Posts Tagged ‘antonino monteleone’

Niente fiori a Berlusconi ma a Marco Travaglio, Emiliano Morrone, Serenetta Monti, Sonia Alfano e gli altri…

Sto seguendo l’interessante programma mattutino di Canale Italia trasmesso in analogico da TeleDiogene.
Tempo fa sono riusciuto anche ad intervenire in diretta.

Non era mia intenzione farlo stamane ma poi una vecchietta (come la fiosioterapista di Bertolaso) ha telefonato dedicando fiori per Berlusconi e affermando che Antonio Di Pietro sta rovinando l’Italia e non c’è l’ho fatta più.

Ma sono da circa un’ora che telefono e, nonostante a volte mi dia il segnale di libero, nessuno si degna di rispondermi.

Così volevo postare qua l’intervento che avrei fatto: "FIORI ad Emiliano Morrone (Candidato indipendente nell’Italia dei Valori a Cosenza), ad  Antonino Monteleone (il giornalista di Reggio Calabria a cui hanno bruciato la macchina la scorsa settimana), a Serenetta Monti (candidata Idv a Roma), all’Eurodeputata Sonia Alfano (A CUI LA MAFIA HA UCCISO IL PAPA’ E AL CUI RICORDO  A GENNAIO C’ERA ANTONIO DI PIETRO E NON SILVIO BERLUSCONI), a Marco Travaglio e a  Beppe Grillo…

A loro i Fiori; a Silvio Berlusconi, Dell’Utri, Previti e Company anche oggi cenere e carbone…

Bruciata l'auto del giornalista calabrese Antonino Monteleone

Sono rimasto profondamente rattristito e turbato nell’apprendere ieri mattina dell’incendio doloso dell’auto del giornalista, il Travaglio di Reggio Calabria, Antonino Monteleone di cui sono fiero di essere amico.
Il giornalista Antonino Monteleone di Reggio Calabria al quale il 5 Febbraio 2010 è stata bruciata la macchina. Foto Rosario Rizzuto
Lo avevo sentito qualche giorno fa per chiedergli un consiglio in merito a privacy in un mio articolo e nonostante l’ora tardi era stato molto disponibile.

Antonino, dal suo blog, ha lanciato accuse pesanti contro la ‘Ndrangheta, contro i politici, contro tutto quello che non va in questa regione, ha partecipato con alcuni interventi alla trasmissione Anno Zero di Michele Santoro, Beppe Grillo ha pubblicato alcuni suoi interventi sul proprio blog, non manca, con la sua telecamera,  ad una manifestazione di difesa dei diritti o sociale.

Questo vile attacco non può passare inosservato (per fortuna ieri è stato denunciato anche dal Tg 3 Calabria) e si deve fare di tutto per arrestare i responsabili e i loro mandanti.

Su Facebook è nato un gruppo di sostegno ad Antonino che nel giro di poche ore ha raggiunto la considerevole cifra di 1.873 membri (alle 05.59 del 06.02.2010).
Questo un suo commento sul suo profilo Facebook: "Ho sentito il calore e l’affetto di tanta gente perbene. Una serata per distrarmi un po’, un giorno di lavoro e poi il tempo di buttar giù impressioni, amarezze, spunti di riflessione, obiettivi da raggiungere. Assieme a ciascuno di voi. Niente scalfirá la passione per quello che faccio e continuerò a fare! Mi avete dato, tutti, una grande forza. Il regalo più bello".

Le foto del 17° Anniversario dalla scomparsa del giornalista Beppe Alfano

La famiglia Alfano con l'Onorevole Antonio Di Pietro sotto il marmo che ricorda il giornalista Beppe Alfano a Barcellona Pozzo di Gotto (Me). Clicca x ingrandire. Foto Rosario Rizzuto
Tante emozioni, tanti pensieri in merito alle commemorazioni, per 17° Anniversario dalla scomparsa del Giornalista Beppe Alfano, al quale ho partecipato ieri a Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, ma per ora vi lascio con le mie foto che raccontano questo viaggio…
Il tavolo dei lavori, da sx a dx: Giuseppe Lumia, Gioacchino Genchi, Fabio Repici, Sonia Alfano e Antonio Di Pietro. Clicca sulla foto per ingrandirla. Foto Rosario Rizzuto
Ci arrivate cliccando qui.

Anche Antonino Monteleone sa e io so con lui

Lo so pure io!

