Posts Tagged ‘affetto’

11 settembre di casa a Roma

Avantieri 11 settembre, ero a Roma.
Ma ero a Roma anche l’11 settembre 2001, giornata dopo la quale il mondo non fu più lo stesso.
Anastasia Sole. Foto www.arealocale.com
Mi trovavo a casa della bella Anastasia Sole, stavamo facendo una specie di intervista, telecamera accesa quando ad un tratto sul suo telvisorino in bianco e nero vedo quel "palazzo" fumante.

Ci vollero pochi attimi per capire.

Pochi attimi per cominciare ad avere paura
Per cominciare a rafforzare l’idea che dopo le torri gemelle potesse toccare a Roma; ma nè Anastasia nè le mie sorelle vollero lasciare la capitale ed ebbero ragione.

Quel pomeriggio Anastasia fece il suo ennesimo provino: anche quando succedono le più immani tragedie c’è un mondo che continua a viaggiare peri fatti suoi.
Tutto continua, niente si ferma…

Sono passati 8 anni da quel brutto giorno, la cui verità vera ancora non è stata chiarita e, forse, non lo sarà mai; il mondo ha ancora paura, il   fratello uccide ancora il fratello, la gente muore di fame, c’è gente che crede di avere la giornata rovinata perchè ha bucato uno pneumatico.

C’è gente che ruba e continua a fare la Dsga nelle scuole, ci sono Dirigenti Scolastici che palesemente troverebbero difficoltà anche a dirigere un circolo di tressette che continuano ad essere vilmente autorizzati a governare scuole con centinai di studenti … e studentesse.

Sono passati 8 anni da quando il mondo ha rischiato di finire e ci sono ancora ragazze che se la tirano pensando di averla solo loro, facendo soffrire ragazzi che hanno il solo torto di pensare che solo quella ce l’ha: ci vuole un minuto ad innamorarti scemo, ma mandala affanculo!!!

Mi dicono che succede anche il contrario, a me non è mai successo ma per par condicio devo precisarlo!

11 settembre 2009, sicuramente migliore di quello del 2001 che solo la fine del mondo potrebbe renderne uno peggiore ma poi non starei qui a raccontarlo.

Ero a Roma, come nel 2001 ma pensandoci bene nel 2001 ero meno solo: Anastasia, Marco, i loro amici.
MALEDETTA SOLITUDINE, maledetto orgoglio del cazzo, maledetto me, maledetta lei!!!

Terry De Paola

Teresa De Paola di Scandale. Foto Rosario Rizzuto

Ieri mi sono ritrovato a parlare con un amico di Teresa De Paola.

Lui, come se io non lo sapessi, mi spiegava di come Teresa sia Speciale.

Si parlava delle di lei capacità di presentare (dimostrate nelle ultime edizioni di alcune manifestazioni canore scandalesi) e mi faceva notare come, a Scandale, Teresa SIA SPRECATA.

Logicamente con me sfondava una porta aperta, e, provocandolo per cercare di capire meglio, arrivava a dirmi di come TERESA, secondo lui, fosse superiore ad alcune presentatrici Rai!

Ho sempre avuto rispetto per questa bella ragazza che non conosce vie di mezzo: o è amata (e molto) o è odiata.
Anche se, per quanto mi riguarda, non riesco a capire come si faccia ad odiare una persona così!!!

Una ragazza che ha fatto una scelta di vita sposandosi giovanissima a 21 anni, che a 23 era già mamma e che ora, da moglie e mamma, dopo essere riuscita ad ottenere un lavoro a tempo indeterminato benchè part-time presso la Datel di Crotone e dopo per un anno aver fatto il bello e cattivo tempo alla ProItaliadi Scandale, si è persino iscrittta all’Università a Catanaro.

Teresa De Paola durante la raccolta frasche per San Giuseppe 2007. Foto archivio Rosario Rizzuto

Qualche giorno fa su Facebook, Giusy Regalino, direttrice responsabile di RTI, mi scriveva che solo io potevo nascere il 31 dicembre!!!
Ebbene solo Teresa De Paola poteva nascere il 29 febbraio: una ragazza speciale già nella data di nascita.

Così, se chiudo gli occhi, me la ricordo quasi bambina che legge in Chiesa, che italianizza il dialetto, che fa la catechista di mio figlio Antonio, che dirige, da gran regista, la Via Crucis, imbattibile presidentessa di seggio elettorale.

Per questo mi arrabbio se sento dire che qualcuno non la può vedere.
Non riesco a capirne i motivi, non riesco a capirne il perchè!!!

TI VOGLIO BENE TERRY!!

