Posts Tagged ‘ingiustizia’

Le monetine, i vigili di Crotone, Matricola 13 e vincono sempre loro

Avrei voluto ricominciare a scrivere sul mio blog raccontandovi della mia Quarta Fuiutina ma i tempi non sono ancora maturi…

Oppure il 31 Dicembre in occasione del mio 45esimo compleanno…

Ma chi ha tempo non aspetti tempo mi ha sempre detto mia mamma, e, quanto successo stamane negli uffici della polizia municipale di Crotone, va raccontato e non mi può bastare un post su Facebook, VA RACCONTATO SERIAMENTE!!!

Innanzitutto un appunto: sono sempre stato disponibili con tutti gli amici e colleghi giornalisti quando è successa qualcosa a Scandale, anche con quelli per cui non scrivevo in quel momento, perciò non dico che mi aspettassi la presenza di media come quando è il Maestro Orafo Michele Affidato a convocare la stampa però che qualcuna delle giornaliste amiche che avevo invitato o della stampa in genere venisse a cercare di capire cosa volesse “sto matto” penso che ci poteva stare.

NON E’ VENUTO NESSUNO, me ne ricorderò quando serviranno foto ed info da Scandale.

Detto questo, dopo il rifiuto di mia moglie a venire stamane con me, avevo anche perso quella forza necessaria per fare un gesto che è un po’ fuori dagli schemi ma i miei spinaci, stamane, sono stati la mia collega Filly che senza alcun problema mi ha detto che mi avrebbe accompagnato lei.

E’ con una delle più belle Assistenti amministrativi al mio fianco, altro che Braccio di Ferro, sono diventato di colpo Superman.

Sono arrivato al comando in via Gallucci alle 09,32 pure preoccupato che i colleghi giornalisti si potessero essere scocciati per i 2 minuti di ritardo e fossero andati via.

Invece, come detto, non c’era nessuno.

La multa, ingiusta, comminatami il 18 Dicembre 2017

La multa, ingiusta, comminatami il 18 Dicembre 2017

Avevo messo i 28,70 Euro in monetine da 1 e 2 centesimi di Euro (Circa 1900 monetine da 1 centesimo e poco meno di 500 da 2 centesimi) nel mio zaino granato.

 

Una delle due buste contenenti le monetine per pagare la multa

Una delle due buste contenenti le monetine per pagare la multa

Appena siamo entrati nel cancello un vigile (o forse il capitano dei vigili) ci ha chiesto se poteva esserci da aiuto e ci ha indicato dove andare per pagare la multa.

Il multato prima di me si sente dire che se voleva i 30 centesimi di resto doveva aspettare che la Matricola 13 andasse di là a prenderli: HA ASPETTATO. Anche la sua multa era ingiusta (lo sono un po’ quelle di tutti) e non gli andava di dover lasciare pure la mancia a Matricola 13.

TOCCA A ME!!!

Consegno la ricevuta della multa, aspetto che compili lui la ricevuta di avvenuto pagamento e dopo che me la porge chiedendomi i 28,70 euro apro il mio zaino e gli consegno la prima busta con 1.570 monetine da un centesimo equivalenti a 15,70 euro.

Si vede che non sono il primo a protestare così, infatti Matricola 13 è preparato e sa la lezioncina a memoria: “Che sono queste? Non le posso accettare. Al massimo si possono accettare fino a 50 monete! LO DICE LA LEGGE”.

PERO’ AGGIUNGE CHE LA LEGGE ME LA DEVO TROVARE DA SOLO!!!

Fricati! VUOI VEDERE CHE TUTTO IL LAVORO FATTO PER RACIMOLARE LE MONETINE SE NE VA A PUTTANE?!?

Veloce ricerca su internet, qualche altro pazzo che ha tentato il mio stesso gesto c’è stato, e, su un sito, citano, in merito, l’articolo 11 del Decreto Legge 974/98 che recita:

"Articolo 11 
A decorrere dal 1 gennaio 2002 gli Stati membri partecipanti coniano monete metalliche 
denominate in euro o in cent, conformi alle denominazioni e alle specificazioni tecniche 
che il Consiglio puo' stabilire a norma dell'articolo 105 A, paragrafo 2, seconda frase 
del trattato. Fatto salvo l'articolo 15, dette monete metalliche sono le uniche monete 
metalliche aventi corso legale in tutti gli Stati membri partecipanti. 
Ad eccezione dell'autorita' emittente e delle persone specificamente designate 
dalla normativa nazionale dello Stato membro emittente, nessuno e' obbligato 
ad accettare piu' di cinquanta monete metalliche in un singolo pagamento".

Onestamente non so se è questo il caso ma pazienza, quello che volevo fare l’ho fatto, così do a Matricola 13 la mia carta di credito, pensando di essere in un paese moderno, ma il comando dei vigili di Crotone non è fornito di Pos (chissà perchè?) e così devo pagare come avrebbe fatto qualsiasi mortale con 30 Euro.

Nel darmi il resto Matricola 13 ha la sua piccola rivincita: è lui che mi “impizza” a me due monetine da 5 centesimi…

Il resto di Matricola 13

Il resto di Matricola 13

Per sapere da dove è nata questa protesta vedetevi il mio video subito dopo avermi fatto la multa: https://www.youtube.com/watch?v=Pwx2il8RxI0

 

Parcheggio alla crotonese, nemmeno la macchina che fotografa le infrazioni sta riuscendo ad educare i discendenti di Pitagora

Parcheggio alla crotonese in Via XXV Aprile a Crotone. Foto Rosario Rizzuto col cellulare

Parcheggio alla crotonese! E se da lì doveva passare una persone disabile? Possibile che non si riesca a fare due passi in più?! Possibile che contravvengono alle regole anche i dipendenti di una società provinciale? Nessuno prenderà provvedimenti?! La foto è stata scattata Lunedì 23 Aprile intorno alle 11,00 in Via XXV Aprile, 11.

Il Casabona ed i suoi tifosi (tutti!!!?) rispondono a ByRos…

Nella mia vita sono stato promotore o causa di molte cose ma che qualcuno o qualcosa potesse tornare a scrivere su un un blog chiuso per rispondere ad un mio post non me lo sarei mai aspettato! Io mi sono tediato subito a leggere l’ultimo post (che palle, citazioni colte e via dicendo!!!) ma se voi doveste leggerlo fatemi sapere che dicono…

SCANDALE – ROCCABERNARDA, LA RISPOSTA DELLA S.S. CASABONA CALCIO

Considerato quanto accaduto nei giorni scorsi in seguito alla gara tra Scandale e Roccabernarda, riteniamo opporttuno aprire un piccolo spazio per consentire alla Società Casabona Calcio di esprimere le proprie considerazioni in merito alle pesanti accuse circolate in rete.

Risposta alle illazioni apparse sul Blog By.Ros in data 26 marzo 2012

“Lo scrivere è un ozio affaccendato”. Con questo aforisma di Goethe ci è facile affermare che il bello del blog è che non devi rendere conto a nessuno delle cose che si scrivono …

Ognuno esprime il proprio pensiero come meglio gli aggrada, senza prendere il permesso da nessuno, c’è chi si straccia le vesti, c’è invece chi è realista e non un sognatore giovane o anziano che sia. C’è anche chi sa che c’è un tempo per vincere e gioire e c’è pure un tempo per perdere e soffrire e, per quel che ci riguarda, noi l’affrontiamo con pari dignità e consapevolezza. La passione per il calcio talvolta fa brutti scherzi e buca la rete, quella telematica! Siamo quasi abituati a tutti i livelli, alla presenza di tanta gente che scrive sui blog da angolature diverse, spesso anche condizionate da latenti frustrazioni.

