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Povia non ricorda Rino Gaetano ma è fantastico lo stesso nonostante Gigi Liviero e i suoi cazzi di cd

Passo dalla stradina sottostante il palco, a San Mauro Marchesato, nella speranza di incontrare Giuseppe Povia, ma verso la fine incontro una persona con una transenna, lo riconosco ma spero tanto che non sia lui.
Poco dopo, mentre sto mangiando un panino e salsiccia e bevendo un'orzata appena acquistati nel nuovo pub by Natale, lo rivedo oltre la sbarra e non ho dubbi: è lui! non resisto: "Ma ciao come va? ti ricordi di me? A No? Quello a cui hai rotto i coglioni per tre giorni due anni fa al Festival di SanRemo. Non ricordi sono l'amico di Giuseppe".
Il produttore, manager di Giuseppe Povia Gigi Liviero. Foto da Facebook
La riposta è raggellante e manda in crisi anche i miei bimbi: "Povia non ha amici! Ti basta ascoltare l'Amicizia per capirlo". Cerco di fare mente locale sulla canzone ma la memoria non mi aiuta, intanto la serata, a causa di questo stonzo che risponde al nome di Gigi Liviero, rischia di andare a remengo. Se non fosse che da li a poco canta il mio amico Giuseppe, me ne sarei già andato. Resisto!

E da anni che propongo Giuseppe Povia alle feste, questa volta ci hanno pensato Tonino Demme e Micu 'U Pulici; è nella mia terra non posso mancare.

Dietro la transenna come gli altri, vicino ai miei bimbi; Giuseppe non ha risposto ai miei messaggi dei giorni scorsi ("Pa' certe volte vorrei essere donna, così mi farei una quinta…" mi dice il mio Antonio che ha già capito tutto!!!) che gli ho mandato via Facebook e My Spaces ma lui, ormai, non è più quello che io ho conosciuto il 21 Aprile 2005 all'Università della Sapienza di Roma, per fortuna allora non c'era tale Gigi Liviero.
Gigi Liviero, Rock Concerti (ex Sound Spettacoli) - Gigi Liviero 	Management e concerti 	059.683423 	392.7946153 	059.6325376 . Foto da Facebook
Che persona viscida ed assurda! A parte le cattiverie e le scemenze sparate nel retropalco prima del concerto è anche il protagonista di improvabili interviste con gente incontrata per caso, insomma uno che se la tira alla grande. Che si sente un dio e come tale si comporta…

Ma poi alle 22,20 circa arriva Giuseppe, io dietro la sbarra, si avvicina, lo chiamo, mi riconosce, mi bacia, gli ricordo di ricordare Rino Gaetano: "Giù sono 30 anni, mi raccomando". Non lo farà, e poi mi dirà di essersi dimenticato ma ad uno che ha lanciato decini di ottimi messaggi gli si può perdonare questa dimenticanza, mica lui è Alex Britti!

Capitolo cd. "Povia non è come gli altri: a fine concerto inconterà tutti per una foto ed un autografo ma hanno la precedena color che acquisteranno il suo cd Scacco Matto alla modica cifra di 10 euro (prezzo massimo consigliato, vi si legge sopra, Euro 9,90)". Fin qui ci può stare. Ma Gigì Liviera diventa pedante, lo ripete decine di volte pubblicamnte e migliaia dietro le sbarre, fino all'assillo.

Sento dietro di me gente che lo manda a fanculo a lui e al suo cazzo di cd, gente che se ne va. Io resisto dietro la transenna (altro che l'intervista come vecchi amici di quasi un'ora ed il caffè con Giuseppe di aprile 2005), sono uno dei primi, ho un suo cd, non Scacco Matto, che avevo lasciato a casa (Io i cd di Giuseppe caro uomo di merda di Gigi Liviero, li compro appena escono non ai concerti!!!) ma "Il mondo è di tutti" che forse lo stesso Gigì manco sa che esiste.

Per fortuna Gigi Liviera che ho a due passi, e che mi ricorda 100 volte girandosi verso di me che io senza cd, come tutti gli altri, non passo (ma vaffanculo piccolo cazzo di ominicchio di merda!!!) non se ne accorge. Riesco ad entrare quasi subito, rimane indietro quella che non mi ascolta. Saluto Giù che si ricorda: "A lui, dice indicandomi, lo conosco dal 2005". Giù guarda il cd con la dedica che facesti ad Alex nel 2005, ricordi, eccolo è quello Alex, ora è cresciuto e canta le tue canzoni! Lo abbraccia e lo bacia e fa lo stesso con Antonio, che, però poi ci resterà male perchè in tutto quel casino non ho pensato all'autografo per lui!!!

Poi riesce a passare quella che non mi ascolta, fotoooo, e quindi mio nipote Andrea con Santina (foto e dedica, ma ricordate il pensiero di mio figlio?! Anche se ora ci sto giocando un po' perchè Giuseppe, in verità, è disponibile con tutti, sono gli altri che gli girano attorno che ci rompono le palle!!!), per aspettare i quali ho rischiato di litigare con un altro scemo. Saluto per un ultima volta Giuseppe, lui in tutto questo che c'entra?

Gliel'ho detto già due anni fa al Fetsival di Sanremo di mollare Gigi Liviero, secondo me questa sottospecie di manager o produttore che sia lo penalizza…

"Cd freschi, cd di giornata comprate i cd sennò non passate!!!".

MA VAFFANCULU!!!

Di quanto, durante il concerto, Giuseppe Povia sia stato FANTASTICO, ne parlerò successivamente!!! 

