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Enzo Sculco vince anche a Scandale mentre finisce la prima settimana del sindaco Vasovino: pazienza ne mancano solo 259!!!

La prima settimana con sindaco Carmine Vasovino è passata.

Forza e coraggio ne rimangono solo altre 259 anche se non credo che questa legislatura comunale arrivi al termine naturale!!!

Quindi su su sorridete che presto tornerà il bel tempo anche a Scandale!

A proposito, mi hanno riferito che Flora Sculco, figlia di Enzo Sculco nonchè candidata a consigliera più votata di Crotone con 640 preferenze, sull'emittente RTI abbia dichiarato che il suo partito, I Demokratici, quindi il plurindagato e condannato Enzo Sculco, abbia vinto anche a Scandale.
Enzo Sculco e Carmine Vasovino, alleati (?) a Scandale. Foto Sculco dalla rete, Foto Vasovino Rosario RizzutoOgni commento mi sembra inutile e superfluo ma proviamo a fare un riepilogo, solo provvisorio, di chi ha, dietro le spalle, Carmine (Antonio) Vasovino.
Personaggi che lo rendono un sindaco meno libero!!!

L'odine è casuale non riuscendo ad individuare chi è il leone della foresta:

  1. Enzo Sculco,
  2. Antonio Barberio,
  3. Fabio Brescia,
  4. Carlo Brescia
  5. Filippo Lettieri
  6. Antonio Grisi
  7. Ermanno Pascuzzo.

La lista non è completa e sarà aggiornata presto ma potete farlo anche voi, in base alle vostre conoscenze, inserendo nei commenti i nomi di chi sta dietro Vasovino!!!

Di padre in figlio/a… da Flora Sculco a Leo Barberio…

Cosa hanno in comune Crotone e Scandale in questa tornata elettorale appena conclusa (anche se a Crotone sarà necessario il ballottaggio)?
Leo Barberio durante una manifestazione culinaria. Foto Rosario Rizzuto
A Scandale il primo degli eletti (ossia quello che ha ottenuto più preferenze per esattezza 133) è stato Leopoldo, detto Leo, Barberio, figlio di Antonio detto Totò, presidente della fallente Akros e consigliere provinciale di minoranza.

Ebbene anche a Crotone la più votata è una figlia d'arte, si tratta di Flora Sculco, figlia di Enzo Sculco (che non ho mai capito cosa faccia nella vita!) che nonostante i continui guai giudiziari del padre (da solo o in combutta con altri) e, senza alcun dubbio, con l'aiuto di questo o solo grazie a questo, è riusciuta ad ottenere 640 preferenze.
UNa manifestazione elettorale con Flora Sculco e il suo "grande" papà! Foto da FacebookE' una situazione vergognosa: spariscono i padri ma le generazioni politiche continuano grazie ai voti, a volte poco puliti, dei genitori che proprio non vogliono arrendersi al ruolo di prime donne e credono di poterlo perpetrare nella loro prole.

Ma mi domando: come si possono dare 640 preferenze alla figlia di Enzo Sculco?!

Sono tutti voti liberi?

Un articolo sui politici calabresi condannati su Repubblica

Condanne e "riabilitazioni" nella carriera di un politico calabrese
Tanti come lui: 4 consiglieri regionali, nella legislatura, sono finiti in galera

Consigliere Sculco: avanti e indietro
tra aule politiche e di giustizia

Come un calciatore afflitto da fastidiosi malanni fisici, Enzo Sculco politico calabrese molto amato (e moltissimo votato) subisce ad intermittenza verdetti giudiziari. Ma l’uomo, che ha un carattere di ferro, si piega però non si spezza. Ecco la sua storia.

Enzo Sculco. Foto www.arealocale.comRiepiloghiamo. Due anni fa, Sculco, capogruppo della Margherita al consiglio regionale della Calabria, viene condannato dal tribunale di Crotone a sette anni e sei mesi di reclusione per una serie di reati (truffa, frode, turbativa d’asta) e interdetto dai pubblici uffici. La legge è legge e dunque il consiglio regionale deve privarsi della presenza dell’onorevole. Sculco esce dal campo, per lui scatta la sospensione. Passano i mesi, due, tre, poi cinque, quindi dieci, infine diciotto. La giustizia è lenta e il giudizio d’appello ancora è in attesa di essere celebrato. La Regione Calabria ha bisogno di Sculco e, allo spirare del diciottesimo mese di sospensione, lo richiama ex lege in campo.

E’ agosto del 2008, gli inizi. Un giorno di festa per la politica. Sculco, commosso, ringrazia: "Sono qui, dopo lunghi mesi di assenza, non a dispetto di qualcosa o di qualcuno, ma per ragioni di diritto e in forza della mia rappresentatività e per volontà di migliaia di cittadini che hanno liberamente scelto di farsi rappresentare dal sottoscritto in questa Istituzione". Applausi e pacche sulle spalle, fiori e lacrime. E gioia. Tanta.

Adesso, è notizia di tre giorni fa, Sculco, un bel passato da sindacalista della Cisl, si vede ricondannare, prima ancora che il suo precedente appello venga celebrato, a un anno e tre mesi di reclusione per il reato di truffa aggravata e falso ideologico. Nella sfortuna della condanna bis c’è però un risvolto positivo: essendo la pena inferiore ai due anni il consigliere (che nel frattempo ha versato integralmente i contributi pensionistici, turando anche la falla della obbligata disoccupazione di diciotto mesi) non deve abbandonare il campo e lasciare per la seconda volta l’aula e la sua professione di politico.
E meno male, perché in Calabria c’è una continuo turn over.

Dionisio Gallo. Foto dalla reteApriamo una parentesi. In quella stessa seduta che decretò il reintegro di Sculco, l’Istituzione calabrese affrontò con garbo e rispetto, e con rara misericordia, l’uscita dal terreno di gioco, cioè dall’aula, di un altro valente collega: il consigliere dell’Udc Dionisio Gallo, condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa.

Nell’attesa e nella speranza che anche Gallo, come Sculco, veda riconosciuta in appello la sua innocenza, il momento no della politica calabrese può dirsi alle spalle. In questa sfortunata legislatura i consiglieri regionali hanno già dovuto fare il conto con defezioni improvvise e impreviste. Altri quattro colleghi hanno avuto la visita dei carabinieri e sono finiti in manette. Ai domiciliari o in carcere, hanno dovuto lasciare il loro scranno vuoto e indifeso. Ma poi tutti sono ritornati ai posti di combattimento. Indagare il loro stato d’animo non è facile.

Per tutti vale la parola di Franco La Rupa, ex Udeur, accusato di scambio elettorale politico-mafioso, che – scarcerato – invocò un’alternativa più dolce alle manette: "Le mie peripezie giudiziarie nascono dalle preoccupazioni per la mia ascesa politica. Mi auguro che nemmeno i più fragili elettori si facciano influenzare da chi non ha a disposizione strumenti più armonici del tintinnio di manette".

Segnala una storia a
a.caporale@repubblica.it

(2 marzo 2009)

Grazie a chi mi ha segnalato questo articolo.

Sergio Iritale a Tele Diogne

Quanto è bello Sergio Iritale a Tele Diogene!!!

Sergio Iritale. (Foto dalla rete).

"Vallone deve dire – dice Iritale - se è lui che governa (al Comune di Crotone, n.d.b.) o governa Sculco"???
Enzo Sculco. Foto arealocale.com 

Wow che forte…