Ecco noi non stimiamo quest’altra faccia del calcio che usa il vilipendio, l’oltraggio, l’insulto, con il facile rischio di alimentare il seme della violenza contro la mission che spinge tante persone, ogni domenica e durante la settimana con molti sacrifici e tanta passione, a supportare il calcio dilettantistico di periferia. Riconosciamo allo Scandale il merito di aver disputato sin qui un buon campionato, ma prendiamo le distanze da chi, probabilmente, non ha dato nessun contributo al ruolino di marcia di questa squadra ed ora inneggia logorato, in preda forse a frustrazioni, a presunti complotti orditi con la complicità del Casabona, dimenticando che proprio il Casabona Calcio solo pochi mesi fa, in quel di Soverato, disputava la finale regionale per l’accesso al campionato di 1^ categoria sfumato per le assenze pesanti di giocatori importanti e per qualche squalifica di troppo (conseguenza della finale provinciale con il Rocca di Neto Calcio, vinta nonostante … palesi errori arbitrali,sic!).

Con riferimento all’attuale campionato, senza voler rievocare trascorsi più o meno lontani, ne tantomeno polemizzare con alcuno, vi assicuriamo che torti e/o sviste arbitrali ne abbiamo subiti molti (non riteniamo in questo contesto citare alcune palesi situazioni e episodi a nostro sfavore). Consentiteci, comunque una notazione per l’estensore dell’articolo in oggetto, poiché evidentemente ha la memoria corta (o perlomeno gli fa comodo così) o è in malafede dal momento che non riferisce in merito alla manifesta disattenzione dell’arbitro oggettivamente accusabile di non aver visto (la valutiamo come una svista), durante la partita Casabona-Roccabernarda (sul risultato di 0-0), il difensore, ultimo uomo, che pur di fermare Giuseppe TURANO – chiunque ne conosce le doti di velocista – lanciato a rete, non ha trovato di meglio che aggrapparsi alla sua maglia, situazione di gioco questa sanzionabile a norma regolamentare con la punizione a favore del Casabona e l’espulsione del difensore (farsi riferire in merito da quelli di Scandale intellettualmente onesti e presenti in quel di Roccabernarda). Non ce ne vogliano a male gli amici del Roccabernarda per la citazione. Riteniamo siano persone intelligenti. Ciò nondimeno siamo convinti che sviste e/o errori alla fine tutto sommato si compensano, né crediamo alla malafede degli arbitri, attori questi grazie ai quali con la loro passione continuano a far esistere il calcio. Dovremmo tutti riflettere riguardo a quanti insulti e quant’altro ricevono ogni domenica sui campi di calcio soprattutto in quelli di periferia.

Chi ama il calcio non può amare chi lo rovina deturpandolo, infischiandosene dei principi di lealtà sportiva, di quel tacito patto tra galantuomini che hanno fatto del calcio un fenomeno di aggregazione basato sul principio del rispetto dell’avversario.

L’insegnamento di chi vuole “fottere” non ci interessa. Per questo motivo noi NON STIMIAMO GLI ANTISPORTIVI.

Da ultimo, senza l’ostentazione di volersi elevare a loro paladini, non possiamo esimerci dal manifestare il nostro sostegno a Giuseppe Talarico, Saverio Oliverio e Sergio Contarino, che sono stati, inopportunamente, tirati in ballo. Il segretario della delegazione Provinciale della Lega Nazionale Dilettanti (Saverio OLIVERIO), è pur vero che è nativo di Casabona (anche se vive stabilmente a Crotone ormai da moltissimi anni; è anche cittadino Crotonese!), chi lo conosce sa però che è persona perbene al pari, non v’è dubbio, del Presidente TALARICO, delegato provinciale della FIGC – LND – e del Presidente della Sezione AIA di Crotone, CONTARINO.

Questo finale di stagione, tra i molti infortuni e vicissitudini varie che hanno condizionato non poco il nostro campionato, aveva tolto al Casabona le emozioni, le velleità agonistiche e quasi tutti i sentimenti. Dopo aver casualmente letto questo Blog… è tornata anche un filo di speranza!!!

“Il calcio è straordinario proprio perché non è fatto di sole pedate. Chi ne delira va compreso.” Così scriveva il mitico Gianni Brera.

Il Casabona Calcio e i suoi tifosi indignati.

P.S.: l’articolato ed efferato complotto architettato ai danni dello Scandale, caro “tapino”, ha prodotto, come conseguenza, la ripetizione della gara SCANDALE-ROCCABERNARDA, decisione che di certo non può far piacere al Roccabernarda.

Un nota di biasimo a quei personaggi dello Scandale (speriamo non siano molti) che sostengono la convinzione, assolutamente falsa, dell’autore dell’articolo in esame e che non perdono occasione per infangare il Casabona

    • Rosario ByRos Rizzuto In tutto questo, logicamente, come già successo altre volte, Dome Marazzita e gli altri si fanno i fatti loro!

      5 minuti fa · 
    • Rosario ByRos Rizzuto Poi mi ci sono messo d’impegno e l’ho letto il post. Il lecchinaggio verso il potere non finirà mai. Magari ora avranno qualche altro favore in più dopo tutte le laccate fatte ad oliverio, talarico e contarino! Me tapino, come mi definiscono questi scrittori occasionali che logicamente non si firmano con nome e cognome! Un giocattolo rotto da chi sapete ed ora va a a finire che a rovinare il calcio locale è stato By.Ros. Ma mi faccino il piacere…!!!

      2 secondi fa · 

      Riporto i commenti messi su Facebook, onestamente mi rompo a perdere tempo con gente a cui mostri la luna e continuano imperterriti a guardare il dito… Il tempo mi darà ragione…

La Commissione Disciplinare Territoriale della Figc di Catanzaro delibera sulla gara Rocca di Neto – Cirò: cambia poco, confermata la versione dell’arbitro!

C’è poco da fare quello che scrive l’arbitro è Vangelo.

Se un arbitro di calcio, per esempio, affermasse che un Angelo o la Madonna sono intervenuti sul campo di calcio provocando la sospensione della gara e le società in gara facessero ricorso, la Commissione Disciplinare Territoriale, benchè composta da uomini laureati, da avvocati, darebbe ragione all’arbitro.

E’ TUTTO COSI’ ASSURDO. Impossibile lottare: hanno sempre ragione loro, una lobby fortissima ed imbattibile, che ha sempre ragione!

Ecco il responso della CDT sui fatti relativi alla gara Rocca di Neto – Cirò: alla fine ha avuto ragione sempre lui: l’arbitro!!!!

La Commissione Disciplinare Territoriale, riunitasi a Catanzaro il 19 marzo 2012, ha adottato le seguenti decisioni:

Collegio composto dai Sigg.ri:

- Avv. Fabio MIGLIACCIO PRESIDENTE;

- Avv. Paolo MORICA COMPONENTE;

- Avv. Anna PIANE COMPONENTE.

con l’assistenza alla segreteria del Dott. Domenico Antonio Crispino;

In rappresentanza dell’A.I.A.-CRA : sig. Lorenzo Costa.

