La controriforma “Ciccioli”, lo spettro della riapertura dei manicomi, un attentato alle libertà civili
La cd. legge Basaglia, nota anche come “Legge 180″, risale al 1978 e riguardava gli “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori“: la normativa prevedeva la chiusura dei manicomi, regolamentava il TSO – Trattamento Sanitario Obbligatorio ed istituiva i “Servizi di igiene mentale” pubblici.
E’ indubbio che tale legge quadro (la cui concreta applicazione era dunque lasciata alle Regioni) presentasse lacune e che non sia stata applicata in maniera “ottimale”, ma attualmente alla Camera, in commissione Affari Sociali, è stata approvata una norma che, qualora l’iter legislativo terminasse positivamente, potrebbe permettere la riapertura dei manicomi, poiché prevede che “non serve il consenso del paziente per trattamenti extraospedalieri prolungati”: ciò riapre la porta all’istituzione dei manicomi, qualunque nome si voglia dare a strutture (ospedaliere ed extraospedaliere) nelle quali possano essere rinchiuse persone per mesi, fino ad un anno.
Chi non ricorda come fossero i manicomi, si prenda un bel libro, possibilmente con tante foto…o si faccia un giro in rete: l’entusiasmo e la nostalgia per certe strutture scomparirà d’incanto…
Non che i problemi non ci siano: chiunque abbia avuto a che fare con i vari Centri/Servizi di Igiene Mentale (i cd. CIM o SIM), adesso Dipartimenti di Salute Mentale (i DSM), e sia mai stato in un reparto psichiatrico, in qualsiasi veste e per qualsiasi ragione, conosce o ha potuto anche solo “respirare” la difficoltà di gestione delle persone che presentano un disturbo mentale. E i problemi per tante famiglie.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia e soprattutto c’è il rischio di lasciare la porta socchiusa per l’abuso, col pericolo di ledere gravemente diritti umani, ancor prima che civili.
Basta conoscere un po’ di storia (si pensi ai nazisti, ma non solo loro purtroppo), o essersi interessati a come nel tempo si siano evoluti fino ad oggi alcuni metodi “di controllo” dell’avversario politico, religioso o anche semplicemente scomodo, per provare autentici brividi di terrore: tanto per dire, ex multis, non sono troppo lontani i tempi in cui l’ex amante (o consorte) di un uomo in vista diveniva improvvisamente pazza e quindi inattendibile in tutto e per tutto.
Ma anche a non voler “scomodare” aspetti che potrebbero essere tacciati di paranoia, basti semplicemente pensare al fatto che ancora oggi, nel 2012, nessuno pare in grado di stabilire con oggettiva certezza cosa sia la malattia mentale, nemmeno il famoso manuale diagnostico DSM, classe 1952, che l’anno prossimo arriverà alla V edizione (con ancora più disturbi da poter diagnosticare).
Il DSM, infatti, più che un manuale è un calderone ed alla fine della fiera, basta davvero poco per essere etichettati con una patologia psichiatrica, più o meno preoccupante, spesso in base ad una diagnosi differenziale (termine medico per indicare il famoso metodo del “Se non è zuppa, sarà pan bagnato…”, ovvero l’andare per esclusione…).
Immaginate di essere rinchiusi in un luogo con le sbarre alle finestre e le porte bloccate, in base ad una diagnosi differenziale o solo perchè i vostri parenti sono andati a riferire al medico che siete strani e magari avevate avuto problemi di depressione o simili…
Si fa presto a dire “malato mentale”, con tutto il carico di pregiudizi che questo comporta, ma in realtà molti studiosi e medici addirittura dubitano che esista una malattia mentale in senso proprio (tra tanti, Thomas Szasz, psichiatra, che con il suo testo “Il mito della malattia mentale” ha scardinato parte della psichiatria moderna, ispirando tra l’altro la riforma Basaglia), mentre altri sospettano che dietro al dilagare di tante diagnosi psichiatriche, ci sia il caro vecchio soldo, traino delle industrie farmaceutiche (cfr. “Storia segreta del male oscuro” di Gary Greenberg).
E qualcuno si domanda il perché del numero crescente di bambini improvvisamente affetti da ADHD (ovvero “Reazione ipercinetica dell’infanzia” o “Sindrome da iperattività infantile”), a cui vengono somministrati psicofarmaci: quando e come, è stato deciso che essere bambini, e non comportarsi come bambole, è divenuta una malattia?
Ma si sa, basta etichettare come “complottistiche” o paranoiche certe correnti di pensiero, e tutti son sereni, nessuno si sente minacciato da questo status quo, finché non ci si ferma a pensare: e se lo facessero a me?
E se improvvisamente non mi potessi più sentire libero di esprimere un’opinione, fare o affermare qualcosa, per paura che mi arrivi un TSO tra capo e collo, come una spada di Damocle pendente, perchè il mio psichiatra mi ritiene su di giri (in mania, in termine medico) o altro?
Legalmente ci sono strumenti di tutela contro il TSO, ma nella pratica non sono efficaci: nel tempo in cui possono venire azionati, il TSO è già stato applicato, ed inoltre non è ben chiaro quali tutele restino nella nuova legge…
E ora, viene votata la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (dove ci sono persone giudicate socialmente pericolose, nell’ambito di un processo giudiziario e non con qualche visita ambulatoriale, ndr), perchè ritenute (a ragione) strutture lesive dei diritti dei malati, mentre si vuole cambiare nome al TSO, che attualmente può durare sette giorni (prorogabili!) – e sette giorni di ricovero contro la propria volontà, obbligati a prendere farmaci, sono eterni, credo – e permetterne l’applicazione per un anno?
In poche parole, un anno di TSO e presso strutture extraospedaliere (magari private, con relativi risvolti economici)?
Questa è una forma di detenzione, di reclusione.
Già adesso, con la normativa attuale, si registrano casi di abuso: basti pensare a quanto denunciato sull‘ospedale Niguarda di Milano1 dove la Asl è sotto accusa per maltrattamenti e decessi di malati psichiatrici, per comprendere quanto sia delicata questa materia e quanto sia concreto il rischio di trattamenti disumani, abusi, violazioni di diritti, ecc.
Non dobbiamo permetterlo.
Che le famiglie e chi sta male non debbano essere abbandonati, che la legge Basaglia non sia stata applicata come si doveva, è vero, ma non si possono calpestare i diritti umani e civili delle persone, non si può ricorrere alla coercizione, se non per extrema ratio.
Ci vogliono cautele e garanzie, non ricoveri prolungati senza consenso: oggi è toccato al vicino di casa un po’ “toccato”, ma potrebbe accadere a ciascuno di noi o ai nostri figli.
Non dobbiamo permetterlo.
Potete fare qualcosa anche voi nel vostro piccolo, firmando la petizione on line sul sito http://manicomionograzie.it/ dove potrete trovare anche il testo integrale della proposta di legge in materia di assistenza psichiatrica.
Bastano pochi secondi.
mf
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/11/23/news/milano_la_denuncia_di_telefono_viola_morti_e_abusi_nei_reparti_di_psichiatria-9422309/
Tags: mani
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