26 gennaio 2009 <!– by User ImageAntonino Monteleone –>

cosa_accade

da Romaa far la doccia senza l’acqua salata, che lusso!

Io so che in Calabria viene giù tutto.

Io so che l’informazione, la politica, la magistratura, l’imprenditorìa, quelle sane, faticano ad emergere quando non vengono completamente annientate.

Io so che se un Giudice, indagando, scopre il peggiore scandalo della Repubblica deve essere trasferito per “incompatibilità ambientale”.

Io so che se un fatto diventa scomodo per un cartello editoriale, vicino ad un gruppo politico trasversale e senza colore, viene cancellato dalle colonne dei giornali.

Io so che se il mare della Calabria è pieno di liquami e zozzerìe è colpa di chi ha fatto sparire 800 milioni di euro di finanziamenti europei.

Io so che se molti calabresi della mia età lasciano questa regione la colpa è di chi ha compromesso ogni opportunità di crescita culturale e professionale.

Io so che se cerchi lavoro e non hai un amico, che magari si chiama Antonino Saladino, è più facile vincere al superenalotto.

Io so che un Vescovo, un Magistrato, un giornalista e non si sa quanti altri, sono stati allontanati a vario titolo dalla Calabria per avere ficcato il naso nel verminaio affaristico e masso-mafioso alimentato in Calabria.

Io so che se un giornalista scrive su un blog la carriera politica e giudiziaria di un politico non dovrebbe subire il sequestro dell’intero blog.

Io so che se un Procuratore della Repubblica sente al telefono dieci volte al giorno un membro del Parlamento indagato da un suo sostituto siamo di fronte ad un fatto grave e non c’è bisogno di sapere cosa si sono detti. E’ grave e basta.

Io so che se il CSM lascia per 20 anni un magistrato nella stessa sede ignorando tutto quello che, negli anni, accade in un distretto giudiziario e poi d’improvviso liquida Luigi De Magistris, Clementina Forleo e Luigi Apicella con un tratto dipenna, vuol dire che qualcosa non va nella magistratura. In una parte di essa.

Io so che chi ha paura di essere intercettato, ha qualcosa da nascondere.

Io so che i magistrati di Catanzaro stanno facendo “ammuina” e che hanno smembrato le inchieste Why Not e Poseidone che erano di De Magistris,

Io so che non è vero che il Procuratore Generale di Catanzaro, Enzo Jannelli, voleva difendere l’inchiesta Why Not controsequestrando gli atti sequestrati dalla Procura di Salerno, ma che avrebbe dovuto consegnare prima i documenti che gli furono richiesti in almeno due – documentate – occasioni.

Siccome so tutte queste cose. Siccome le so pure io, sarò a Roma, a Piazza Farnese, alla manifestazione a sostegno del Procuratore di Salerno, Luigi Apicella, organizzata dall’Associazione Nazionale Familiari delle Vittime della Mafia, al fianco di Sonia Alfano, Beppe Grillo, Marco Travaglio, Carlo Vulpio, Aldo Pecora, Gioacchino Genchi, Salvatore Borsellino.

am

ANTONINO (anche io so!!!), SONIA, BEPPE, MARCO, ALDO ECC… IO NON SARO’ A ROMA MA SONO CON VOI!!!

Il mito di Cristo?!

Volevo proporvi la lettura di un articolo scritto dal mio amico Antonino Monteleone, voi che ne pensate?

Il mito astrologico di Cristo

18 gennaio 2009

cristo_compagnone

di Antonino Monteleone per Dolce Vita

Torniamo a parlare di natale.
Lo avrete sicuramente trascorso benissimo, almeno questo è quello che si augura Dolce Vita per i suoi lettori, probabilmente molti di voi avranno pensato di avere appena trascorso il miglior natale della propria vita. Altri il peggiore.

Bene, io sono tra questi ed è a loro che rivolgo un saluto più affettuoso.

Quel che è certo è che avete onorato, perpetuandolo, un rito antichissimo. Nonostante la noia per avere celebrato una ricorrenza vecchia di duemila anni. Questo è quello che vi hanno insegnato da piccoli, no?

E se sapeste che invece le feste natalizie sono un rito vecchio di almeno cinquemila anni?

Proprio così. Anche se Gesù è nato il 25 dicembre dell’anno 0  c’è qualcuno che festeggiava il “Santo Natale” giusto qualche millennio prima.

