della Legge finanziaria sia stato concesso il finanziamento necessario al pagamento degli advisor”.

Sul generale dei carabinieri travolto dalle inchieste giudiziarie, il sottosegretario ha dichiarato: “Non mi sono mai interessato del generale Delfino anche se non ricordo se qualcuno mi abbia richiesto qualcosa“. Se tali erano i rapporti di Pollichieni con uno dei massimi esponenti della politica nazionale, non meraviglia il modo in cui il giornalista e l’imprenditore arrestato per mafia, Giovanni Minniti, trattassero gli amministratori locali. Gli inquirenti restano sconcertati dalla “silente arrendevolezza e accondiscendenza del segretario provinciale Zappia e del vicepresidente della giunta regionale Giuseppe Bova”; parlano di “una politica calabrese prigioniera, ingabbiata e soprattutto manovrata”. Al punto da allontanare un direttore generale della asl (Giuseppe Costantino, che non si era piegato alle intimidazioni mafiose) per mettere al suo posto Francesco Cosentino, detto “Ciccio mazzetta”, già  arrestato per concussione, legato alla massoneria di Vibo Valentia e contiguo agli interessi della ‘ndrangheta.

D’altra parte c’era un continuo scambio di favori tra l’imprenditore amico dei boss e i politici. “Sai perche’ ti chiamavo? Oggi come partito noi dobbiamo fare entro le 2 un versamento… Se tu ci potevi anticipare una somma” chiede il segretario provinciale ds Zappia a Giovanni Minniti, in una telefonata intercettata il 16 agosto 1999. Alla fine del mese, invece, Zappia telefona a un amico dell’Inail di Reggio Calabria.

Obiettivo: intercedere sulla moglie, dirigente dell’ufficio, perche’ “freni” l’ispettore che aveva multato per centinaia di milioni la Edilminniti. Le pressioni della funzionaria Inail sono puntualmente arrivate, ma l’ispettore e’ andato avanti per la sua strada. Fino al 18 marzo 2000 quando, mentre era in macchina con il figlio e il nipote, gli hanno sparato contro tre colpi di fucile. Dove non arrivava la politica, subentravano i boss.

(Fonte: censurati.it)

Berlusconi a Crotone bunga bunga con Dorina Bianchi? e i cittadini chiedono di sapere…

"Silvio, Crotone vuole sapere ma la Dorina te l'ha data?" e "Berlusconi a Crotone! mamme lasciate a casa le vostre bambine", con due lenzuoli così fatti alcuni cittadini crotonesi hanno contestato ieri pomeriggio, all'sterno del PalaMilone, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi giunto in città per sostenere Dorina Bianchi, candidata dell'Udc per il Pdl.
Lo striscione del bunga bunga tra Berlusconi e Dorina Bianchi a Crotone. Foto Rosario Rizzuto
In un eccesso di follia il Silviuccio nazionale, a corto di fosforo anche a Crotone, con la Dorina a fianco, ha attaccato l'Udc e Casini tanto da suscitare le ira e la risposta seccata del segretario dello stessa Unione di Centro, Cesa, che ha annullato la sua visita a Crotone prevista per oggi!

Follia di chi tutto vuole prendere senza poi stringere nulla.
Striscione contro Silvio Berlusconi a Crotone. Foto Rosario Rizzuto
Alla prima domanda dei ragazzi di Crotone, vicini al candidato a sindaco Andrea Arcuri dei "Stanchi dei soliti", Berlusconi ha risposto appena ha preso posto sul palco rialzato appositamente preparato per lui, affermando che quando ha deciso di venire in Calabria per questa campagna elettorale si è trovato a dover scegliere tra Cosenza, Reggio Calabria, Catanzaro, ma poi non è riusciuto a resistere al fascino di Dorina Bianchi; insomma lezioni di Bunga Bunga nel PalaMilone tra gente ASSURDA che applaudiva senza rendersi conto di quanto il nano malefico stesse dicendo.

Dopo il saluto di Silvio che era stato preceduto, visto il suo ritardo, da una premessa di Stano Zurlo (condita da tante cazzate) e da una di Peppe Scopelliti, si è portato un po' d'ordine alla scaletta con l'intervento a continuare di Peppe Scopelliti e quello di Dorina Bianchi mentre fuori dal PalaMilone la contestazione diventava accesa con inni contro Silvio e frasi irrepetibili.
La contestazione all'esterno e Silvio Berlusconi sul max schermo. Foto Rosario Rizzuto
Poi era la volta di Silvio tra le bandiere svolazzanti (regalate dall'organizzazione) di gente che non si rende conto di quello che fa e sorrisi più o meno ammiccanti dei soliti ricchi dei mie coglioni rigosamente tra le prime fila nella classica tenuta da pinguino.

Berlusconi a Crotone aveva poco da dire e poco ha detto, ha fatto riferimento a qualche finanziamento per l'aeroporto, il porto, la 106, il recupero dei beni archeologici, ha detto che le colline crotonesi sono più belle di quelle della Toscana; inutile pensare cosa possa dire della Calabria quando andrà in Toscana, questo pezzo di merda ormai lo conosciamo tutti.

Tutto intorno un servizio d'ordine eccesivo, maggiore di quello utilizzato in Inghilterra per le nozze di William e Kate; impossibile avvicinare Silvio così mentre ancora parlava l'ho mandato a fanculo e mi sono diretto,dopo essere passato tra i contestatori, in Piazza della Resistenza dove da lì ha poco è arrivato, senza essere circondato da alcuno e con possibilità anche di avvicinarlo, Dario Franceschini…
Dario Franceschini al suo arrivo a Crotone. Foto Rosario Rizzuto
Tutta un'altra cosa sentire le canzoni che hanno tenuto compagnia alla gente presente in piazza tra le quali "Ma il cielo è sempre più blu" di Rino Gaetano rispetto alla patetica "Silvio c'è" sentita al PalMilone: cosa ci si può aspettare da un nano malefico che è convinto di essere il salvatore della patria nonostante sia, unico caso al mondo per un presidente del consiglio, accusato di pedofilia, associazione mafiosa, corruzione e una grande mole di reati superiori anche a quelli di Totò Riina.

Silvio se davvero ci sei, facci una cortesia: vai via dai coglioni!!!

A seguire i link alle mie gallery:

Berlusconi a Crotone, album 1 di 2,
Berlusconi a Crotone, album 2 di 2,
Franceschini a Crotone.