Il mio 'amico' Povia a San Mauro Marchesato per la festa della Madonna del Soccorso

Domenica 5 giugno 2011 a partire dalle 22,30, nell'ambito della Festa della Madonna del Soccorso a San Mauro Marchesato si esibirà il cantante Giuseppe Povia che ho avuto modo di conoscere ed incontrare più di una volta, la prima, alcune settimane dopo il successo della canzone "I Bambini fanno ohh" al Festival di Sanremo, incontro che avvenne a Roma.
Rosario RIzzuto e Giuseppe Povia durante l'incontro presso La Sapienza di Roma
In quell'occasione ebbi modo anche di intervistarlo e vorrei riproporvi il post che scrissi allora con quell'intervista:

Non so perché di punto in bianco una mattina di fine aprile leggendo sul sito www.giuseppepovia.it della presenza di Giuseppe Povia [quello de “I bambini fanno ooh”, primo in classifica sia su “Cd-Live” che su “Top of the Pops”, primo nelle suonerie scaricate, tredicesimo (al primo album) nei dischi venduti] ad una manifestazione all’Università della Sapienza, decido di contattare il Fans Club per sapere se posso intervistarlo. Quando ormai non ci credo più mi chiama Pasquale del Fans Club che mi dice che non ci sono problemi e mi chiede se voglio il numero di Giuseppe per mettermi d’accordo con lui. Il numero di Giuseppe? Ma dici davvero? Cose da pazzi. Sto guidando fermo la macchina e me lo scrivo sul primo pezzo di carta che riesco a reperire nel marsupio. Arrivato a casa me lo ricopio sul cellulare e contatto il grande Gregorio affinché provveda a farmi i biglietti per l’andata e il ritorno.
La sera, da Crotone, parto per Roma. Dormo pochissimo nel pullman e tutta notte ascolto il Cd di Povia “Evviva i pazzi che hanno capito cos’è l’Amore”.
Alle 6 sono a Tiburtina, dopo un giro per la Capitale alle 15 sono alla Sapienza mentre mi avvicino decido di riprovare a chiamare Povia (prima non mi aveva riposto) e questa volta mi risponde e mi dice che sta a circa 40 chilometri da Roma. Mi tranquillizzo anche perchè nessun giornale da me consultato parla del suo impegno alla Sapienza.
D’altra parte poche ore prima è stato eletto Papa Benedetto XVI e i giorni non parlano che di lui. Per sapere qualcosa avevo chiamato mia sorella Maria che aveva trovato alcune notizie su internet e cioè che si festeggiava il 702esimo anniversario della Sapienza e che c’era prima un Convegno e poi un concerto oltre che di Povia anche dei Negramaro e dei Tetes de Bois in quartetto con Francesco di Giacomo.
Arrivo in Università, trovo l’Aula Magna ma ancora lui non c’è, mi faccio un giro riesco anche a tesserarmi per accedere alla biblioteca dell’Ateneo e poi tornando in Aula Magna eccolo sul palco che prova, finisce e si dirige nel guardaroba. Sono indeciso sul da farsi e tutta la forza che mi ha fatto partire, dopo la notte quasi insonne, è andata a farsi benedire. Poi mi faccio coraggio ed entro; Giuseppe sta parlando e al momento giusto: “Ciao io sono Rosario dalla Calabria”. Senza darmi il tempo di capire mi dice “Ah tu, fatti abbracciare” e mi si butta al collo con me che non capisco più nulla. Il tempo di riprendermi e iniziamo a parlare. Giuseppe indossa una maglietta con su scritto AMERI, CANI (“ogni riferimento non è casuale”). Dopo alcuni minuti iniziamo l’intervista che segue che essendo anche video presto potrete trovare sul sito di Tele Diogene: www.telediogene.it.

Giuseppe come mai sei qui?

“E che ne so – risponde sorridendo – è quello che mi chiedo io; sono in un posto con cui non sono mai andato d’accordo perché non sono mai andato d’accordo con gli studi nella vita; ho la scuola di strada. Però sono contento di essere perché sicuramente ho toccato il cuore di qualche personaggio sapiente in questa inconvenienza della Sapienza.
Oddio tu sei un maestro con le rime… Ti cercano tutti ultimamente.
“Sì perché è il momento; perché c’è questa sorta di consumismo anche con le canzoni, perché quando c’è un pezzo che funziona lo spremono fino alla fine. Figurati che l’altro giorno in un bar a Poggibonsi, vicino Siena, è partita la canzone (I bambini fanno ooh” nda) su una radio e la ragazza dietro il banco fa: ‘Mamma che palle questa canzone!’ E io siccome avevo il cappellino e gli occhiali e non mi aveva riconosciuto le dico: ‘Sì è proprio un cretino questo qui’. Se le dicevo che ero io magari mi linciava”.
Giuseppe ride allegramente. Una canzone che piace a tutti, ai bambini, ai grandi, agli anziani.
“Io l’ho scritta per i bambini grandi, mi fa gioia che i bambini l’ascoltano, mi chiedano gli autografi; anche se mi piacerebbe comunicare molto di più coi grandi devo ammettere che non è facile comunicare coi bambini quindi quando ci riesci è una soddisfazione”.
Ora ti cercano tutti ma tu hai tanti anni di gavetta, per 14 anni hai lavorato dietro le quinte.
“Ho fatto per 14 anni il cameriere, mi è sempre piaciuto come lavoro, perché è un lavoro di comunicazione e dove impari a riconoscere gli stronzi che c’hanno un senso solo”.

Io mi riferivo anche ai tuoi 14 anni di musica senza ribalta…

“Sì. Io non me l’aspettavo e ho colto al volo questa occasione, anche perché io nasco come autore di testi e mi piacerebbe scrivere per i grandi: Celentano, Ramazzotti; così ho colto al volo l’occasione della beneficenza per il Darfur, cosa che mi ha fatto anche comodo”.
Ma almeno tu la beneficenza la fai davvero e che la canzone è bellissima e prende il cuore è merito tuo.
I bambini fanno oh, anche noi adulti dovremmo essere capaci di fare oooh…
Qualcuno ci riesce, qualcuno ci prova, e tanti fanno finta di niente”.