Breve riassunto della vità di Gesù.

In una grotta a Betlemme, duemila anni fa, nasceva Gesù, il Figlio di Dio, all’interno di una stalla scaldato da un bue e da una asinello. Era figlio di Giuseppe, falegname, e Maria che lo ha concepito pur rimanendo vergine.

Fu l’Arcangelo Gabriele ad informarla che avrebbe dato alla luce “il figlio dell’Uomo”. Una volta nato Gesù si recarono da lui in visita, guidati dalla rotta celeste della Stella Cometa, i tre Re Magi che gli offrirono oro, incenso e mirra.

A 12 anni predicò nel tempio. Aveva 12 apostoli. Ha combattuto nel deserto per 40 giorni contro Satana. Ricevette il battesimo a 30 anni da Giovanni ed è morto crocifisso tre anni dopo risogendo tre giorni dopo.

Qualche millennio prima, però…

Abbondano, nell’antichità, intere popolazioni che adoravano l’astro più vicino al nostro pianeta. Il sole. Il creatore. Dio appunto.

L’astrologìa, che per ovvie ragioni andava di pari passo (vedremo che in realtà le ha ispirate) con le religioni, era una delle scienze più approfondite. Costellazioni, movimenti astrali, eclissi, precessioni, tutti eventi oggetto di intenso studio e – spesso – superstizione.

La divinazione di Horus, Dio sole dell’Egitto, risale a 3000 anni prima della venuta di Cristo. La sua vita è una serie di mitologie allegoriche del movimento del sole nel cielo trasmesse fino a noi attraverso le scritture geroglifiche.

Il termine “horizon”, orizzonte, viene dalla frase inglese “horus has risen” ovvero Horus è risorto. “Hours”, ore, deriva anch’esso da “Horus” in quanto rappresentano il percorso del sole nel corso della giornata.  Anche tramonto ha origine da questa mitologia e dall’eterna lotta del “figlio di Dio” con una entità maligna. Horus, infatti, aveva un fratello malvagio: “Set”. Ad ogni alba Horus vinceva la sua battaglia contro Set che aveva il sopravvento la sera. Da qui Sunset, tramonto.

Horus  (3000 a.C.) è nato il 25 dicembre dalla vergine Isis-Meri. La sua nascita era accompagnata da una stella dell’est, che i re seguirono per trovare e portare doni al neonato salvatore.
All’età di 12 anni era un prodigioso insegnante.
All’età di 30 anni venne battezzato da una figura nota come Anup e da quel momento iniziò il suo ministero.
Horus aveva 12 discepoli che viaggiavano con lui, compiva miracoli e poteva camminare sulle acque. A Horus venivano attribuiti vari nomi simbolici, come “la verità”, “la luce”, “il figlio eletto di dio”, “il buon pastore”, “l’agnello di dio”, e molti altri.
Dopo essere stato tradito da Typhon, Horus venne crocifisso, sepolto per 3 giorni, dopodiché è risorto.

Attis, divinità Frigia (1200 a.C.): nato da una vergine (Nana) il 25 dicembre, crocifisso, sepolto in una tomba e dopo 3 giorni è risorto.

Krishna dell’India (900 a.C.): nato da una vergine (Devaki) il 25 dicembre con una stella dell’est che segnalava il suo arrivo, ha compiuto miracoli coi suoi discepoli, fu crocifisso e dopo la sua morte è risorto.

Dioniso della Grecia (200 d.C.): nato da una vergine il 25 dicembre, era un insegnante viaggiatore che compiva miracoli, come trasformare l’acqua in vino; veniva chiamato anche “re dei re”, “l’unigenito di Dio”, “l’alfa e l’omega” e molti altri. Fu crocifisso e poi risorto.

Mitra della Persia (1200 a.C.), nato da una vergine il 25 dicembre, aveva 12 discepoli, compiva miracoli. Dopo la sua morte venne sepolto per 3 giorni, dopodiché è risorto. Veniva chiamato anche “la verità”, “la luce”. Anche nel culto di Mitra, la domenica era un giorno sacro.

25 dicembre, apostoli, crocifissione…

Tutti i riferimenti temporali hanno un particolare rilievo astrologico. La stella dell’est, che guidò i Magi, è Sirio, la stella più luminosa della volta celeste vista dalla Terra che il 24 dicembre si allinea con le tre stelle più brillanti della “Cintura di Orione” chiamate i “Tre Re” (magi).

