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Domenica 22 le elezione per il Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Scandale

SCANDALE – “Vi piace vincere facile?” recitava fino a qualche tempo fa una pubblicità televisiva, che in una delle versioni vedeva scendere in campo una squadra composta da infiniti calciatori contro una squadra regolamentare.

La Banca di Credito Cooperativo di Scandale. Foto dalla reteEd è quello che in molti devono aver pensato a Scandale di una delle due liste in campo per le elezioni del Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo quando, l’altro giorno, si è diffusa la notizia che all’altra lista erano stati esclusi, per due motivi, ben otto componenti su dodici.

Sei sono stati esclusi perché il commissario straordinario Angelo Pio Gallicchio (che voci di popolo danno vicino, se non addirittura parte integrante dell’altra lista) ha escluso dalla competizione due terzine (ogni lista viene presentata a serie di terzine ognuna delle quali deve essere “garantita” dalla firma di almeno 40 soci) di candidati perché, pare, che alcuni soci avvessero convalidato entrambe le terzine e quindi, secondo lui, non sussisteva più il numero di 40 firme necessarie.

Altri due soci, sempre della stessa lista, sono stati, invece, esclusi dal Fondo di Garanzia (che doveva avallare la candidatura di tutti i candidati), la motivazione non è stata data ma da un indagine veloce si è intuito che i due esclusi hanno rapporti di parentela con due ex componenti del vecchio Consiglio di Amministrazione, i cui componenti sono stati fatti decadere e poi multati dalla Banca d’Italia per una serie di irregolarità, cosa che ha portato la banca ad essere commissariata il 10 ottobre 2010.

Insomma uno ammazza una persona e ci va sotto il fratello o la sorella!!! Assurdo!!!

Anche perché, di contro, c’è stato chi, super multato, ha continuato a “dirigere” la Banca come ha anche evidenziato qualche settimana fa sul Crotonese, in un suo articolo sulla questione, l’esperto Fulvio Mazza.
Insomma pagano i fratelli e non i diretti interessati!

Ma la lista dimezzata non si scoraggia, ha presentato un ricorso per far riammettere almeno una delle due terzine, per andare alle elezioni con sette candidati ed è sicura di ottenere il reintegro.

Insomma a Scandale c’è una vera guerra per queste elezioni (con tratti più feroci di un’elezione comunale già tanto sentita nel centro collinare crotonese) tra chi proprio non vuole mollare il potere e sta facendo di tutto per mantenerlo e chi, a suo dire, è sceso in campo per salvare la Banca degli scandalesi da intromissioni che ne porterebbero fuori dal paese il controllo, basta guardare l’altra lista e farsi due conti.

Discussioni e parole cesseranno domenica 22 gennaio, giorno in cui, alle ore 15,00, è stata fissata dai commissari straordinari Angelo Pio Gallicchio e Nicola Marotta, l’assemblea ordinaria dei soci (la prima convocazione del 21 gennaio alle ore 09,00 presso la sede della banca, è, per prassi consolidata, solo fittizia) presso il centro congressi “Pitagora” sito al Km 251 della Nuova Statale 106 a Crotone, con questo ordine del giorno: politiche di remunerazione – informative all’assemblea, determinazione dei compensi per i componenti il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale e delle modalità di determinazione dei rimborsi di spese sostenute per l’espletamento del mandato, determinazione dei limiti previsti dall’art. 30 dello statuto, elezione dei componenti il Consiglio di Amministrazione previa determinazione del numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione medesimo, elezione del presidente e degli altri componenti il Collegio Sindacale.