Io e Teresa De Paola durante il Carnevale 2007. Foto Giovanna Rizzuti

Aiutiamo Emanuele Lo Bue

Emanuele Lo Bue
Volevo segnalarvi il seguente Blog dedicato ad Emanuele Lo Bue: www.salviamoemanuele.blogspot.com.
Sono stato contatto su Badoo dalla sorella, appena so qualcosa in più vi aggiorno; voi, intanto, se potete, andate avanti da soli…

Che felicità…!!!

Vasco Rossi canta: "Le mie canzoni nascono da sole vengono fuori già con le parole", in "Una canzone per te"; una sensazione che, immagino, anche qualcuno di voi abbia provato qualche volta nella sua vita.

E’ successo anche ad uno pubblicamente stonato come me, un frustrato di antica memoria.

Era marzo del 1993, ero vicino al Comune a Crotone e mi stavo dirigendo in un locale per mangiare qualcosa.

Non so cosa mi abbia fatto scattare la molla per prendere il micro registratore nel quale, pensando a Nella Russo di Cariati, ho iniziato a sussurrare:

Che felicità!
vederti di nuovo accompagnata
da un altro che,
si è fatto fregare un po’ da te…

Io, invece, solo 
adesso che sto uscendo,
mi ricordo il giorno che,
mi abbandonasti
in quel letto doleeeente…

Non mi guardasti più!
avevi forse paura
di vedermi mentre piangevo
di là per la tua strada
te ne andavi
e sorridevi,
ed io, ti perdevo,
e poi,
un mese, un anno senza amore.

Ti perdevo, sai,
non c’era più nessuno
a farmi compagnia:
mi restava solo il letto
e la mamma tv…
che guardai per giorni
e mi riposai di più…
e non uscivo mai…

E gli amici poi dov’erano?
A casa solo come un cane…
come un cane…
NO, almeno loro SI’: possono uscire dai…
a casa solo come un gufo…
come un gufo… … …

E adesso no, io non sono più da solo,
perchè adesso, sai,
c’è Maria con me
il mio nuovo Amore…

Che, mi vuole bene,
che, mi fa sentire importante…
no, lei non è come te,
perchè lei mi ama sul serio…

Ora c’è solo lei con me
perchè è la mia sola vita,
e lei che voglio per l’infinito…

e TU: mi fa felice
che sei già fidanzata
con un altro che
prenderai anche per il culo,
già, come hai preso me…

… ed io amo solo lei…
adesso che capisco…

Fatto! Be’ che ne pensate?

Vi piace questo testo uscito di getto, non so manco io come, ormai 15 anni fa?!!!

Persone Silenziose…

Era l’anno scolastico 1989/90, dopo aver superato gli esami integrativi, ho frequentato il Quarto anno dell’Istituto Magistrale "G. V. Gravina" di Crotone.

Con Rosa, sotto Natale, non aveva funzionato, troppo piccola lei o troppo stronzo io!

Di li a poco, con il nuovo anno solare, sarebbe arrivata Nella Russo di Cariati… ma questa è un’altra storia…

Un grande cantante, come pochi, in quel periodo usciva con l’Lp "Persone Silenziose" (quasi un Rosario intero in quel lavoro).

Tra le altre ( Primavera, Il Punto, …Te che non so chi sei, Solo un disco che gira, Le case d’inverno, Persone silenziose, I ragazzi che si amano, Quante verità, Estranei), questa bellissima "…Te che non so chi sei"

Guido piano
così parliamo un po’
andiamo fino a laggiù
Dammi una mano
non mi riconosco più
l’avrai capito anche tu

Certe volte ho paura sai
certe volte ho paura sai
di non cambiare…

di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…

Te lo giuro
non l’avrei detto mai
mai con nessuno

Mi vergogno
di parlarne anche con te
… te che non sei chi sei
certe volte ho paura sai
di non cambiare…

di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…

di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…
di non cambiare più…

di non giocare più…
di non trovare più…
di non cercare più…
di non pregare più…
di non amare più…

Vi lascio una buona domenica, spero che le squadre calabresi stiano vincendo (io sto preferendo ascoltare ancora Carboni (ora c’è "Silvia lo sai") e anche il concorrente crotonese di Amici (come mi ha segnalato la mia amica sicula-calabrese [acquisita] Flaminia) sia passato, sempre che c’era da passare qualcosa.

Io raggiungo Cutro e i miei amici, ma soprattuto le mie amiche, delle Madie per una rimpatriata, per quanto mi riguarda, dopo mesi: si inizia il nuovo anno, questa volta voglio seguirlo dall’inizio alla fine. Capito?

A stasera se sono ancora tra i vivi…

Silvia lo sai… che Rita si è sposata…

Sullo schermo del pc appare una foto, la guardo, è lei, il suo splendido sorriso (come nell’altra foto), vestita da Topolina…

Non so quale meccanismo si scatena nella mia testa così che io mi metta a cantare: "I professori non chiedevano mai… se eravamo felici… [...] Silvia lo sai… lo sai che Luca si buca ancora".