I tre re e la stella più luminosa, Sirio, si allineano esattamente con il punto in cui sorge il sole il 25 dicembre.
Questa è la ragione per cui i tre re seguono la stella dell’est, in modo da trovare l’alba: la nascita del sole.

La vergine Maria è la costellazione Virgo, vergine in latino.

Il geroglifico antico per Virgo era qualcosa di molto simile ad una M modificata. Questa è la ragione per cui Maria, come molte altre madri vergini, ad esempio la madre di Adone (Mirra) o la madre di Budda (Maya), hanno un nome che inizia per “M”.

Alla costellazione Virgo ci si riferisce anche come “Casa del Pane” e la rappresentazione di Virgo è una vergine che tiene un covone di grano. Questa casa del pane e il simbolo del grano rappresenta i mesi di agosto e settembre, il tempo della mietitura.

A sua volta, Betlemme, si traduce letteralmente come “Casa del Pane”.

La Morte e la resurrezione.

La morte e la nascita (resurrezione) coincide con un curioso evento astrologico che si verifica a cavallo tra il 25 dicembre ed il solstizio d’inverno: dal solstizio d’estate al solstizio d’inverno, i giorni diventano più corti e freddi e dalla prospettiva dell’emisfero nord, il sole appare muoversi continuamente verso sud e diventare più piccolo e più debole.

Il  22 dicembre il sole raggiunge il punto più basso sull’orizzonte dopo essere sceso verso sud ininterrottamente dal solstizio d’estate. Smette di muoversi verso sud per circa 3 giorni rimanendo in asse con la costellazione della “Croce”, la Croce del Sud.

Ecco il Cristo morto in croce.

Tre giorni dopo la (ri)nascita. Il 25 dicembre il sole si muove di un grado: giorni più lunghi e più caldi, nuovi raccolti e natura di nuovo in fiore.

Il (Dio) sole è morto sulla croce (del sud), per risorgere dopo 3 giorni.

Ecco perché Gesù e numerose altre divinità legate al sole condividono caratteri come la crocifissione, una morte seguita – dopo 3 giorni – ad una resurrezione. È il periodo di transizione nel quale il sole modifica la sua direzione di nuovo verso l’emisfero nord, portando la primavera e quindi la salvezza.

Mentre è per ragioni puramente pratiche (l’arrivo dell’equinozio di primavera) che le celebrazioni della “risurrezione” (la Pasqua – il passaggio appunto) si svolgono tra marzo e aprile.

Dal mito al potere temporale

E’ così dunque che un rito si tramanda per millenni ed è attraverso una specie di “frode” che si instaura invece il potere della Chiesa romana, cattolica e apostolica.

Si tratta della famosa “donazione di Costantino”. Un falso in piena regola secondo il quale l’Imperatore Costantino I – che governò tra il  306 d.C. fino alla sua morte avvenuta nel 337 d.C.  – ammalatosi di lebbra e  guarito dal battesimo impostogli dall’allora papa Silvestro I, decretò nell’anno 324

«che si debba venerare e onorare la nostra santissima Chiesa Romana e che il Sacro Vescovado del santo Pietro debba essere gloriosamente esaltato sopra il nostro Impero e trono terreno. Il vescovo di Roma deve regnare sopra le quattro principali sedi, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli e Gerusalemme, e sopra tutte le chiese di Dio nel mondo. Finalmente noi diamo a Silvestro, Papa universale, il nostro palazzo e tutte le province, palazzi e distretti della città di Roma e dell’Italia e delle regioni occidentali. »

Nel 1440 lo storico Lorenzo Valla sbugiardò le teorie sulle quali si fondavano – e si fondano! – le preteste autoritarie della Chiesa scrivendo De falso credita et ementita Constatini donatione declamatio (Discorso sulla donazione di Costantino, altrettanto malamente falsificata che creduta autentica), che poté essere pubblicato soltanto nel 1517 ed in ambiente protestante.

Tra qualche mese cominceranno gli spot televisivi per ricordare a tutti di “scegliere di donare l’8 per mille alla Chiesa Cattolica” così da “fare tanto, per molti”.

Nel 1986 il budget della Chiesa Cattolica si aggirava attorno ai 300 milioni, poi venne il Cardinale Camillo Ruini, chiamato da Giovani Paolo II e con lui, nel 1990, l’invenzione dell’8 x 1000.