C’è troppa frenesia in giro, non c’è tempo…

“In una grande città c’è mancanza di comunicazione: chiedi un’informazione e uno tira diritto; c’è questa difficoltà a guardarsi diritti negli occhi”.
Sei il vincitore morale del festival di San Remo 2005; Giuseppe Povia in giuria a chi avrebbe votato?
“La Differenza (e canticchia la loro canzone nda) e ai Negramaro il premio della critica anche se a me piace tanto Renga come cantante”.

Sei alla ribalta con “I bambini fanno ooh” ma tu hai tante canzoni… nel cassetto!

“Non tante – risponde convinto – non si scrive una canzone in 5 minuti; io su una canzone ci lavoro anche più di un anno; sì ti viene una canzone magari in 5 minuti (e accompagnandosi con la chitarra accenna “I Bambini fanno ooh” nda), per fare il resto ci ho messo un anno e mezzo”.

Dalla gavetta al primo disco: 10 bellissime tracce…

Giuseppe iniziai ad  accennare Spettinata…

In “Mia sorella” parli della bulimia?

“Parlo di mia sorella, vorrei che trasparisse l’amore che prova un fratello per una sorella. Mia sorella ha avuto questa malattia in passato, ora è guarita, così come è vera la gravidanza a 17 anni…”.

C’è voluto molto coraggio a scrivere il testo in questi termini?

“Lo so, però quando tu cerchi di aiutare tua sorella in un periodo in cui non puoi fare niente e ti senti impotente, attraverso una canzone puoi dirle: ‘Guarda che ci sono anch’io’ ”.
Ho letto che hai sofferto di depressione.
Giuseppe ride… “Depressione, attacchi di panico, crisi di ansia, di tutto…. Facendo un cammino spirituale ho trovato la soluzione”.
La depressione è un problema serio ma se ne può uscire e se ne deve parlare.
“Se ne può uscire e si diventa molto più creativi e così la depressione si trasforma in un qualcosa di positivo perché ti fa diventare ‘pazzo’ “
Proviamo ad interrogare Povia sulla depressione chiedendogli: Tu sei più per una cura farmaceutica o psicologica? Psichiatra o psicologo?
Lui con la sua sottile ironia risponde: “Se è un amico che non si fa pagare vanno bene tutti e due”. Poi tornando serio: “Se non ce la fai qualche seduta da uno psicologo o psichiatra può essere utile. Anche i farmaci se servono a capire che un domani ne potrai uscire. Io ce l’ho fatta senza prendere niente: sono stato benedetto”.
Sesso e amore sono molto presenti nel tuo cd, la differenza?.
“Io li rappresento come l’uomo e la donna. Il sesso rovina sempre tutto, in amore, a volte diventa noioso; quando c‘è la passione pensi che lei non arrivi ad un appuntamento perché è stata con un altro quando c‘è l’amore, dopo tanti anni, pensi che non arriva ad un appuntamento perché è successo qualcosa: bisognerebbe trovare una via di mezzo”.
C’è una canzone dove parli di un viaggio sulla luna e poi nel mare. Non è mai contenta la di lei di questa canzone; come mia moglie praticamente?
Giuseppe ride: “ Per una ragazza fai di tutto ma quando si arriva al momento dell’Amore lei dice che non è mai il momento, non me la sento… mal di testa ecc…; invece, in “Ecco cosa c’è” parlo della storia di due persone che stanno insieme da tanti anni e poi quando arriva la crisi, che è inevitabile, arriva la nostalgia”.

Cambiando discorso devi tanto a Paolo Bonolis?

“Sì gli devo tanto; l’ho incontrato tre volte. E’ stato importante. Io non c’ho creduto fino a che non sono salito sul palco. A parte la mia compagna Teresa e mia figlia Emma (prima nata del 2005 a Firenze nda) devo tanto a tre cose: al Premio Recanati (che Giuseppe ha vinto nel 2003 con il  brano “Mia Sorella” nda) ad Angelo Carrara (“il mio produttore, direttore più che altro un amico”) e a Paolo Bonolis.

Cosa ti aspetti per il futuro?

Nella musica tutto è possibile; voglio fare l’autore di testi (ho inseguito Vasco Rossi per fargli cantare “I bambini fanno ooh” per mesi), scrivere per gli altri; non mi piace molto stare sul palcoscenico, mi piace scrivere”.

A te piace Rino Gaetano vero?

“L’ho conosciuto dai dischi, di lui, così come di De Andrè, Baglioni ed altri, mi piace (“creo un termine”) “la direttitudine” nei testi cioè l’essere diretto, non fare tante metafore”.

Tre mesi fa ti immaginavi questo successo?

No! Macchè! Sapevo che avevo una bella canzone ma non mi immaginavo tutta questa pioggia di attenzione. Ora – si avvicina – non faccio un cazzo (non è vero nda) però mi sento stanco”.
Giuseppe che forse comincia ad aver noia delle mie domande comincia a strimpellare la chitarra e ci accenna qualche sua canzone.
Anche le case di abbigliamento cercano di farti indossare i loro capi, ma tu hai rifiutato.
Ride: Sì vogliono farmi indossare cose con il loro nome, non mi piacciono; indosso solo quello che piace a me”.

Ma quanto costa Giuseppe Povia in questo momento e quanto vorresti costare?