RECLAMO n.112 della Società A.C. ROCCA DI NETO

avverso il deliberato del Giudice Sportivo Territoriale della Delegazione provinciale di Crotone di cui al Comunicato Ufficiale nr.30 del 23.2.2012 (punizione sportiva della perdita della gara A.C. Rocca di Neto – F.C. Ciro’ del 19.2.2012; UN punto di penalizzazione in classifica; squalifica del campo di gioco per DUE giornate; ammenda di € 300,00; squalifica calciatori AMARITI Rosario e APA Francesco fino al 23 AGOSTO 2013; squalifica calciatore LUMARE Giovanni, capitano, per QUATTRO giornate; inibizione dirigente CAPUTO Giuseppe fino al 23 FEBBRAIO 2016).

 

RECLAMO n.113 della Società F.C. CIRO’

avverso il deliberato del Giudice Sportivo Territoriale della Delegazione provinciale di Crotone di cui al Comunicato Ufficiale nr.30 del 23.2.2012 (punizione sportiva della perdita della gara A.C. Rocca di Neto – Ciro’ del 19.2.2012; UN punto di penalizzazione in classifica; squalifica calciatori LE ROSE Luigi, DE PASQUALE Nicodemo, AFFATATO Gianluigi, fino al

23 AGOSTO 2013; squalifica calciatore BLEFARI Francesco per QUATTRO giornate; inibizione dirigente SCULCO Mario fino al 23 MAGGIO 2012).

 LA COMMISSIONE DISCIPLINARE TERRITORIALE

 letti gli atti ufficiali ed il reclamo;

sentite le reclamanti e l’arbitro a chiarimenti;

in via preliminare, per evidenti ragioni di connessione oggettiva, dispone la riunione dei due reclami.

RILEVA

le sanzioni riportate in epigrafe sono state irrogate in primo grado per sanzionare i fatti avvenuti nel corso dell’incontro Rocca di Neto – Cirò del 19 febbraio u.s..

La citata gara, dopo una prima aggressione all’arbitro portata dai calciatori del Rocca di Neto, è stata proseguita pro-forma venendo, poi, sospesa per decisione dell’arbitro vittima di una seconda aggressione fisica perpetrata a suo danno ad opera dei tesserati della squadra ospite del Cirò.

Le reclamanti si dolgono della decisione del giudice di prime cure adducendo, sostanzialmente, che la narrazione dei fatti effettuata dall’arbitro nel suo rapporto di gara non risponde a verità e che, nello specifico, nessun atto di violenza a suo danno è stato compiuto dai calciatori e tesserati che si sono limitati al più a comportamenti di vibrata protesta per contestare decisioni tecniche non

condivisibili.

Nel corso dell’odierna seduta l’arbitro ha confermato il contenuto del suo rapporto ed ha inteso in particolare ribadire ed illustrare come abbia messo in atto tutti i provvedimenti necessari a condurre a termine la gara, non trovando, tuttavia, alcuna assistenza né da parte della dirigenza delle due squadre né dai capitani, che, interpellati in occasione di entrambe le aggressioni, non hanno offerto alcun contributo. Il capitano del Cirò, Le Rose Luigi, ha anzi partecipato, come parte attiva, esso stesso all’aggressione. Nessun dubbio solleva il resoconto che il Direttore di gara ha fatto degli eventi avvenuti nel corso della gara che occupa.

Gli episodi di violenza, seppur non di gravita tale da cagionare conseguenze lesive all’arbitro, sono stati tali da imporre le decisioni prese dallo stesso.

La prosecuzione della gara pro-forma prima e la sospensione della stessa in via definitiva quindi, hanno rappresentato le sole opzioni percorribili, atteso che entrambe le squadre si sono rese responsabili di gravi episodi di violenza, tra l’altro in contesti temporali diversi.

Non rileva il fatto che il comportamento dei tesserati del Rocca di Neto abbia causato la decisione di continuare la gara pro-forma e quello dei tesserati del Cirò ne abbia sancito la definitiva sospensione, in quanto un giudizio complessivo degli accadimenti non può che legittimare le decisioni dell’arbitro, che non poteva che “chiudere” definitivamente l’incontro dopo ben due tentativi non andati a buon fine.

Consequenziale è il giudizio di responsabilità da attribuire ad entrambe la società.

In merito all’ulteriore giudizio di congruità delle sanzioni si rappresenta quanto segue.

In particolare: ineccepibile la sanzione della punizione sportiva della perdita della gara e del punto di penalizzazione comminate alle società per evidenti ragioni di responsabilità oggettiva riconducibili ad entrambe.

Parimenti inattaccabile, in quanto congrua, appare la sanzione della squalifica del campo di gioco del Rocca di Neto, squadra ospitante, per due giornate atteso che, in aggiunta alle responsabilità già evidenziate, rileva il grave comportamento del dirigente accompagnatore Caputo che, oltre ad aggredire e minacciare l’arbitro, ha permesso l’entrata sul terreno di gioco di sostenitori che hanno anch’essi colpito l’arbitro. In via consequenziale va affermata l’adeguatezza dell’inibizione inflitta al Caputo.

Vanno al contrario rimodulate le sanzioni inflitte ai calciatori Amariti, Apa, Le Rose, De Pasquale e Affatato, che hanno colpito l’arbitro, riducendole a tutto il 15 febbraio 2013.

P.Q.M.

riduce le squalifiche inflitte ai calciatori AMARITI Rosario, APA Francesco della società Rocca di Neto e LE ROSE Luigi, De PASQUALE Nicodemo, AFFATATO Gianluigi della società Cirò fino al 15 FEBBRAIO 2013;

rigetta i reclami nel resto e dispone accreditarsi le rispettive tasse reclamo sul conto delle società reclamanti.

L’Avis di Scandale ‘censura’ la lista La Nostra Banca

Uno:

L'Avis di Scandale censura la lista La Nostra Banca
L’Avis di Scandale censura la lista La Nostra Banca

Due:
L'Avis di Scandale 'censura' la lista La Nostra Banca 

 Tre:

L’Avis di Scandale ‘censura’ la lista La Nostra Banca

 Quattro:
L'Avis di Scandale censura la lista La Nostra BancaBasterebbero le foto per spiegare quanto successo, ma ho trovato di cattivo gusto, con tanto spazio a disposizione in paese per attaccare l’informativa Avis, la caccia al manifesto di ringraziamento predisposto dalla lista La Nostra Banca, da parte  degli attacchini dell’Avis per coprire quello che i soci scandalesi della Bcc di Scandale volevano far sapere alla popolazione.

Mancanza di tatto e di buona fede e poco senso civico e democratico; d’altra parte non ci vuole mica uno scienziato per capire perchè è stato fatto ciò!!!

Comunque il manifesto pulito della lista La Nostra Banca è questo:

Il manifesto di ringraziamento della lista La Nostra Banca.

Il manifesto di ringraziamento della lista La Nostra Banca.

 

Domenica 22 le elezione per il Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Scandale

SCANDALE – “Vi piace vincere facile?” recitava fino a qualche tempo fa una pubblicità televisiva, che in una delle versioni vedeva scendere in campo una squadra composta da infiniti calciatori contro una squadra regolamentare.