Difficile non capire che si tratta di "Silvia lo Sai" di Luca Carboni:

La maglia del Bologna
sette giorni su sette
pochi passaggi, molti dribbling
quanti vetri spaccati
un Dio cattivo e noioso
preso andando a dottrina
come un arbitro severo fischiava
tutti i perché
… dire, fare, baciare
occhio, questa è la palla che ci può salvare

A salvarci erano invece
certe canzoni
che uscivano dalla radio di Silvia
tu seduta a cercare le stazioni
che buffo era Luca mentre provava
a tenerti la mano
non potevo a non prendervi in giro ma capivo
che nasceva qualcosa di strano

… e come è strano incontrarti
Silvia aspetta,
aspetta debbo parlarti

Silvia lo sai,
lo sai che Luca si buca ancora
Silvia lo sai,
lo sai che Luca si buca ancora
Silvia chissà,
chissà se a Luca ci pensi ancora
Silvia lo sai,
che Luca è a casa che sta male

i professori non chiedevano mai
se eravamo felici
Silvia tu ridevi e scherzavi
Luca invece non parlava mai
che profumo Bologna di sera
le sere di maggio
Luca che botte dai grandi prendeva
per dimostrarci che aveva coraggio

… dire, fare, baciare
certo, ma il tempo non lo puoi fermare

l’altro giorno ho trovato una scusa
per potergli parlare
"Hey Luca ne è passato del tempo…"
"Si, va beh, ma adesso lasciami andare"
non credevo di essere stato violento
ma ha cominciato a tremare
mi ha guardato con lo sguardo un po’ spento
non riusciva a parlare

… e adesso come facciamo
non dovevamo andare lontano …

Silvia lo sai,
lo sai che Luca si buca ancora
Silvia lo sai,
lo sai che Luca si buca ancora
Silvia chissà,
chissà se a Luca ci pensi ancora
Silvia lo sai,
che Luca è a casa che sta male

Era l’anno scolastico 1987/88, l’anno del mio secondo liceo scientifico nella 2^ B del Filolao di Crotone; lì vicino la finestra io e il mio compagno di banco Fabio Pietramala, che ogni tanto se ne usciva con: "… dire fare scopare (invece di baciare)… lo sai che Luca si buca ancora".

Non sapevo di chi fosse quella canzone… nè chi fosse Luca Carboni…

E poi la cassetta di Carboni dei marocchini alla festa del Soccorso di San Mauro, la gita in Sicilia con il Liceo Classico Pitagora di Crotone con mia sorella Maria, mia cugina Francesca, mia zia Rita; i capelli che non ci sono, Paolo Luminoso e l’altro…, Pina, il pigiama party, la febbre, le lacrime dietro la giara in albergo mentre una radio lontana cantava Carboni, la voglia di scappare in treno…
(Mi sembro Pupo…)

Sono passati 20 anni!!!

Ma Luca si buca ancora e i professori continuano a non chiedere mai se i ragazzi sono felici… NON TUTTI!!! Per fortuna.

Pina si è sposata…

Toh il verso mi immerge in un’altra canzone, di Rino Gaetano questa volta:

Al compleanno della zia Rosina
il disco suona loro sono lì a giocare
vicino al mare verde come la notte
come le mie cotte
al compleanno della zia Rosina
il treno passa qualcuno ha perso un amico
un altro ritrova la donna
ed io ho già bevuto ed io ho già bevuto
ma proprio adesso ho finito
l’ultimo bicchiere l’ultimo rito
mica l’ho capito che devo ancora bere
il treno non passa ancora eppure io l’aspetto
la canzone più corta di questa anche lei è finita
la vita la vita e Rita s’è sposata
al compleanno della zia Rosina
il mare è calmo ma il mio naso non sente
assapora la mia bocca
l’avventura l’arsura la paura
non ci sarà avventura questo già mi calma
vedo già la mia salma portata a spalle
da gente che bestemmia che ce l’ha con me

povera povera povera la mia cara
le racconterò di Cleme e rideremo insieme
è passato il treno m’ha guardato il treno
s’è scorda–to il treno ma io ho già bevuto
il treno non pas-sa ancora eppure io l’aspetto
la canzone più corta di questa anche lei è finita
la vita la vita e Rita s’è sposata
la vita la vita e Rita s’è sposata
la vita la vita e Rita s’è sposata
la vita la vita e Rita s’è sposata
Rita s’è sposata Rita Rita Rita
s’è sposata Rita e Rita s’è sposata

(testi da
http://angolotesti.leonardo.it/)

Cambia il nome (Rita invece di Pina) ma la sofferenza di Rino e mia (di allora), forse, è la stessa!!!