“In realtà non lo so. Io vorrei costare 1.500/2.000 euro al mese tipo stipendio”.
Si avvicina una fan, una pianista, per un autografo mentre suona anche il cellulare: sono gli amici (parla Lorenzo) del Fans Club che non trovano la strada per la Sapienza. Giuseppe, per telefono cerca di instradarli.
Ti lascio ai tuoi ammiratori, ci accenni, per chiudere, “I bambini fanno ooh”?
Povia con la sua inseparabile chitarra inizia il pezzo più trasmesso in assoluto in questo ultimo periodo e con il quale sta scalando le vette di tutte le classifiche.
E’ felice Giuseppe e ride e noi siamo felici per lui: merita tutto questo successo!

Auguri Povia

Oggi il mio amico cantante e quasi coetaneo Giuseppe Povia, compie 38 anni.


A Giuseppe, preso dalla sua sfolgorante carriera, visto che i numeri di telefono che mi diede anni fa non sono più validi, faccio da qui i migliori auguri di Buon Compleanno.


Ne approfitto per riproporre l'intervista pubblicata su Area Locale, che gli feci all'inizio della sua carriera e che, a quanto pare, gli ha portato anche fortuna:

Povia? Si, proprio quello dei bambini che fanno Ooh!

E' stata una grande giornata. Organizzata dall'Università la Sapienza di Roma per festeggiare i 702 anni dalla sua fondazione. Prima dei concerti (oltre a Povia c'erano i "Tetes de Bois" in quartetto con Francesco Di Giacomo e i "Negramaro") c'è stato un convegno a cui hanno partecipato illustri professori che hanno parlato di questa prestigiosa università, introdotti dal Magnifico Rettore Renato Guarini.

 


Non so perché di punto in bianco una mattina di fine aprile leggendo sul sito www.giuseppepovia.it della presenza di Giuseppe Povia [quello de “I bambini fanno ooh”, primo in classifica sia su “Cd-Live” che su “Top of the Pops”, primo nelle suonerie scaricate, decimo (al primo album) nei dischi venduti] ad una manifestazione all’Università della Sapienza, decido di contattare il Fans Club per sapere se posso intervistarlo.

Quando ormai non ci credo più mi chiama Pasquale del Fans Club che mi dice che non ci sono problemi e mi chiede se voglio il numero di Giuseppe per mettermi d’accordo con lui.

Il numero di Giuseppe? Ma dici davvero? Cose da pazzi. Sto guidando fermo la macchina e me lo scrivo sul primo pezzo di carta che riesco a reperire nel marsupio. Arrivato a casa me lo ricopio sul cellulare e contatto il grande Greg affinché provveda a farmi i biglietti per l’andata e il ritorno.

La sera, da Crotone, parto per Roma. Dormo pochissimo nel pullman e tutta notte ascolto il Cd di Povia “Evviva i pazzi che hanno capito cos’è l’Amore”.

Alle 6 sono a Tiburtina, dopo un giro per la Capitale alle 15 sono alla Sapienza mentre mi avvicino decido di riprovare a chiamare Povia (prima non mi aveva riposto) e questa volta mi risponde e mi dice che sta a circa 40 chilometri da Roma. Mi tranquillizzo anche perchè nessun giornale da me consultato parla del suo impegno alla Sapienza.

D’altra parte poche ore prima è stato eletto Papa Benedetto XVI e i giorni non parlano che di lui. Per sapere qualcosa avevo chiamato mia sorella Maria che aveva trovato alcune notizie su internet e cioè che si festeggiava il 702esimo anniversario della Sapienza e che c’era prima un Convegno e poi un concerto oltre che di Povia anche dei Negramaro e dei Tetes de Bois in quartetto con Francesco di Giacomo.

Arrivo in Università, trovo l’Aula Magna ma ancora lui non c’è, mi faccio un giro riesco anche a tesserarmi per accedere alla biblioteca dell’Ateneo e poi tornando in Aula Magna eccolo sul palco che prova, finisce e si dirige nel guardaroba. Sono indeciso sul da farsi e tutta la forza che mi ha fatto partire, dopo la notte quasi insonne, è andata a farsi benedire.

Poi mi faccio coraggio ed entro; Giuseppe sta parlando e al momento giusto: “Ciao io sono Rosario dalla Calabria”. Senza darmi il tempo di capire mi dice “Ah tu, fatti abbracciare” e mi si butta al collo con me che non capisco più nulla. Il tempo di riprendermi e iniziamo a parlare. Giuseppe indossa una maglietta con su scritto AMERI, CANI (“ogni riferimento non è casuale”). Dopo alcuni minuti iniziamo l’intervista che segue.

Giuseppe PoviaGiuseppe come mai sei qui?

“E che ne so – risponde sorridendo – è quello che mi chiedo io; sono in un posto con cui non sono mai andato d’accordo perché non sono mai andato d’accordo con gli studi nella vita; ho la scuola di strada. Però sono contento di essere perché sicuramente ho toccato il cuore di qualche personaggio sapiente in questa inconvenienza della Sapienza.

Oddio tu sei un maestro con le rime… Ti cercano tutti ultimamente.

“Sì perché è il momento; perché c’è questa sorta di consumismo anche con le canzoni, perché quando c’è un pezzo che funziona lo spremono fino alla fine. Figurati che l’altro giorno in un bar a Poggibonsi, vicino Siena, è partita la canzone (I bambini fanno ooh” nda) su una radio e la ragazza dietro il banco fa: ‘Mamma che palle questa canzone!’ E io siccome avevo il cappellino e gli occhiali e non mi aveva riconosciuto le dico: ‘Sì è proprio un cretino questo qui’. Se le dicevo che ero io magari mi linciava”.

Giuseppe ride allegramente.

Una canzone che piace a tutti, ai bambini, ai grandi, agli anziani.

“Io l’ho scritta per i bambini grandi, mi fa gioia che i bambini l’ascoltano, mi chiedano gli autografi; anche se mi piacerebbe comunicare molto di più coi grandi devo ammettere che non è facile comunicare coi bambini quindi quando ci riesci è una soddisfazione”.