La Banca di Credito Cooperativo di Scandale. Foto dalla reteEd è quello che in molti devono aver pensato a Scandale di una delle due liste in campo per le elezioni del Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo quando, l’altro giorno, si è diffusa la notizia che all’altra lista erano stati esclusi, per due motivi, ben otto componenti su dodici.

Sei sono stati esclusi perché il commissario straordinario Angelo Pio Gallicchio (che voci di popolo danno vicino, se non addirittura parte integrante dell’altra lista) ha escluso dalla competizione due terzine (ogni lista viene presentata a serie di terzine ognuna delle quali deve essere “garantita” dalla firma di almeno 40 soci) di candidati perché, pare, che alcuni soci avvessero convalidato entrambe le terzine e quindi, secondo lui, non sussisteva più il numero di 40 firme necessarie.

Altri due soci, sempre della stessa lista, sono stati, invece, esclusi dal Fondo di Garanzia (che doveva avallare la candidatura di tutti i candidati), la motivazione non è stata data ma da un indagine veloce si è intuito che i due esclusi hanno rapporti di parentela con due ex componenti del vecchio Consiglio di Amministrazione, i cui componenti sono stati fatti decadere e poi multati dalla Banca d’Italia per una serie di irregolarità, cosa che ha portato la banca ad essere commissariata il 10 ottobre 2010.

Insomma uno ammazza una persona e ci va sotto il fratello o la sorella!!! Assurdo!!!

Anche perché, di contro, c’è stato chi, super multato, ha continuato a “dirigere” la Banca come ha anche evidenziato qualche settimana fa sul Crotonese, in un suo articolo sulla questione, l’esperto Fulvio Mazza.
Insomma pagano i fratelli e non i diretti interessati!

Ma la lista dimezzata non si scoraggia, ha presentato un ricorso per far riammettere almeno una delle due terzine, per andare alle elezioni con sette candidati ed è sicura di ottenere il reintegro.

Insomma a Scandale c’è una vera guerra per queste elezioni (con tratti più feroci di un’elezione comunale già tanto sentita nel centro collinare crotonese) tra chi proprio non vuole mollare il potere e sta facendo di tutto per mantenerlo e chi, a suo dire, è sceso in campo per salvare la Banca degli scandalesi da intromissioni che ne porterebbero fuori dal paese il controllo, basta guardare l’altra lista e farsi due conti.

Discussioni e parole cesseranno domenica 22 gennaio, giorno in cui, alle ore 15,00, è stata fissata dai commissari straordinari Angelo Pio Gallicchio e Nicola Marotta, l’assemblea ordinaria dei soci (la prima convocazione del 21 gennaio alle ore 09,00 presso la sede della banca, è, per prassi consolidata, solo fittizia) presso il centro congressi “Pitagora” sito al Km 251 della Nuova Statale 106 a Crotone, con questo ordine del giorno: politiche di remunerazione – informative all’assemblea, determinazione dei compensi per i componenti il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale e delle modalità di determinazione dei rimborsi di spese sostenute per l’espletamento del mandato, determinazione dei limiti previsti dall’art. 30 dello statuto, elezione dei componenti il Consiglio di Amministrazione previa determinazione del numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione medesimo, elezione del presidente e degli altri componenti il Collegio Sindacale.

In campo, come già detto due liste: “La Banca è di Scandale” (dove però la maggioranza dei componeti sono di fuori paese e che oltre ad essere sponsorizzata dal commissario straordinario – che dovrebbe essere super partes – è legata, secondo quanto si dice in giro, anche al duo Brescia-Carvelli, super multati della precedente gestione dove hanno ricoperto il ruolo di presidente e direttore, infatti in paese tale lista viene anche chiamata “la lista del commissario” o “la lista di Brescia e Carvelli” ed anche “la lista dei crotonesi”) con questi contendenti: Pietro Cerrelli, Tommaso Graziani, Antonio Grisi, Vincenzo Ioppoli, Mario Napolitano, Pantaleone Paparo, Riccardo Proto, Mario Saporito e Antonello Spiccia ai quali si aggiungono quelli candidati al Collegio Sindacale: Ada Filiberto, Donatella Nocita, Luigi Pignataro, Salvatore Suppa e Ottavio Trocino e la lista: “La Nostra Banca” che aveva candidato i seguenti soci (tra parentesi il motivo dell’esclusione): Luigi Cizza, Guglielmo Drammis, Filippo Lettieri, Bruno Paparo, Giuseppe Barbuto (escluso per sottoscrizione doppia), Francesco Chiaravalloti (escluso dal Fondo di Garanzia), Carmine Drammis (escluso per sottoscrizione doppia), Giovanni Ferrarelli  (escluso per sottoscrizione doppia), Maria Luigia Giovinazzi (esclusa dal Fondo di Garanzia), Antonio Girimonti (escluso per sottoscrizione doppia), Gaetano Nicolazzi (escluso per sottoscrizione doppia), Giuseppe Trivieri (escluso per sottoscrizione doppia).

Una vera decimazione, dunque, di cui qualcuno dovrà dar conto alla propria coscienza, sempre che ad alcune persone sia rimasta una coscienza!

Vedremo cosa succederà domenica, intanto in paese la guerra va avanti anche a colpi di manifesti affissi nei locali e sui muri del paese e citazioni colte: su uno la lista rimasta al completo cita Philip Dormer Stanhope Chesterfied che, in “Lettere al figlio”, scriveva: “Il dir menzogne è l’unica arte della bassa capacità, e il solo rifugio dei vili”, la lista, per ora dimezzata, in un comunicato risponde con una frase di Friedrich Wilhelm Nietzsche: “Si paga caro l’acqusto della potenza; la potenza instupidisce”.

Gli scandalesi, dunque, si consolino: comunque vada la Banca di Credito Cooperativo di Scandale avrà un Consiglio di Amministrazione colto!!!
ROSARIO RIZZUTO

La Nostra Banca: 'La nostra battaglia è una vera e propria difesa dall’arrembaggio bramoso di potere!'

Che il nostro si chiamasse “Comitato a difesa della Bcc di Scandale” era un fatto chiaro e limpido, non a caso ribadiamo che la nostra battaglia sia una vera e propria difesa dall’arrembaggio bramoso di potere di coloro che si presentano come i salvatori della patria, i salvatori della banca, che, paradossalmente, capitanati  dagli ex dirigenti (proprio coloro i quali hanno portato il commissariamento), vogliono compiere un atto di redenzione per assicurarsi la gestione dell’istituto di credito, senza alcuna esperienza in ambito gestionale ed economico. Ecco che a pochissimi giorni di distanza dalle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione spuntano fuori i nomi dei papabili candidati, sotto il nome di “La banca è di Scandale”.