Grazie… grazie… grazie…

Rieccomi, anche la prova del nove è andata bene e scrivo per il secondo giorno di fila, cosa che non accadeva da tempo, se si esclude la veloce parentesi di luglio.

E’ bello ritornare… difficile spiegare.

Grazie a chi imperterrito è entrato sul mio blog (lo dicono i contatti, infatti ora la mia "paura" è che, scrivendo, siano di meno!!!) tutti i giorni, impaziente di trovare un traccia di Rosario.

Di certo ci saranno stati anche quelli che gioivano nel vedere il blog maledettamente fermo, ora, forse, saranno meno contenti per mia fortuna!

Grazie a chi ha cercato a modo suo di spronarmi, a tutti gli amici che si sono fatti vivi nel box messaggi (così a memoria: Amedeo, Giusy, Flaminia, Libera, Agapito, Ca., Franco M., e mi perdonerete se dimentico qualcuno) a chi mi ha contattato per sms (grazie Sara – giusto in tempo, che dici? – grazie Lu, grazie Francesca ).

Grazie alla mia luce: che pazienza!

Grazie alla mia famiglia, a mia mamma (santa donna!), a mio padre coi suoi silenzi  più forti della predica del venerdì santo di Don Renato, fosse per lui mi porterebbe anche in America!; alle mie sorelle: Maria, Tania, Wilma, ai miei bimbi: Antonio, Alessandro… Valentina, a mia moglie (che spesso continua a non ascoltarmi ma ci voglio due coglioni così per stare vicino a me!).

Grazie ai miei colleghi a scuola: a Elisa, Filomena, Lucia, Marisa, Pietro, Rosella, Simona, ai miei superiori Giuseppe, Tonino, Alessandra, al Presidente Enrico.

Grazie a Giuseppe Pipita, c’ero spesso nel suo giro di telefonate per stimolare gli articoli dei collaboratori del Crotonese, nonostante i miei continui "Ora no".

Grazie a Gregorio di Area Locale che nonostante i suoi guai non si è dimenticato di me; grazie a Gino Promenzio che forse avrebbe cambiato specializzazione per potermi aiutare ma questo succede solo nei film invece questa è vita vera.

Grazie a chi non ha dimenticato il mio numero come Amedeo da Bari ma soprattutto GINO PINGITORE: c’era poco da fare con me… ma lui imperterrito!!!

Forse dimentico qualcuno, ma mi ero messo al pc per scrivere due parole e, partendo dal saluto di Agapito nel box [(20 set 08, 15:39 Agapito: Indro sarebbe contento. Bentornato.) mi viene in mente un solo Indro ma non ho capito perchè sarebbe contento!], ringraziare lui per tutti postando il testo della canzone di Rino Gaetano (che trovate sotto) da dove lui ha preso il nome - anche per colmare il vuoto di Rino lasciato dal programma "Ritratti" di Rai 3 che per la terza volta non ha mandato la programmata puntata sul cantante calabrese - ed invece le dita hanno cominciato a muoversi da sole…

GRAZIE A TUTTI!!!

… questa volta non ci credevo proprio…

Agapito Malteni era un ferroviere
viveva a Manfredonia giù nel Tavoliere
buona educazione di spirito cristiano
ed un locomotore sotto mano
Di buona famiglia giovane e sposato
negli occhi si leggeva : molto complessato
faceva quel mestiere forse per l’amore
di viaggiare sul locomotore
Seppure complessato il cuore gli piangeva
quando la sua gente andarsene vedeva
perché la gente scappa ancora non capiva
Dall’alto della sua locomotiva
La gente che abbandona spesso il suo paesello
lasciando la sua falce in cambio di un martello
ricorda nei suoi occhi nel suo cuore errante
il misero guadagno di un bracciante
Una tarda sera partì da torre a mare
doveva andare a Roma e dopo ritornare
pensò di non partire o pure senza fretta
di lasciare il treno a Barletta
Svelò il suo grande piano all’altro macchinista
buono come lui ma meno utopista
parlò delle città di genti emigrate
a Gorgonzola oppure a Vimercate
E l’altro macchinista capì il suo compagno
felice e soddisfatto del proprio guadagno
e con le parole cercava di calmarlo
fu una mano ad addormentarlo

Complimenti e rabbia

Mi ha chiamato Ciccio delle Madie per complimentarsi con me per l’articolo su Barbara.

Credo che il dirmi che si è commosso vale più di qualsiasi complimento, credo infatti che un articolo sia importante quando riesce a suscitare in chi lo legge una reazione, che può essere commozione, rabbia, gioia e via dicendo.

Se non fosse per  "Ma che te lo dico a fare" sarei quasi felice!