In campo, come già detto due liste: “La Banca è di Scandale” (dove però la maggioranza dei componeti sono di fuori paese e che oltre ad essere sponsorizzata dal commissario straordinario – che dovrebbe essere super partes – è legata, secondo quanto si dice in giro, anche al duo Brescia-Carvelli, super multati della precedente gestione dove hanno ricoperto il ruolo di presidente e direttore, infatti in paese tale lista viene anche chiamata “la lista del commissario” o “la lista di Brescia e Carvelli” ed anche “la lista dei crotonesi”) con questi contendenti: Pietro Cerrelli, Tommaso Graziani, Antonio Grisi, Vincenzo Ioppoli, Mario Napolitano, Pantaleone Paparo, Riccardo Proto, Mario Saporito e Antonello Spiccia ai quali si aggiungono quelli candidati al Collegio Sindacale: Ada Filiberto, Donatella Nocita, Luigi Pignataro, Salvatore Suppa e Ottavio Trocino e la lista: “La Nostra Banca” che aveva candidato i seguenti soci (tra parentesi il motivo dell’esclusione): Luigi Cizza, Guglielmo Drammis, Filippo Lettieri, Bruno Paparo, Giuseppe Barbuto (escluso per sottoscrizione doppia), Francesco Chiaravalloti (escluso dal Fondo di Garanzia), Carmine Drammis (escluso per sottoscrizione doppia), Giovanni Ferrarelli  (escluso per sottoscrizione doppia), Maria Luigia Giovinazzi (esclusa dal Fondo di Garanzia), Antonio Girimonti (escluso per sottoscrizione doppia), Gaetano Nicolazzi (escluso per sottoscrizione doppia), Giuseppe Trivieri (escluso per sottoscrizione doppia).

Una vera decimazione, dunque, di cui qualcuno dovrà dar conto alla propria coscienza, sempre che ad alcune persone sia rimasta una coscienza!

Vedremo cosa succederà domenica, intanto in paese la guerra va avanti anche a colpi di manifesti affissi nei locali e sui muri del paese e citazioni colte: su uno la lista rimasta al completo cita Philip Dormer Stanhope Chesterfied che, in “Lettere al figlio”, scriveva: “Il dir menzogne è l’unica arte della bassa capacità, e il solo rifugio dei vili”, la lista, per ora dimezzata, in un comunicato risponde con una frase di Friedrich Wilhelm Nietzsche: “Si paga caro l’acqusto della potenza; la potenza instupidisce”.

Gli scandalesi, dunque, si consolino: comunque vada la Banca di Credito Cooperativo di Scandale avrà un Consiglio di Amministrazione colto!!!
ROSARIO RIZZUTO

Indagato per voto di scambio l'assessore provinciale Gianluca Marino di Crotone

A me, onestamente, con quel suo sigaro in bocca, sempre spento, e quell'aria da "So tutto io!!!" non mi è mai piaciuto, per giunta siamo quasi coetanei e anche lui era al Liceo Scienfico Filolao e non mi piaceva nemmeno allora; ora esce fuori che è indagato per voto di scambio con la 'ndrangheta.
Sto parlando dell'assesore alla Provincia di Crotone (
con delega alla Pubblica Istruzione ed Università, sport spettacolo e tempo libero, promozione e valorizzazione prodotti tipici, rapporti con i cittadini della provincia nel mondo) Gianluca Marino che di solito gira per le scuole a parlare di diritti e doveri e contro le cose che non vanno!!!

Certo tutti siamo innocenti fino a prova contraria ma come dice mio nonno:  "Si na cosa si dicia!!!".

Ecco l'articolo di ieri di Area Locale, dove nella parte finale si racconta di Gianluca Marino: "

Crotone Hydra arrestati capi e gregari dei Vrenna-Ciampà-Bonaventura

Antonio Gaetano Vrenna

"La Polizia di Stato di Crotone, con l'ausilio delle Squadre Mobili di Cuneo e Verona, dei Reparti Prevenzione Crimine Calabria e del Reparto Volo di Reggio Calabria, nell'ambito di una vasta operazione antimafia denominata 'Hydra', ha dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto, nei confronti di dodici soggetti, tutti pregiudicati, appartenenti alla consorteria mafiosa dei Vrenna-Ciampà-Bonaventura, egemone sul territorio del capoluogo", dice una nota diramata dalla Polizia di Stato.

Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione di tipo mafioso, armi, estorsione, atti intimidatori e danneggiamenti nei confronti di imprenditori crotonesi e nei confronti di familiari di collaboratori di giustizia, nonché traffico di stupefacenti.

Grazie all'operazione sarebbe ora stato disarticolato il cartello Vrenna-Ciampà-Bonaventura, con l'arresto delle nuove leve che gestivano tutte le attività illecite in città, dal momento che i capi delle cosche sono in carcere.

L'inchiesta ha cercato di fare luce  su sette attentati incendiari e danneggiamenti commessi tra il dicembre 2008 e il novembre 2009, ai danni di negozi per convincere i titolari a pagare il pizzo e pure nei confronti di congiunti dei collaboratori di giustizia Luigi Bonaventura, Domenico Bumbaca, Vincenzo Marino.