Il simbolo de LA NOSTRA BANCA, lista in competizione per l'elezione del Consiglio di Amministrazione della Banca di Credito Cooperativo di Scandale.Ci sarebbe tanto da ridire, allora procediamo. In realtà la banca è di Scandale, è ubicata a Scandale, l’hanno fondata gli scandalesi. In pratica però la lista è espressione di cinque forestieri non rappresentanti dell’intero territorio di competenza, più quattro scandalesi, sotto l’egida guida di un presidente impresario di Crotone, di cui ufficialmente, ma non ufficiosamente, non si conosce il nome. Si sa che in Consiglio bancario il voto del presidente vale doppio. Perciò, la banca di Scandale la stanno affidando ai crotonesi.
Ma d’altronde è pratica ormai diffusa non specificare i nomi dei candidati forestieri. A quale scopo? Come è possibile candidare personaggi che nulla hanno a che vedere con le zone di competenza del nostro territorio, tralasciando comuni importanti come la vicina San Mauro Marchesato, Santa Severina e Rocca di Neto, o Roccabernarda dove è aperta la più grossa filiale da quasi un ventennio,  presentando ben quattro candidati tutti di Crotone? E i circa duecento soci, tutti di Crotone, a quale scopo sono stati iscritti nell’appena conclusa campagna di adesione? Lo sdegno è l’arma che tutti gli scandalesi, fondatori di questo istituto e i gli operosi clienti dei comuni di competenza, devono mostrare verso questi “signorotti” che pretendono, tanto per utilizzare un termine machiavellico, di farsi “leoni” senza considerarsi “volpi, ignorando e cercando di seppellire la dignità di un popolo. "Si paga caro l'acquisto della potenza; la potenza instupidisce" diceva il celebre filosofo tedesco F.W. Nietzsche. A quanto pare ritorna in auge il famoso “il fine giustifica i mezzi”: l’importante è vincere, poi il resto ce lo vediamo noi. 
 
Ma come costoro possono presentarsi come i rinnovatori della banca, quando si affidano proprio a gente che ha portato il commissariamento della Bcc, gente sanzionata pesantemente per la propria inefficiente professionalità, i signori Brescia, ex direttore, il signor Carvelli, ex presidente. Non è forse  tale lista conosciuta in paese come “la lista del commissario” o la “lista di Brescia e Carvelli”? Ecco i rinnovatori, proprio coloro che da vent’anni a questa parte hanno pensato di poter gestire la banca come se fosse casa dei propri affari, occasione di politica clientelare e di favoritismo perpetrato ai danni di una collettività che soffre, stufa di continue prese di posizione autoritarie, antidemocratiche, demagogiche. Si presentano sotto un nome marcato di garanzia, “La banca è di Scandale”, captatio benevolentiae, come se in realtà questo non lo sapesse nessuno, come se in realtà la loro fosse la nuova classe dirigente, con ampia rappresentanza di scandalesi in lista. Invece no, si presentano con ben cinque forestieri, tutti crotonesi. Ma che rappresentanza ha Crotone all’interno della nostra Bcc? Ed esiste una filiale a Crotone, tale da renderne cospicua la rappresentanza?  Ma ripensandoci bene il commissario Gallicchio non ha forse espresso durante l’assemblea del 18 dicembre che chiuderà lo sportello di Rocca di Neto per trasferirlo al futuro Centro Commerciale “Pizzuti” di Crotone, opera tra l’altro finanziata dalla Bcc di Scandale? E vi siete mai chiesti perché mai il dott. Gallicchio combatte contro alcuni soci di Scandale candidati a consiglieri? Perché vuole favorire i candidati di Crotone?
 
Per di più questa gente presume di insultare i soci tutti e la maggior parte della popolazione scandalese che ha voluto fondare e portare avanti l’economia di questa banca. Ma con quale autorità? Questo è il contributo culturale che costoro vorrebbero apportare? Insulti e calunnie che mettono a nudo quello che è il motore di questa negativa e spregevole propaganda: il perseguimento dei propri fini, dei propri interessi.
Ci accusano di essere antidemocratici, ma a quanto pare non assaliamo nessuna buona anima restia a consegnarci deleghe, non insultiamo nessuno, ci conteniamo nei limiti del rispetto e della sana educazione, questo perché siamo persone che mirano a perseguire il bene collettivo, non individuale, non a persuadere demagogicamente, ma a dissuadere lealmente e concretamente con carta in mano. I signori di “La banca è di Scandale” si vantano di aver lottato perché la nostra banca non venisse fusa con un’altra Bcc, o quanto meno non chiudesse i battenti definitivamente. Tutto il plauso, come da loro richiesto nel precedente manifesto di sporca propaganda, ma non è che era più importante cercare di non far chiudere la banca per poter nuovamente “riconquistare” il potere e gestirlo a proprio piacimento? Gatta ci cova. Per di più, sempre secondo loro, occorrerebbe credere al rilancio della banca. Ma da quale pulpito? Ma l’ex direttore generale, che per quanto se ne dica potrebbe riassumere l’ardita carica, non è stato il fautore, nonché principale responsabile dell’increscioso e penoso ribasso amministrativo dell’istituto di credito?
 
Come vedete, carissimi soci, ma cittadini tutti che vi apprestate i primi ad eleggere, i secondi ad esprimere opinione, pochissime risposte, tante domande. Cercate di conoscere il più che possibile la verità ed apprezzate coloro che si offrono per il vostro bene. La nostra è una battaglia, dobbiamo vincerla perché vincerà Scandale, il comprensorio e l’entroterra crotonese sempre di più abbandonato, vinceremo noi tutti e non ne trarranno vantaggio i soliti borghesi o i signorotti che già hanno avuto la loro ricompensa. Meditate tutti e considerate che questo è il vero, non nascondiamo nulla, ne andrebbe della nostra professionalità e del nostro essere scandalesi. Siamo prima di tutti padri, figli di fondatori,che hanno visto crescere giorno dopo giorno la nostra Bcc, poggiare mattone su mattone.
Non vogliamo che questa sia gestita da altri che nulla hanno a che vedere con lo spirito di dedizione e di sacrificio di coloro che hanno avuto l’onore di fondarla.
La banca è mia, è tua, è sua, è nostra!

 

I candidati di “La Nostra Banca”

Solo una gara: Papanice – Scandale!!! 'Spareggio' promozione all'Ezio Scida di Crotone

Tutto in una gara. Il campionato di Terza Categoria, ossia la vincitrice del campionato, si deciderà quasi certamente domenica prossima nella gara tra Papanice e Scandale.
Non sarà lo stadio “Luigi Demme” di Scandale, dove finora ha giocato le proprie gare interne la squadra di mister Regalino, il teatro di questa avvincente sfida, ma il prestigioso stadio “Ezio Scida” di Crotone dove sarà giocata questa “normale” gara di campionato e non il più importante spareggio di Seconda Categoria tra Pagliarelle e Cotronei che si giocherà, invece, ad Isola Capo Rizzuto.

Un team fantastico quello dell'Us Scandale che merita più di ogni altra squadra la promozione diretta in Seconda Categoria. Il sogno è a 180 minuti ma i ragazzi devono dare l'anima soprattutto il 02 maggio all'Ezio Scida di Crotone contro il Papanice. Foto Rosario Rizzuto

La decisione è stata presa dalla Questura, infatti sul comunicato della Figc si legge: “Giusta comunicazione della Questura di Crotone circa l’inadeguatezza, ad ospitare un numero consistente di spettatori, del campo di calcio di Scandale e vista l’autorizzazione ad utilizzare il campo sportivo di “Ezio Scida” di Crotone come da richiesta formulata dalla Società ospitante, la gara a margine si disputerà sul campo sportivo di “Ezio Scida” Crotone sito in Via Giovanni Paolo II stessa data stessa ora”.
La cittadina di Scandale viene privata, crediamo senza alcun valido motivo, considerata anche la festa della gara di andata, quindi, di una speciale giornata di festa ed ancora a Scandale i tifosi sono increduli e non hanno capito il motivo di tale spostamento. O meglio il motivo lo sanno tutti anche, se, qualcuno, ha cercato di far credere altre cose!
La società dello Scandale però è corsa ai ripari e, anche grazie all’amministrazione comunale guidata da Fabio Brescia, metterà a disposizione della squadra e dei tifosi ben due pullman che partiranno domenica 2 maggio alle 14,00 da piazza Municipio, così come informano anche i manifesti con i quali è stata tappezzata Scandale che invitano la cittadinanza a recarsi all’Ezio Scida per “Vincere”.