Solo da questo oggi la CEI raccoglie 1 miliardo di euro.

Un esempio di come vengono investite queste cifre.

Corre l’anno 2005. Spot in stile cinematografico che rievoca la tragedia dello Tsunami in Indonesia e Sri Lanka. Costo della campagna 9 milioni di euro. La CEI donerà alle popolazioni vittime del maremoto una cifra che corrisponde a circa 3 milioni ovvero un terzo di quanto speso per la campagna pubblicitaria. E dunque pari allo 0,3 percento dell’intera raccolta dell’8 per 1000.

L’UCEI  (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane) ad esempio, offrendo 200mila euro ha corrisposto alle vittime del terremoto in Sri Lanka il 6% di quanto raccolto con l’8 per 1000 nell’anno 2005.

Chiudiamo con una riflessione citata dal giornalista di Repubblica Curzio Maltese nel suo libro “La questua – quanto costa la Chiesa agli italiani”, perché è bene ricordare che ogni percorso di fede, qualunque sia il nome che vogliate scegliere per l’adorazione di qualunque entità che vada oltre il limite della percezione terrena, ha bisogno soltanto di una cosa. Voi.

La Chiesa sta divenendo per molti l’ostacolo principale alla fede. Non riescono più a vedere in essa altro che l’ambizione umana del potere, il piccolo teatro di uomini che, con la loro pretesa di amministrare il cristianesimo ufficiale, sembrano per lo più ostacolare il vero spirito del cristianesimo.

Lo scrisse trent’anni fa un teologo progressista. Si chiamava Joseph Ratzinger.

Beppe Grillo a Crotone: the day after By Antonino Monteleone

Beppe Grillo a Crotone: the day after







Secondo i giornali e le agenzie di stampa lo Spettacolo di Beppe Grillo a Crotone è stato caratterizzato da un “attacco all’imprenditore Raffaele Vrenna ed all’ex Procuratore Franco Tricoli“.



In realtà sono stati 150 minuti intensi durante i quali Beppe ha insegnato qualcosa. Sul risparmio energetico, sulla possibilità di realizzare città ecosostenibili. Ci ha ricordato che il tempo sta viaggiando più velocemente di una volta. Lo sfruttamento delle risorse, lo scioglimento dei ghiacciai, la crisi dell’economia globale, le metastasi della politica, la fine dell’informazione tradizionale.



Ai MeetUp della Calabria, molti sanno che sono organizer di quello di Reggio Calabria, è stata offerta la possibilità di dare prova dell’impegno di ciascuno.



Abbiamo presentato un filmato nel quale abbiamo ricordato lo scandalo di una Città costruita su una montagna di merda fatta di cadmio, zinco, arsenico, mercurio, piombo. Sotto la Questura è stata trovata perfino fosforite proveniente dall’ex Montedison. Un minerale che contiene uranio 238.



E come non ricordare che Crotone è anche la Città dove il Procuratore Capo, Franco Tricoli, va in pensione e si mette in affari con l’affarista dei rifiuti, Raffaele Vrenna, fresco di condanna in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Nessun reato, ma un fatto che compromette seriamente la credibilità delle istituzioni.



Un Palamilone in parte indignato, in parte impaurito, in parte complice.



Crotone deve darsi una mossa e deve farlo in fretta. Ma ogni suo abitante deve capire che essere onesti e farsi gli affari propri è dimostrare una “pigrizia morale” di cui – in questo momento – non c’è assolutamente bisogno.



In una città del nord Europa ci sarebbe la gente con le fiaccole e le forche fuori dalle case dei responsabili dell’avvelenamento. Li prenderebbero a calci in culo fino alla stazione ferroviaria o all’aeroporto. Esiliandoli.



Invece anche nello stesso Meetup Crotonese ci sono “dissociati” last minute. Grillini quando è il momento di farsi vedere vicino a Beppe. Vrennini quando si fanno le denunce al motto di “tengo famiglia”.



La pioggia ha impedito all’Italia dei Valori di installare il banchetto per la raccolta di firme con il Lodo Alfano. Il promoter Ruggero Pegna – berlusconiano favorevole alla porcata Alfano-Berlusconi – si è inventato una mezza stronzata per vietare l’accesso al Palamilone.



Questa è la nota negativa di una serata memorabile. Per Crotone e per la Calabria.