"Dalle indagini – spiega infatti la nota – è emerso che le famiglie storiche di Crotone dei Vrenna-Ciampà-Bonaventura, dopo i numerosi arresti subiti con le operazioni 'Eracles' e 'Perseus', hanno deciso di costituire un nuovo gruppo criminale, costituito dagli uomini più fidati e fedeli" affidando, secondo gli inquirenti, la reggenza del clan ad Antonio Gaetano Vrenna (31 anni, nella FOTO) figlio dell'ex boss Pino Vrenna, da alcuni mesi collaboratore di giustizia.

Antonio Gaetano Vrenna  è infatti accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso insieme a Salvatore Ciampà (31 anni), Franco Ciampà (60 anni), Carmelo Iembo (33 anni), Claudio Covelli ((inteso "Ivanuzzu", 29 anni), Antonio Manetta (26 anni), Mario Stirparo (32 anni), Giuseppe Tricoli (30 anni).

Escluso Franco Ciampà, gli altri sette sono anche accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Un reato che viene contestato anche ad Agostino Frisenda (49 anni); Giuliano Napoli (22 anni, originario di Cinquefrondi ma residente nel Vicentino), Luigi Spagnolo (27 anni), Youness Zari (26 anni, marocchino ma residente a Moncalieri).

Dalle intercettazioni è emerso pure che si stava nuovamente tentando di mettere a segno un attentato contro il procuratore antimafia Pierpaolo Bruni, non si conoscono molti particolari in proposito: solo che  gli uomini della scorta hanno, tempo addietro, fermato ed identificato un uomo della cosca davanti alla casa del pm vestito in abiti da lavoro, apparentemente intento a pulire un'aiuola.

Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati diversi chili di cocaina e sono state individuate le rotte del traffico di sostanze stupefacenti tra Crotone, Bologna e Reggio Calabria.
L'assessore Gianluca Marino, indagato per voto di scambio con la 'ndrangheta, in una foto tratta dal suo blog.

"Massima ed incondizionata fiducia nell’operato di inquirenti e Magistratura" ha  poi dichiarato stamane il Presidente della Provincia di Crotone, Stano Zurlo in relazione all’iscrizione nel registro degli indagati dell’avv. Gianluca Marino, assessore della sua Giunta, al quale gli viene contestato un presunto voto di scambio nell’ambito dell’operazione antimafia “Hydra”.  "Sono certo  – ha aggiunto – che l’assessore Marino dimostrerà, nelle sedi opportune, la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati". 

[AlVal]

[21.01.2011]

Gli ultimi striptii del Partito Democratico…

Il Pd posta:
sabato, 23 gennaio 2010
I soldi della Prociv utilizzati per comprare una bmw

Rosario Rizzuto risponde:

#2    24 Gennaio 2010 – 05:27
 
Cari amici del Pd avrete un brutto risveglio, questi sono i vostri ultimi striptii (come il porco quando viene pugnalato): a breve vi ritirerete di buon ordine di fronte alla concretezza della nuova Provincia di Crotone (che in pochi mesi ha fatto già più del precedente governo in alcuni ambiti) e nel ricordo della nullità di 5 anni di Sergio Iritale e di chi gli è stato vicino…

Il comico Beppe Grillo candidato al Senato in Calabria: si tratta di un ominino ma ci casca anche il Tg 3 della Calabria!!!

C’è cascato anche il Tg 3 regionale della Calabria: il comico Beppe Grillo candidato capolista al Senato in Calabria (ma anche nel resto d’Italia) con la lista "No Euro" così ha appena finito di enunciare Gregorio Corigliano.

Ma il brezzolato giornalista calabrese forse non sa usare internet perchè basta scrivere Grillo candidato su Google per capire che c’è sì un Beppe Grillo candidato capolista al Senato un po’ in tutta Italia, ma non si tratta del comico genovese ma di un omonimo imprenditore del Sud.