Ora ti cercano tutti ma tu hai tanti anni di gavetta, per 14 anni hai lavorato dietro le quinte.

“Ho fatto per 14 anni il cameriere, mi è sempre piaciuto come lavoro, perché è un lavoro di comunicazione e dove impari a riconoscere gli stronzi che c’hanno un senso solo”.

Io mi riferivo anche ai tuoi 14 anni di musica senza ribalta…

“Sì. Io non me l’aspettavo e ho colto al volo questa occasione, anche perché io nasco come autore di testi e mi piacerebbe scrivere per i grandi: Celentano, Ramazzotti; così ho colto al volo l’occasione della beneficenza per il Darfur, cosa che mi ha fatto anche comodo”.

Ma almeno tu la beneficenza la fai davvero e che la canzone è bellissima e prende il cuore è merito tuo.

I bambini fanno oh, anche noi adulti dovremmo essere capaci di fare oooh…

Qualcuno ci riesce, qualcuno ci prova, e tanti fanno finta di niente”.

C’è troppa frenesia in giro, non c’è tempo…

“In una grande città c’è mancanza di comunicazione: chiedi un’informazione e uno tira diritto; c’è questa difficoltà a guardarsi diritti negli occhi”.

Sei il vincitore morale del festival di San Remo 2005; Giuseppe Povia in giuria a chi avrebbe votato?

“La Differenza (e canticchia la loro canzone nda) e ai Negramaro il premio della critica anche se a me piace tanto Renga come cantante”.

Sei alla ribalta con “I bambini fanno ooh” ma tu hai tante canzoni… nel cassetto!

“Non tante – risponde convinto – non si scrive una canzone in 5 minuti; io su una canzone ci lavoro anche più di un anno; sì ti viene una canzone magari in 5 minuti (e accompagnandosi con la chitarra accenna “I Bambini fanno ooh” nda), per fare il resto ci ho messo un anno e mezzo”.

Dalla gavetta al primo disco: 10 bellissime tracce…

Giuseppe iniziai ad  accennare Spettinata…

In “Mia sorella” parli della bulimia?

“Parlo di mia sorella, vorrei che trasparisse l’amore che prova un fratello per una sorella. Mia sorella ha avuto questa malattia in passato, ora è guarita, così come è vera la gravidanza a 17 anni…”.

C’è voluto molto coraggio a scrivere il testo in questi termini?

“Lo so, però quando tu cerchi di aiutare tua sorella in un periodo in cui non puoi fare niente e ti senti impotente, attraverso una canzone puoi dirle: ‘Guarda che ci sono anch’io’ ”.

Ho letto che hai sofferto di depressione.

Giuseppe ride… “Depressione, attacchi di panico, crisi di ansia, di tutto…. Facendo un cammino spirituale ho trovato la soluzione”.

La depressione è un problema serio ma se ne può uscire e se ne deve parlare.

“Se ne può uscire e si diventa molto più creativi e così la depressione si trasforma in un qualcosa di positivo perché ti fa diventare ‘pazzo’ “

Proviamo ad interrogare Povia sulla depressione chiedendogli: Tu sei più per una cura farmaceutica o psicologica? Psichiatra o psicologo?

Lui con la sua sottile ironia risponde: “Se è un amico che non si fa pagare vanno bene tutti e due”. Poi tornando serio: “Se non ce la fai qualche seduta da uno psicologo o psichiatra può essere utile. Anche i farmaci se servono a capire che un domani ne potrai uscire. Io ce l’ho fatta senza prendere niente: sono stato benedetto”.

Sesso e amore sono molto presenti nel tuo cd, la differenza?

“Io li rappresento come l’uomo e la donna. Il sesso rovina sempre tutto, in amore, a volte diventa noioso; quando c‘è la passione pensi che lei non arrivi ad un appuntamento perché è stata con un altro quando c‘è l’amore, dopo tanti anni, pensi che non arriva ad un appuntamento perché è successo qualcosa: bisognerebbe trovare una via di mezzo”.

C’è una canzone dove parli di un viaggio sulla luna e poi nel mare. Non è mai contenta la di lei di questa canzone; come mia moglie praticamente?

Giuseppe ride: “ Per una ragazza fai di tutto ma quando si arriva al momento dell’Amore lei dice che non è mai il momento, non me la sento… mal di testa ecc…; invece, in “Ecco cosa c’è” parlo della storia di due persone che stanno insieme da tanti anni e poi quando arriva la crisi, che è inevitabile, arriva la nostalgia”.

Cambiando discorso devi tanto a Paolo Bonolis?

“Sì gli devo tanto; l’ho incontrato tre volte. E’ stato importante. Io non c’ho creduto fino a che non sono salito sul palco. A parte la mia compagna Teresa e mia figlia Emma (prima nata del 2005 a Firenze nda) devo tanto a tre cose: al Premio Recanati (che Giuseppe ha vinto nel 2003 con il  brano “Mia Sorella” nda) ad Angelo Carrara (“il mio produttore, direttore più che altro un amico”) e a Paolo Bonolis.

Cosa ti aspetti per il futuro?

Nella musica tutto è possibile; voglio fare l’autore di testi (ho inseguito Vasco Rossi per fargli cantare “I bambini fanno ooh” per mesi), scrivere per gli altri; non mi piace molto stare sul palcoscenico, mi piace scrivere”.

A te piace Rino Gaetano vero?

“L’ho conosciuto dai dischi, di lui, così come di De Andrè, Baglioni ed altri, mi piace (“creo un termine”) “la direttitudine” nei testi cioè l’essere diretto, non fare tante metafore”.

Tre mesi fa ti immaginavi questo successo?