18 leoni, come il simbolo che rappresenta lo Scandale, così dovranno essere i calciatori dell'Us Scandale, domenica 02 maggio nella gara dell'Ezio Scida contro il Papanice. Clicca x ingrandire. Foto Rosario Rizzuto

Di certo non mancheranno le iniziative anche a Papanice per arrivare a quella che comunque dovrà essere una giornata di festa e di sport e che vinca la migliore!
Se a vincere sarà il Papanice sarà promozione matematica, se dovesse vincere lo Scandale ai ragazzi di Drammis servirà, molto probabilmente, anche la vittoria, nell’ultima giornata, in casa contro il Casabona. Il pareggio, lascerebbe le due squadre ad un punto, rimandando tutto all’ultima giornata (e rimettendo in parte in gioco anche il Casabona sempre che domenica batti la Nuova Siberene) ma è impensabile pensare che il Papanice, il 09 maggio, non faccia risultato a San Leonardo di Cutro, ed infatti sono in tanti a dire che il Papanice potrà giocare anche per il pareggio mentre lo Scandale deve assolutamente vincere.
Le due squadre arrivano allo “spareggio” con uno score di tutto rispetto: 15 vittorie, 5 pareggi (tutti in trasferta) e 2 sconfitte per il Papanice che ha realizzato 39 reti subendone 11 (migliore difesa del girone); 15 vittorie, 4 pareggi e 3 sconfitte (tutte in trasferta) con 61 reti realizzate (migliore attacco del girone) e 20 subite: insomma in campo ci saranno il migliore attacco contro la migliore difesa!

Un'azione dello Scandale nella gara con lo Sporting Crotone. Foto Rosario Rizzuto

La terza forza del campionato, il Casabona, ospita la Nuova Siberene, ed, in attesa di notizie dall’“Ezio Scida”, cercherà di salutare, per ora, i propri tifosi con una vittoria.
Il big match dei play off, invece, si gioca anche a Crotone, a Tufolo, tra Altilia e Roccabernarda.

Tommaso De Paola, nuovo cannoniere dell'Us Scandale, che sia lui l'arma segreta dell'Us Scandale contro il Papanice. Foto Rosario Rizzuto

Per la squadra del bomber Andrea Ieriti è l’ultima occasione per continuare a sperare visto che nell’ultima giornata osserveranno il loro turno di riposo e quindi sono obbligati a vincere, l’Altilia può accontentarsi anche del pareggio.
Il Cirò, che segue ad un punto e che ha dalla sua una gara in più rispetto al Roccabernarda, deve vincere la gara contro lo Sporting Crotone, terza gara, un record difficilmente eguagliabile, del girone che si gioca nella città pitagorica.

Il pubblico di Scandale sarà il dodicesimo uomo in campo domenica 02 maggio 2010 allo stadio Ezio Scida di Crotone nella gara della vita contro il Papanice. Due i pullman e tante macchine private che si recheranno a Crotone. Foto Rosario Rizzuto

Le altre due gare del girone non hanno interesse di classifica e quindi è stato possibile anche variarne l’orario o la data ed infatti Marina di Strongoli – Real Cotronei si giocherà domenica nell’insolito orario delle 13,30, mentre Sporting Rocca – San Leoanardo di Cutro è stata anticipata ad oggi, sabato 01 maggio.
Dovrà stare fermo per 9 turni Antonio Ferrari del Roccabernarda “per grave atto di violenza nei confronti di un giocatore avversario con conseguenze lesive”. Una giornata di stop per Roberto Crugliano dello Sporting Crotone per quarta ammonizione mentre in diffida vanno Adriano Fragale (Real Cotronei) e Salvatore Angotti (Roccabernarda).
ROSARIO RIZZUTO

Ecco la mia lettera di protesta per quanto capitatomi a Sanremo

Al Presidente Rai, Paolo Garimberti
                            Al Presidente della Commissione Vigilanza Rai
                            Sergio Zavoli
                            Al Direttore Rai 1, Mauro Mazza   
                            Al Sindaco di Sanremo, Maurizio Zoccarato
                            All’Assessore Comune di Sanremo, Antonio Fera
                            Al Presidente Odg, Lorenzo del Boca
                            Al Presidente Odg della Calabria,
Giuseppe Soluri   
                            Al Direttore Tv Sorrisi e Canzoni,
Alfonso Signorini
                            Ai Media
                                            Loro Sedi

Spett.li destinatari di questa mia lettera, mi chiamo Rosario Rizzuto e sono, tra le altre cose, un giornalista pubblicista calabrese (Tessera n°. 088939) nonché Assessore alla Cultura del Comune di Scandale (Crotone).
Sabato 13 Febbraio 2010 ho deciso, risolti alcuni problemi, di partecipare per la prima volta di persona, al Festival di Sanremo, per fare un’esperienza come giornalista unica, ma non sapevo cosa mi sarebbe aspettato.
Arrivato a Sanremo, l’ufficio accrediti della Rai non mi ha voluto rilasciare il Pass perché sarebbe dovuto essere richiesto entro i primi giorni di Febbraio.
Non mi sono dato per vinto e al Palafiori sono stato aggregato come fotografo presso lo stand calabrese della Regione Calabria ma sempre senza pass.
Così non potendo accedere nemmeno presso la sala stampa del Palafiori per reperire la rassegna stampa e le altre stampe predisposte dalla Rai dovevo rivolgermi a qualche collega disponibile o addirittura ad un’hostess dello stand calabrese che invece facevano entrare (due gambe e due tette hanno un effetto diverso rispetto alla mia pancia!!!).
L’assurdo si è verificato sabato 20 durante la finale del Festival di Sanremo: stavo seguendo la finale alla tv della sala stampa dalla soglia della porta della sala stampa del Palafiori quando poco dopo è stata chiusa la porta e successivamente, per non farmi vedere la trasmissione, anche la tenda. Assurdo!!!
Ho interessato anche i Carabinieri presenti al Palafiori ma mi hanno detto che non potevano intervenire mentre il responsabile della sala stampa, Alessandro Prevosto, così sentendosi un dio mi ha detto di chiamarsi, mi ha detto che chi era in sala (c’era anche una bambina minorenne) aveva diritto ad esserci e che io non sarei mai entrato!!!!
In merito a questa situazione ho realizzato un video che potete trovare al seguente indirizzo internet: http://www.youtube.com/watch?v=l8wE5e_MloM.
Ho interessato del mio problema il direttore di Rai 1 Mauro Mazza, che un giorno è passato dallo stand calabrese e, nonostante le promesse, non ha fatto niente; ho interessato, venerdì mattina 19.02.2010, l’assessore del Comune di Sanremo Antonio Fera, mio quasi paesano, che si è, a parole, reso disponibile di darmi addirittura il suo pass ma alle parole non sono seguiti i fatti.
Nonostante mi sia stato impedito di svolgere il mio lavoro come gli altri colleghi e di fare un’esperienza unica non mi sono dato per vinto, ho fatto gli articoli per i giornali calabresi e i siti con cui collaboro, sono uscite mie foto su alcuni giornali calabresi, sabato 20 sono uscite due pagine a mia firma con molte mie foto sulla rivista Festival News di Sanremo ma soprattutto ho realizzato una foto gallery, sulla mia esperienza sanremese, che ha raggiunto in 5 giorni la cifra di oltre 3.500 (tremilaecinquecento) foto sul Festival e sulla città di Sanremo  (che potete trovare qua: http://www.educando.it/arealocale/fotoalbum/thumbnails.php?album=620) oltre ad alcuni brevi video presenti sul mio account Youtube (http://www.youtube.com/user/byros1).

