La Nostra Banca: 'La nostra battaglia è una vera e propria difesa dall’arrembaggio bramoso di potere!'
Che il nostro si chiamasse “Comitato a difesa della Bcc di Scandale” era un fatto chiaro e limpido, non a caso ribadiamo che la nostra battaglia sia una vera e propria difesa dall’arrembaggio bramoso di potere di coloro che si presentano come i salvatori della patria, i salvatori della banca, che, paradossalmente, capitanati dagli ex dirigenti (proprio coloro i quali hanno portato il commissariamento), vogliono compiere un atto di redenzione per assicurarsi la gestione dell’istituto di credito, senza alcuna esperienza in ambito gestionale ed economico. Ecco che a pochissimi giorni di distanza dalle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione spuntano fuori i nomi dei papabili candidati, sotto il nome di “La banca è di Scandale”.
Ci sarebbe tanto da ridire, allora procediamo. In realtà la banca è di Scandale, è ubicata a Scandale, l’hanno fondata gli scandalesi. In pratica però la lista è espressione di cinque forestieri non rappresentanti dell’intero territorio di competenza, più quattro scandalesi, sotto l’egida guida di un presidente impresario di Crotone, di cui ufficialmente, ma non ufficiosamente, non si conosce il nome. Si sa che in Consiglio bancario il voto del presidente vale doppio. Perciò, la banca di Scandale la stanno affidando ai crotonesi.
Ma d’altronde è pratica ormai diffusa non specificare i nomi dei candidati forestieri. A quale scopo? Come è possibile candidare personaggi che nulla hanno a che vedere con le zone di competenza del nostro territorio, tralasciando comuni importanti come la vicina San Mauro Marchesato, Santa Severina e Rocca di Neto, o Roccabernarda dove è aperta la più grossa filiale da quasi un ventennio, presentando ben quattro candidati tutti di Crotone? E i circa duecento soci, tutti di Crotone, a quale scopo sono stati iscritti nell’appena conclusa campagna di adesione? Lo sdegno è l’arma che tutti gli scandalesi, fondatori di questo istituto e i gli operosi clienti dei comuni di competenza, devono mostrare verso questi “signorotti” che pretendono, tanto per utilizzare un termine machiavellico, di farsi “leoni” senza considerarsi “volpi, ignorando e cercando di seppellire la dignità di un popolo. "Si paga caro l'acquisto della potenza; la potenza instupidisce" diceva il celebre filosofo tedesco F.W. Nietzsche. A quanto pare ritorna in auge il famoso “il fine giustifica i mezzi”: l’importante è vincere, poi il resto ce lo vediamo noi.
Ma come costoro possono presentarsi come i rinnovatori della banca, quando si affidano proprio a gente che ha portato il commissariamento della Bcc, gente sanzionata pesantemente per la propria inefficiente professionalità, i signori Brescia, ex direttore, il signor Carvelli, ex presidente. Non è forse tale lista conosciuta in paese come “la lista del commissario” o la “lista di Brescia e Carvelli”? Ecco i rinnovatori, proprio coloro che da vent’anni a questa parte hanno pensato di poter gestire la banca come se fosse casa dei propri affari, occasione di politica clientelare e di favoritismo perpetrato ai danni di una collettività che soffre, stufa di continue prese di posizione autoritarie, antidemocratiche, demagogiche. Si presentano sotto un nome marcato di garanzia, “La banca è di Scandale”, captatio benevolentiae, come se in realtà questo non lo sapesse nessuno, come se in realtà la loro fosse la nuova classe dirigente, con ampia rappresentanza di scandalesi in lista. Invece no, si presentano con ben cinque forestieri, tutti crotonesi. Ma che rappresentanza ha Crotone all’interno della nostra Bcc? Ed esiste una filiale a Crotone, tale da renderne cospicua la rappresentanza? Ma ripensandoci bene il commissario Gallicchio non ha forse espresso durante l’assemblea del 18 dicembre che chiuderà lo sportello di Rocca di Neto per trasferirlo al futuro Centro Commerciale “Pizzuti” di Crotone, opera tra l’altro finanziata dalla Bcc di Scandale? E vi siete mai chiesti perché mai il dott. Gallicchio combatte contro alcuni soci di Scandale candidati a consiglieri? Perché vuole favorire i candidati di Crotone?
Per di più questa gente presume di insultare i soci tutti e la maggior parte della popolazione scandalese che ha voluto fondare e portare avanti l’economia di questa banca. Ma con quale autorità? Questo è il contributo culturale che costoro vorrebbero apportare? Insulti e calunnie che mettono a nudo quello che è il motore di questa negativa e spregevole propaganda: il perseguimento dei propri fini, dei propri interessi.
Ci accusano di essere antidemocratici, ma a quanto pare non assaliamo nessuna buona anima restia a consegnarci deleghe, non insultiamo nessuno, ci conteniamo nei limiti del rispetto e della sana educazione, questo perché siamo persone che mirano a perseguire il bene collettivo, non individuale, non a persuadere demagogicamente, ma a dissuadere lealmente e concretamente con carta in mano. I signori di “La banca è di Scandale” si vantano di aver lottato perché la nostra banca non venisse fusa con un’altra Bcc, o quanto meno non chiudesse i battenti definitivamente. Tutto il plauso, come da loro richiesto nel precedente manifesto di sporca propaganda, ma non è che era più importante cercare di non far chiudere la banca per poter nuovamente “riconquistare” il potere e gestirlo a proprio piacimento? Gatta ci cova. Per di più, sempre secondo loro, occorrerebbe credere al rilancio della banca. Ma da quale pulpito? Ma l’ex direttore generale, che per quanto se ne dica potrebbe riassumere l’ardita carica, non è stato il fautore, nonché principale responsabile dell’increscioso e penoso ribasso amministrativo dell’istituto di credito?
Come vedete, carissimi soci, ma cittadini tutti che vi apprestate i primi ad eleggere, i secondi ad esprimere opinione, pochissime risposte, tante domande. Cercate di conoscere il più che possibile la verità ed apprezzate coloro che si offrono per il vostro bene. La nostra è una battaglia, dobbiamo vincerla perché vincerà Scandale, il comprensorio e l’entroterra crotonese sempre di più abbandonato, vinceremo noi tutti e non ne trarranno vantaggio i soliti borghesi o i signorotti che già hanno avuto la loro ricompensa. Meditate tutti e considerate che questo è il vero, non nascondiamo nulla, ne andrebbe della nostra professionalità e del nostro essere scandalesi. Siamo prima di tutti padri, figli di fondatori,che hanno visto crescere giorno dopo giorno la nostra Bcc, poggiare mattone su mattone.
Non vogliamo che questa sia gestita da altri che nulla hanno a che vedere con lo spirito di dedizione e di sacrificio di coloro che hanno avuto l’onore di fondarla.
La banca è mia, è tua, è sua, è nostra!
I candidati di “La Nostra Banca”