No! Macchè! Sapevo che avevo una bella canzone ma non mi immaginavo tutta questa pioggia di attenzione. Ora – si avvicina – non faccio un cazzo (non è vero nda) però mi sento stanco”.

Giuseppe che forse comincia ad aver noia delle mie domande comincia a strimpellare la chitarra e ci accenna qualche sua canzone.

Anche le case di abbigliamento cercano di farti indossare i loro capi, ma tu hai rifiutato.

Ride: Sì vogliono farmi indossare cose con il loro nome, non mi piacciono; indosso solo quello che piace a me”.

Ma quanto costa Giuseppe Povia in questo momento e quanto vorresti costare?

“In realtà non lo so. Io vorrei costare 1.500/2.000 euro al mese tipo stipendio”.

Si avvicina una fan, una pianista, per un autografo mentre suona anche il cellulare: sono gli amici (parla Lorenzo) del Fans Club che non trovano la strada per la Sapienza. Giuseppe, per telefono cerca di instradarli.

Ti lascio ai tuoi ammiratori, ci accenni per chiudere “I bambini fanno ooh”?

Povia con la sua inseparabile chitarra inizia il pezzo più trasmesso in assoluto in questo ultimo periodo e con il quale sta scalando le vette di tutte le classifiche.

E’ felice Giuseppe e ride e noi siamo felici per lui: merita tutto questo successo!

[Rosario Rizzuto]

 

foto-cronaca della giornata

Stasera il vincitore del Festival di Sanremo: io tifo per Povia, Arisa e Cristicchi!

Entra nella fase finale la 60^ edizione del Festival di Sanremo.

Simone Cristicchi con il coro dei minatori di Santa Fiora. Foto Rosario Rizzuto col cellulare

Stasera quinta ed ultima serata di un Festival che tutti criticano ma che tutti amano.

Viverlo da Sanremo è una sensazione davvero particolare.

Nonostaante non abbia l’accredito giornalistico, perchè andava richisto 15 giorni prima, sto seguendo la manifestazione nei minimi dettagli: la mia gallery fotografica è arrivata a 2.811 foto (dato aggiornato alle ore 18,30 del 20.02.2010) mentre sul mio profilo YouTube ho caricato alcuni video.

Poco fa ho scambiato due battute con Enrico Ruggieri che era davvero amareggiato per la sua eliminazione: "Dopo 29 album… mi preoccupo" mi ha detto.

Enrico Ruggieri intervistato a Radio Italia al Palafiori di Sanremo. Foto Rosario Rizzuto

Infatti nella serata di ieri sera sono stati elimati lui e Fabrizio Moro.

Ieri sera è stato anche scelto il vincitore tra i 4 cantanti rimasti nella categoria Nuova Generazione, ha vinto Tony Maiello già ad X-Factor.

Ho visto Giuseppe Povia: gli ho ricordato (glielo avevo detto già ieri) di ricordare Rino Gaetano dal palco dell’Ariston: se lo fa è davvero un grande!!!

Stasera ultimo verdetto: io faccio il tifo per il mio amico Giuseppe Povia, per Arisa e Simone Cristicchi!

E voi?

[Rosario Rizzuto]

I video di Rosario Rizzuto a Sanremo

Sul mio account di YouTube alcuni brevi video realizzati in questi giorni sanremesi: intervista a Patrizia D’Addario (ringrazio Gino Pingitore per averla postata anche sul suo blog), intervista a Dario Salvatori su Rino Gaetano, intervista ai Sonhora, breve discussione col manager di Povia

Per accedere al mio account YouTube cliccare qui.

L'incapace…

Ascoltando un cd c’è sempre qualche canzone che ti colpisce di più e così vai avanti ed indietro nelle tracce e a vole finisci per ascoltare solo quella.

Ultimamente sto ascoltando il cd, originale, di Povia "Centravanti di mestiere" e mi sono incaponito con la quarta traccia "L’incapace".

L’incapace non fa niente da solo perchè in fondo niente sa fare
proprio per questo che l’unico ruolo che gli riesce bene è comandare
l’incapace non ammette l’errore e da la colpa a te
come si diverte a farti del male tanto poi ti dice lo faccio per te
l’incapace non fa niente per niente ma ti dice che ti ama è solo un figlio di puttana

l’incapace è colui che metterà il mondo sulla croce e continuerà finchè morirà
l’incapace si nasconde bene in mezzo alla gente io non ci divento come te

è incapace ma non è cattivo qualche volta piange anche lui
dice che ascolta capisce perdona ecco perchè sembra uno di noi
ti accarezza e dopo ti pugnala tutto molto all’italiana “sei proprio un figlio di puttana”

l’incapace piano piano spegnerà tutta la tua luce e continuerà finchè morirà
con la voce dice il vero ma con la mente mente
amici e amori non hai e il bello è che non lo sai

la rovina del mondo non sono i cattivi ma gli incapaci

incapace vuoi vedere che scendiamo dalla croce non ti salverai garantiamo noi
incapace non scappare tanto non serve a niente
e continuerà finchè morirà l’incapace si nasconde bene in mezzo alla gente
io non ci divento come te.
(Fonte: angolotesti.it)


L’ascolto e vedo lui, passo passo, parola dopo parola, strofa dopo strofa..

Il male in prima pagina…

Possibile che solo le cattive notizie fanno notizia?
I sommari dei telegiornali nazionali sono diventati dei veri bollettini di guerra: morti, morti e ancora morti, non importa come l’importante che siano morti!

Poco fa al Tg 3 delle 14,20 la notizia più bella è stata quella dell’economia italiana all’osso!!! che è tutto dire!
CHE SCHIFO!!!

Per fortuna su Rai 1 c’è Povia!

Due mesi dopo Santo Stefano…

Le gambe anchilosate, sarà perchè ho dormito in macchina, la mente stonata.