Oliver, il cane di Antonella Clerici, con il pass a Sanremo. Foto tratta da Tv Sorriri e Canzoni
Lunedì 22 tornando a casa a Roma ho acquistato Tv Sorrisi e Canzoni e sfogliando in treno le pagine dedicate a Sanremo scopro che anche il cane di Antonella Clerici, Oliver, ha avuto il pass a Sanremo.
E’ stato dato il passa ad un cane (oltre a molti che non erano nemmeno pubblicisti) ma non al Giornalista Pubblicista Rosario Rizzuto: non ho pianto per vergogna!!!
Quanto mi è capitato è assurdo e spero che chi mi legge, ognuno per quanto di sua competenza, prenda i giusti provvedimenti perché quanto successo a me non debba più capitare in futuro ad alcuno.
Mi sono innamorato, nonostante tutto, della città di Sanremo, mi manca da morire, ma la Rai, caro sindaco, ha rischiato, ne converrete, di farmela odiare per tutta la vita… fossi in lei, non lo permetterei più!

Rosario Rizzuto

E se non vi è bastata la vita in pillole VOMITATEVI con i misteri di Berlusconi. STO INORRIDENDO!!!

BERLUSCONI E I SUOI MISTERI

"Silvio Berlusconi è un mentitore professionale: mente a tutti, sempre anche a se stesso, al punto da credere alle sue stesse menzogne"
(Indro Montanelli)

 

La vita e la carriera dell’imprenditore Silvio Berlusconi, nonostante le biografie autorizzate che il protagonista ha fatto pubblicare o propiziato nel corso degli anni con fini auto-agiografici, rimane costellata di buchi neri e di domande senza risposta. Piccolo riepilogo degli omissis più inquietanti.

1) La Edilnord Sas è la società fondata nel 1963 da Silvio Berlusconi per costruire Milano 2. Soci accomandatari (quelli che vi operano), oltre al futuro Cavaliere, sono il commercialista Edoardo Piccitto e i costruttori Pietro Canali, Enrico Botta e Giovanni Botta. Soci accomandanti (quelli che finanziano l’operazione) il banchiere Carlo Rasini, titolare dell’omonima banca con sede in via dei Mercanti a Milano, e l’avvocato d’affari Renzo Rezzonico, legale rappresentante di una finanziaria di Lugano: la "Finanzierungesellschaft für Residenzen Ag", di cui nessuno conoscerà mai i reali proprietari. Si tratta comunque di gente molto ottimista, se ha affidato enormi capitali a Berlusconi, cioè a un giovanotto di 27 anni che, fino a quel momento, non ha dato alcuna prova imprenditoriale degna di nota.

Silvio Berlusconi si gratta i coglioni. Foto dalla rete

2) Sulla banca Rasini, dove il padre Luigi Berlusconi lavora per tutta la vita, da semplice impiegato a direttore generale, ecco la risposta di Michele Sindona (bancarottiere piduista legato a Cosa Nostra e riciclatore di denaro mafioso) al giornalista americano Nick Tosches, che nel 1985 gli domanda quali siano le banche usate dalla mafia: "In Sicilia il Banco di Sicilia, a volte. A Milano una piccola banca in piazza Mercanti". Cioè la Rasini, dove – ripetiamo – Luigi Berlusconi, padre di Silvio, ha lavorato per tutta a vita, fino a diventarne il procuratore generale. Alla Rasini tengono i conti correnti noti mafiosi e narcotrafficanti siciliani come Antonio Virgilio, Salvatore Enea, Luigi Monti, legati a Vittorio Mangano, il mafioso che lavora come fattore nella villa di Berlusconi fra il 1973 e il 1975.

3) Il 29 ottobre 1968 nasce la Edilnord Centri Residenziali Sas (una sorta di Edilnord 2): stavolta, al posto di Berlusconi, come socio accomandatario c’è sua cugina Lidia Borsani, 31 anni. E i capitali li fornisce un’altra misteriosa finanziaria luganese, la "Aktiengesellschaft für Immobilienanlagen in Residenzentren Ag" (Aktien), fondata da misteriosi soci appena 10 giorni prima della nascita di Edilnord 2. Berlusconi da questo momento sparisce nel nulla, coperto da una selva di sigle e prestanome. Riemergerà solo nel 1975 per presiedere la Italcantieri, e nel 1979, come presidente della Fininvest. Intanto nascono decine di società intestate a parenti e figuranti, controllate da società di cui si ignorano i veri titolari. Come ha ricostruito Giuseppe Fiori nel libro "Il venditore" (Garzanti, 1994, Milano), Italcantieri nasce nel 1973, costituita da due fiduciarie ticinesi: "Cofigen Sa" di Lugano (legata al finanziere Tito Tettamanzi, vicino alla massoneria e all’Opus Dei) e "Eti A.G.Holding" di Chiasso (amministrata da un finanziere di estrema destra, Ercole Doninelli, proprietario di un’altra società, la Fi.Mo, più volte inquisita per riciclaggio, addirittura con i narcos colombiani).

4) Nel 1974 nasce la "Immobiliare San Martino", amministrata da Marcello Dell’Utri e capitalizzata da due fiduciarie del parabancario Bnl: la Servizio Italia (diretta dal piduista Gianfranco Graziadei) e la Saf (Società Azionaria Finanziaria, rappresentata da un prestanome cecoslovacco, Frederick Pollack, nato nientemeno che nel 1887). A vario titolo e con vari sistemi e prestanome, "figlieranno" una miriade di società legate a Berlusconi e ai suoi cari: a cominciare dalle 34 "Holding Italiana" che controllano il gruppo Fininvest. Secondo il dirigente della Banca d’Italia Francesco Giuffrida e il sottufficiale della Guardia di Finanza Giuseppe Ciuro, consulenti tecnici della Procura di Palermo al processo contro Marcello Dell’Utri per concorso esterno in associazione mafiosa, queste finanziarie hanno ricevuto fra il 1978 e il 1985 almeno 113 miliardi (pari a 502 miliardi di lire e 250 milioni di euro di oggi), in parte addirittura in contanti e in assegni "mascherati", dei quali tuttoggi "si ignora la provenienza". La Procura di Palermo sostiene che sono i capitali mafiosi "investiti" nel Biscione dalle cosche legate al boss Stefano Bontate. La difesa afferma che si tratta di autofinanziamenti, anche se non spiega da dove provenga tutta quella liquidità. Lo stesso consulente tecnico di Berlusconi, il professor Paolo Jovenitti, ammette l’"anomalia" e l’incomprensibilità di alcune operazioni dell’epoca.