Leggete l’articolo della Stampa.it per saperne di più non prima di aver fatto insieme a me i COMPLIMENTI ALL’ATTENTO TG 3 REGIONALE E A TUTTA LA REDAZIONE CALABRESE:

"Beppe Grillo candidato al Senato? La notizia arriva dal palazzo di Giustizia di Bologna dove i cronisti dell’Ansa hanno iniziato a scorrere le liste dei candidati alle Politiche. Tra i simboli presentati c’è anche quello «Lista del Grillo-No Euro» e il capolista al Senato è il comico genovese. Candidato premier Renzo Rabellino. Possibile? Possibile: nome e cognome coincidono. I primi ad essere sorpresi sono proprio i grillini di Bologna, la città che ha tenuto a battesimo il Vaffa-day: «Non ci credo. Non può aver detto di non votare e poi presentarsi alle elezioni. Sarebbe incoerente con i principi del V-Day», commenta Lorenzo Alberghini, uno degli organizzatori.

E in effetti Alberghini ha ragione. Grillo, raggiunto telefonicamente, cade dalle nuvole e spiega di non saperne niente, e di non essere lui il candidato. Il comico sa solo che sono state presentate liste che richiamano il suo cognome. Chi le ha presentate? Se si seguono le tracce lasciate sul web dalla formazione No Euro si arriva a Torino, in via san Donato, uno dei quartieri più popolari e multietnici della città. E’ lì che da anni lavora quel Renzo Rabellino, ex consigliere della Lega Nord nei primi Anni Novanta, e adesso candidato premier di una composita alleanza di cui fanno parte i pensionati e invalidi, la Lega Padana al Nord e la lista Forza Roma nel Lazio. E ancora: i Moderati, No privilegi politici, la lista dell’Automobilista. E’ lui il regista dell’operazione «Alias». Già, perché il signor Beppe Grillo esiste, di professione non fa il comico ma l’imprenditore, non è nato a Genova ma in una città del Sud e ha una sessantina d’anni.

«L’abbiamo conosciuto – racconta Rabellino – durante uno dei nostri banchetti dove spieghiamo ai cittadini la grande truffa dell’euro. Si è fermato a parlare con noi e poi si è presentato. Piacere: Beppe Grillo». Nella mente di Rabellino e dei suoi è scattato qualcosa: «E’ più di un anno che ci ragioniamo anche perché noi condividiamo il 99% delle posizioni del comico». Nelle scorse settimane l’operazione entra nel vivo e si formalizza la proposta di candidatura: «Ha reagito con grande entusiasmo. E così siamo partiti», racconta Rabellino. L’operazione «Alias» è stata pianificata nei minimi dettagli. I militanti della lista No Euro sono partiti da Torino e per quindici giorni hanno bivaccato davanti al Viminale per essere i primi alle 8 del mattino del 29 febbraio a consegnare un simbolo che si richiama al grillo parlante di Collodi ma che punta a presentarsi come «la voce critica ma veritiera degli italiani e del malcontento che attraversa l’Italia». Il regista spiega: «E’ dal 2003 che noi denunciamo, inascoltati, gli effetti distruttivi dell’euro che ha solo fatto arricchire i banchieri e scavato voragini sociali». Poi è arrivato Grillo e «noi condividiamo buona parte delle sue critiche».

Non è la prima volta che Rabellino si cimenta nella caccia all’Alias. Aprile 2001, elezioni comunali di Torino. Il candidato del centrodestra si chiama Roberto Rosso, è un vercellese, parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia. Il centrosinistra, dopo la scomparsa di Domenico Carpanini, schiera Sergio Chiamparino. I sondaggi parlano di un testa a testa. A sorpresa spunta un altro aspirante primo cittadino e una lista con la scritta Rosso sindaco. Il signore in questione arriva da Milano, il nome di battesimo è Gianfranco e di professione fa il giornalista. Lo sostiene il comitato Torino Libera? Chi c’è dietro? Naturalmente Rabellino. Come finì? A carte bollate – l’azzurro Rosso si rivolse alla procura – e con la vittoria di Chiamparino.

Adesso la storia si ripete. Rabellino non è pentito e a chi gli domanda se non si sente un truffatore o uno che prende per i fondelli gli italiani risponde così: «E’ il sistema che racconta balle e che truffa gli italiani. Se io non avessi trovato un omonimo di Grillo quando mai lei mi avrebbe cercato per parlare del programma politico di No Euro?». E aggiunge: «Siamo contro la casta della politica e contro la casta dei giornalisti. In un sistema scorretto non abbiamo fatto niente di male. Cerchiamo solo di dare visibilità alle nostre idee».".