Non so se tra poco sarò in grado di andare a scuola (lo so che godi BASTARDO, ma il mio stare male potrebbe avvicinare la tua fine, guardati le spalle, da oggi ancora di più), se nel pomeriggio riuscirò a registrare, in post produzione, l’audio della gara tra Savelli e Scandale.

L’ansia stamane, considerato che mio figlio Alessandro sta meglio e ha ripreso a parlare (ha fatto il muto per due giorni a causa di una forte stomatite), è tutta per l’attesa del Comunicato Ufficiale della Commissione Territoriale di Catanzaro.

Ho bisogno di capire, io c’ero alla partita tra Nuova Torre Melissa e Scandale, ho visto quello che è successo, l’ho pure registrato e rivisto decine di volte…

Ieri ho perso un pomeriggio per capire, se mai ce n’era ancora bisogno, che l’Italia è un paese burocratico di merda.

Il concetto lo chiarirò dopo che sarà pubblicato il Comunicato della Commissione Disciplinare atteso per stamattina.

Che senso ha dare l’anima, che senso ha spendersi per i giovani calciatori se poi quello che scrive un idiota qualsiasi in giachetta nera o colorata è Bibbia?!

Anche contro l’inconfutabilità di una registrazione video?

Aspetto…aspetto e freno le mie dita!

Intanto ieri è stato il compleanno di mia zia Wilma a cui vanno i miei più sinceri auguri, anche lei, che quando ero bambino, era la mia zia preferita, ha superarato i secondi anta anche se ha lo spirito da ragazzina.

AUGURI ANCORA ZIA!!!

Ieri è iniziato anche il Festival di San Remo e proprio adesso, alla rassegna stampa di Prima Pagina di Canale 5, stanno dicendo che è stato un flop o meglio "che flop le canzoni".

Ma non c’è bisogno dei giornali, per quel poco che ho visto e o poi ascoltato, mentre mi addormentavo, in macchina, me ne ero accorto da solo.

Ieri è iniziato il festival delle banalità, delle frasi fatte, delle emozioni programmate, dei 13 Pippi Baudi, delle gambe della Parietti in prima fila, delle scarpe tricolori di Chiambretti, l’unico capace di qualche novità.

Insomma, come qualcuna, io continuo a sperare a torto, disse due anni fa della "mia" estate scandalese, una vera cacata!

Forse il Festival di può ancora salvare: VIA PIPPO BAUDO! 

Assume quindi maggiore spessore la protesta iniziata da Povia e Baccini che porterà il 27 febbraio, Mercoledì, domani insomma, ad un festival indipendente nella piazza principale di San Remo.

Peccato non poterci essere anche perchè in tv, domani, rimanderanno il film di bugie su Rino Gaetano.

Spero non lo veda nessuno.

Io, se sarò tra i vivi, dovrei andare a giocare a calcetto; qualcuno s’è degnato di invitarmi, su mia richiesta (ci mancherebbe che qualcuno inviti di sua iniziativa a giocare a calcetto a me!!!) ad andare al campo.

Il condizionale è d’obbligo perchè non so ancora se ci sarà il posto per me in squadra!!!

Intanto dai buchi della serranda vedo che si è fatto giorno… e sto male… tanto male!!!

E intanto, sempre ieri, sono stati trovati in un pozzo, in seguito ad una drammatica coincidenza, per fortuna finita bene, i corpi dei due fratellini Pappalardo di Gravina di Puglia.

Tramontano così le speranze di chi li credeva ancora vivi!

E, se sarà dimostrato che sono caduti nel pozzo per gioco, il loro papà è stato in carcere molti mesi da innocente!

Mentre mi domando cosa abbiano fatto e dove abbiamo cercato tutte le forze dell’ordine che si sono pagati un lauto straordinario per cercarli, senza trovarli, per mesi!

Il vostro By.Ros domani in diretta via web cam su Rai 2

La rete permette una diffusione fino a qualche tempo fa inimmaginabile delle notizie e così può succedere che qualcuno scopri in rete che sono un fan di Povia (che ho avuto il piacere di intervistare tempo fa) e mi inviti ad un programma in tv in diretta via Web Cam per porre delle domande a Povia che sarà ospite del programma insieme con Baccini.
Rosario Rizzuto con Giuseppe Povia a Roma  aprile 2005. Clicca x vedere la gallery
Ma la mia meraviglia è cresciuta ancora di più nel sapere che ad invitarmi è stata la redazione di Scalo 76, programma musicale del sabato pomeriggio di Rai 2.

E così, se tutto va per il meglio, domani, intorno alle 14,00, sarò in diretta via Messanger su Rai 2.

Mica cazzi!!!

Sarà…

Sarà l’ora tardi che invita alla riflessione, sarà la stupenda luna grandissima e quasi rossa che c’era poco fa, sarà che stasera proprio non ho voglia di girare per i canali satellitari dalla lingua incomprensibile, sarà che Edoardo Vianello a Santa Severina per la festa di Sant’Antonio mi aveva messo allegria ma poi quella che non mi ascolta me l’ha fatta passare, sarà che oggi per la prima volta ho sentito nominare, dal mitico Federico l’Olandese Volante di Rtl 102,5, Fabri Fibra (Carneade…chi era costui…) e scopro che è primo nella classifica di Tv Sorrisi e Canzoni, sarà che poco fa ho visto Antonella Marazziti di Rti che tra l’altro nell’ultimo servizio del Tg ha parlato del mio Istituto Gravina e dei progetti in esso svolti, sarà per tutti questi motivi e per tanti altri che mi trovo qui davanti al pc. Mezzo assonnato sì ma con tanta voglia di scrivere, ma se scrivessi quello che mi passa ora dalla mente combinerei un pandemonio. Mi sa che mi conviene fare direttamente i fatti e non se ne parla più. Chiusa parentesi.