Silvio Berlusconi. Foto dalla rete

5) Nel 1973 Silvio Berlusconi acquista da Annamaria Casati Stampa di Soncino, ereditiera minorenne della nota famiglia nobiliare lombarda rimasta orfana nel 1970, la settecentesca Villa San Martino ad Arcore, con quadri d’autore, parco di un milione di metri quadrati, campi da tennis, maneggio, scuderie, due piscine, centinaia di ettari di terreni. La Casati è assistita da un pro-tutore, l’avvocato Cesare Previti, che è pure un amico di Berlusconi, figlio di un suo prestanome (il padre Umberto) e dirigente di una società del gruppo (la Immobiliare Idra). Grazie alla fortunata coincidenza, la favolosa villa con annessi e connessi viene pagata circa 500 milioni dell’epoca: un prezzo irrisorio. E, per giunta, non in denaro frusciante, ma in azioni di alcune società immobiliari non quotate in borse, così che, quando la ragazza si trasferisce in Brasile e tenta di monetizzare i titoli, si ritrova con una carrettate di carta. A quel punto, Previti e Berlusconi offrono di ricomprare le azioni, ma alla metà del prezzo inizialmente pattuito. Una sentenza del Tribunale di Roma, nel 2000, ha assolto gli autori del libro "Gli affari del presidente", che raccontava l’imbarazzante transazione.

6) Nel 1973 Berlusconi, tramite Marcello Dell’Utri, ingaggia come fattore (ma recentemente Dell’Utri l’ha promosso "amministratore della villa") il noto criminale palermitano, pluriarrestato e pluricondannato Vittorio Mangano. Il quale lascerà la villa solo due anni più tardi, quando verrà sospettato di aver organizzato il sequestro di Luigi d’Angerio principe di Sant’Agata, che aveva appena lasciato la villa di Arcore dopo una cena con Berlusconi, Dell’Utri e lo stesso Mangano. Mangano verrà condannato persino per narcotraffico (al maxiprocesso istruito da Falcone e Borsellino) e, nel 1998, all’ergastolo per omicidio e mafia.

7) Il 26 gennaio 1978 Silvio Berlusconi si affilia alla loggia Propaganda 2 (P2), presentato al gran maestro venerabile Licio Gelli dall’amico giornalista Roberto Gervaso. Paga regolare quota di iscrizione (100 mila lire) e viene registrato con la tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625. La partecipazione al pio sodalizio gli procaccerà vantaggi di ogni genere: dai finanziamenti della "Servizio Italia" di Graziadei ai crediti facili e ingiustificati del Monte dei Paschi di Siena (di cui è provveditore il piduista Giovanni Cresti) alla collaborazione con il "Corriere della Sera" diretto dal piduista Franco Di Bella e controllato dalla Rizzoli dei piduisti Angelo Rizzoli, Bruno Tassan Din e Umberto Ortolani.

8) Il 24 ottobre 1979 Silvio Berlusconi riceve la visita di tre ufficiali della Guardia di Finanza nella sede dell’Edilnord Cantieri Residenziali. Si spaccia per un "un semplice consulente esterno" addetto "alla progettazione di Milano 2". In realtà è il proprietario unico della società, intestata a Umberto Previti. Ma i militari abboccano e chiudono in tutta fretta l’ispezione, sebbene abbiano riscontrato più di un’anomalia nei rapporti con i misteriosi soci svizzeri. Faranno carriera tutti e tre. Si chiamano Massimo Maria Berruti, Salvatore Gallo e Alberto Corrado. Berruti, il capopattuglia, lascerà le Fiamme Gialle pochi mesi dopo per andare a lavorare per la Fininvest come avvocato d’affari (società estere, contratti dei calciatori del Milan, e così via). Arrestato nel 1985 nello scandalo Icomec (e poi assolto), tornerà in carcere nel 1994 insieme a Corrado per i depistaggi nell’inchiesta sulle mazzette alla Guardia di Finanza, poi verrà eletto deputato per Forza Italia e condannato in primo e secondo grado a 8 mesi di reclusione per favoreggiamento. Gallo risulterà iscritto alla loggia P2.

Silvio Berlusconi. Foto dalla rete

9) Il 30 maggio 1983 la Guardia di Finanza di Milano, che sta controllando i telefoni di Berlusconi nell’ambito di un’inchiesta su un traffico di droga, redige un rapporto investigativo in cui si legge: "E’ stato segnalato che il noto Silvio Berlusconi finanzierebbe un intenso traffico di stupefacenti dalla Sicilia, sia in Francia che in altre regioni italiane (Lombardia e Lazio). Il predetto sarebbe al centro di grosse speculazioni in Costa Smeralda avvalendosi di società di comodo aventi sede a Vaduz e comunque all’estero. Operativamente le società in questione avrebbero conferito ampio mandato ai professionisti della zona". Per otto anni l’indagine, seguita inizialmente dal pm Giorgio Della Lucia (poi passato all’Ufficio istruzione, da anni imputato per corruzione in atti giudiziari insieme al finanziere Filippo Alberto Rapisarda, ex datore di lavoro ed ex socio di Marcello Dell’Utri) langue, praticamente dimenticata. Alla fine, nel 1991, il gip milanese Anna Cappelli archivierà tutto.

 Silvio Berlusconi. Foto dalla rete.

10) Il terzo, seccante incontro ravvicinato fra il Cavaliere e la Legge risale al 16 ottobre 1984. Tre pretori, di Torino, Roma e Pescara, hanno la pretesa di applicare le norme che regolano l’emittenza televisiva e che il Cavaliere ha deciso di aggirare, trasmettendo in contemporanea gli stessi programmi su tutto il territorio nazionale. I tre magistrati fanno presente che è vietato, non si può e bloccano le attrezzature che consentono l’operazione fuorilegge. Il Cavaliere oscura le sue tv, per attribuire il black out ai giudici, poi scatena il popolo dei teledipendenti con lo slogan "Vietato vietare", opportunamente rilanciato dallo show del giornalista piduista Maurizio Costanzo. Lo slogan viene subito tradotto in legge dal presidente del Consiglio Bettino Craxi. Il quale abbandona una visita di Stato a Londra per precipitarsi in Italia e varare un decreto legge ad personam ("decreto Berlusconi") che riaccende immediatamente le tv illegali del suo compare. Lo scandalo è talmente enorme che, persino nel pentapartito, qualcuno non ci sta. E il decreto viene bocciato dall’aula come incostituzionale. Due dei tre pretori reiterano il sequestro penale delle attrezzature utilizzabili oltre l’ambito locale. Così Craxi partorisce un secondo decreto Berlusconi, agitando davanti ai riottosi partiti alleati lo spauracchio della crisi di governo e delle elezioni anticipate, in caso di mancata conversione in legge. Provvederà poi lo stesso Caf a legalizzare il monopolio illegale Fininvest sulla televisione commerciale con la legge Mammì, detta anche "legge-Polaroid" per l’alta fedeltà con cui fotografa lo status quo.