Antonino Monteleone

I post di Antonino Monteleone

Antonino Monteleone. Foto Rosario Rizzuto
L’ho già scritto che Antonino Monteleone è un grande, il piccolo Travaglio calabrese continua le sue silenziose battaglie sul suo blog.
Ecco cosa scriveva l’altro ieri:

La spesa col “Gratta & Vinci”





Ti accorgi, facendo la fila al supermercato, di quelle persone che mettono assieme 10, 15 euro accatastando un po’ di monete per comprare la spesa quotidiana. Te ne accorgi perché lo leggi negli occhi di quelle persone consapevoli che fino a qualche anno fa il bip della cassa era meno ostìle.



Le tue cinquantamila lire valevano qualcosa. Lo sgretolamento del potere d’acquisto oltre ad essere un ottimo argomento demagogico per il politico di turno che vuole dare l’impressione di percepire realmente il problema è un fattore che si somma alle mostruose differenze tra il nostro mercato del lavoro e quello del resto d’Europa.



Un operaio che guadagna appena 1000 € al mese, spesso in nero, per lavorare fino a 12 ore al giorno, vede i propri figli per 2 ore. Sei le trascorre dormendo. Quando è al cesso continua a chiedersi come fare a comprare libri, vestiti, giochi e da man-gia-re!



Le file ai fast-food, alle pollerie, negli hard discount.



Mentre le associazioni che si organizzano per vendere il pane alla soglia di decenza di 1 € al kilo mettono in difficoltà i monopolisti del settore perché dimostrano l’irragionevolezza degli aumenti sfrenati dei prezzi al consumo.



A questo stato di cose si aggiunge la beffa della grande distribuzione.



A Reggio Calabria la catena QUIIPER è quella che applica i prezzi medi più elevati sulla totalità dei generi alimentari. Ad eccezione di forti ribassi su singoli prodotti. Ma è difficile che si vada a comprare – in un solo giorno – solo il latte. Solo i succhi di frutta o solo le merendine.



L’offerta speciale del giorno diventa uno specchietto per le allodole. Hai speso molto di più. Con 100 € riempi mezzo carrello. La vecchia bottega sotto casa chiude i battenti. Lo stipendio basta per 20, 25 giorni al mese.



Ma niente paura!



All’uscita dal centro commerciale o ti vendono una carta di credito revolving, che – dati i tassi vicini all’usura -  potremmo ribattezzare “cappio al collo telescopico” oppure – questa è la novità di oggi – ti suggeriscono l’acquisto di un bel “Gratta & Vinci“. Che se sei fortunato vinci un altro biglietto. Ma se c’hai proprio culo ti sei pagato un altro po’ di spesa.



Non lo propongono mica a tutti. Le cassiere hanno l’esperienza – ed i buoni consigli – per capire i soggetti più “vulnerabili” o bisognosi di fortuna, fate voi.



Ad una signora con due bambini che ha comprato 1 pacco di kinder colazione più, 1 brick di vino rosato, 1 pacco di pennarelli, 1 pacco di acquerelli, 1 confezione di nutella; proporre un Gratte & Vinci è un gesto più vicino all’insulto che al marketing.



E temo che la vendita avvenga senza licenza o con autorizzazione incompleta.



Spero di sbagliarmi dal punto di vista normativo (ho comunque avvisato telefonicamente la Guardia di Finanza, ma chi ha risposto ha beatamente detto “se li vendono vuol dire che possono!”) sono convinto della inopportunità dal punto di vista morale.



Sul sito dei Monopoli di Stato è scritto che



La vendita dei biglietti è riservata ai punti vendita autorizzati, di cui possono far parte le ricevitorie del lotto, i tabaccai, le aree di servizio autostradali, i bar, le edicole ed altre categorie.



Non è dato sapere se per “altre categorie” si intendano anche i centri commerciali.



antonino monteleone

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2 Commenti a “La spesa col “Gratta & Vinci””

  1. no imageMario Mallone (Who am I?) Scrive:
    20 Novembre 2008 alle 16:04

    E delle buste con la pubblicità che portiamo in giro al prezzo di 5 centesimi l’una? Che ne dici? Io penso che da un punto di vista ecologico sia giusto pagarle così magari ce le portiamo da casa riciclando ma che almeno siano bianche e anonime!

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  2. no imagerosy (Who am I?) Scrive:
    20 Novembre 2008 alle 23:02

    “La fortuna mi è amica … più lavoro e più mi aiuta”

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