Dicevo di Fabri Fibra al secolo Fabrizio Tarducci, classe 1976.

Mentre pomeriggio ero a scuola ad inserire le domande delle borse di studio della Regione Calabria, Federico lancia una sua canzone, un rap, il suo genere immagino. Non la capisco molto bene ma il personaggio mi interessa così verifico se ho capito bene e sul sito di Tv Sorrisi e Canzoni scopro davvero che è primo con il suo album “Tradimento” e che è “seguito” nel suo percorso musicale da Neffa.

Di lui non conosco praticamente nulla, mi stampo quella che sul suo sito viene definita Bio (che dovrebbe stare per biografia) e leggo qualcosa ma, secondo me è un personaggio tutto da scoprire e non so perché, dalle poche cose che ho letto, deve avere a che fare con Rino Gaetano. Che ne so, Rino sarà tra i suoi cantanti preferiti (come lo è per Povia, per Cristicchi e per tanti altri) o si ispira alla sua musica, ai suoi testi. Vedremo.
Intanto, quasi quasi, vado a fargli un’intervista, magari l’anno prossimo vince il Festival di San Remo come è successo a Povia.

A San Remo vince Povia

Povia alza il trofeo
Toh, Giuseppe Povia è il vincitore assoluto del 56° Festival di San Remo con la canzone “Vorrei avere il becco”. Siamo sicuri che in pochi ci avrebbero creduto (un gestore di scommesse dava Povia 25 a 1 per la vittoria assoluta). Lo stesso Povia prima di iniziare indicava altri suoi colleghi come vincitori (“Prima DolceNera e secondi i Nomadi”) ma forse era solo falsa modestia.

Così partito alla chetichella con quel suo verso del piccione che alla prima serata ha fatto sorridere i più, con passare delle serate, grazie, crediamo, soprattutto al televoto, ha fatto piazza pulita attorno a sé riuscendo stanotte ad alzare il tanto desiderato trofeo consegnatogli da Virna Lisi.

Non si è smentito nemmeno nel momento della vittoria Giuseppe ringraziando il manager, la compagna e i genitori sposati da 40 anni; ha chiesto al papà di dare un bacio alla mamma (visto che è tanto che non glielo vede fare) e di tenerla abbracciata per 5 minuti. Grande Povia!

Si aprono ora nuove strade per l’ex cameriere Giuseppe di cui abbiamo capito subito le potenzialità andando appositamente a Roma per intervistarlo. Un ragazzo buono, generoso (ha anticipato di tasca sua 35.000 Euro per il progetto Darfur legato allo scorso San Remo presentato da Paolo Bonolis quando Povia balzo all’onore delle cronache con la bellissima “I Bambini fanno oh”) che ha avuto un buon successo anche col primo Lp anche se per molti è continuato a restare quello dei Bambini fanno oh.

Si attendono ora con ansia i suoi nuovi lavori. D’altra parte nei suoi quaderni ha già tanti spunti annotati in anni di vane speranze ora divenute realtà. E che realtà!!!

[Rosario Rizzuto]

 

 

Povia in finale, solo gol all'Ezio Scida!!!

Dopo la notte senza dormire, è quasi normale che ieri crollassi presto e così mi son perso forse la più bella serata di San Remo. Mi dicono che Giuseppe Povia e Francesco Baccini sono stati fantastici. E Giuseppuzzu è in finale; sto finendo la mia scheda Wind a furia di mandargli voti con gli sms senza contare quelli da casa. Come vi dicevo la canzone è bella e qualcuno comincia a coglierne anche il significato profondo.
Come Gesù usava le parabole per parlare alla sua gente, Giuseppe Povia usa queste canzoni forse un po’ fanciullesche per dire cose importanti. UN GRANDE!!!
Stasera tutti a tifare per lui e visto che non avevo avuto fiducia e non credevo che arrivasse in finale, questa volta voglio esagerare e dico che Giuseppe Povia vincerà il Festival di San Remo. Speriamo che questa volta ci prendo!!!
Intanto tra poco chiudiamo l’ufficio un po’ prima. La nostra scuola è vicina lo stadio "Ezio Scida" e oggi c’è il derby Crotone – Catanzaro. Il Dirigente D’Ettoris ha ritenuto giustamente opportuno anticipare di un po’ l’uscita egli alunni e la chiusura dei locali per consentire a tutti di non essere coinvolti nei disagi dovuti al derby. Speriamo che si tratti solo di disagi di traffico e che tutto si svolga alla perfezione chiunque sia il vincitore. FORZA CALABRIA!!!

Intervista a Giuseppe Povia


Giuseppe firma autografi ai bambini

Posto l’intervista che ho fatto a Giuseppe Povia. Vi ricordo anche l’altro mio blog: www.byrosepovia.splinder.com che langue in fatto di commenti…

Non so perché di punto in bianco una mattina di fine aprile leggendo sul sito www.giuseppepovia.it della presenza di Giuseppe Povia [quello de “I bambini fanno ooh”, primo in classifica sia su “Cd-Live” che su “Top of the Pops”, primo nelle suonerie scaricate, tredicesimo (al primo album) nei dischi venduti] ad una manifestazione all’Università della Sapienza, decido di contattare il Fans Club per sapere se posso intervistarlo. Quando ormai non ci credo più mi chiama Pasquale del Fans Club che mi dice che non ci sono problemi e mi chiede se voglio il numero di Giuseppe per mettermi d’accordo con lui. Il numero di Giuseppe? Ma dici davvero? Cose da pazzi. Sto guidando fermo la macchina e me lo scrivo sul primo pezzo di carta che riesco a reperire nel marsupio. Arrivato a casa me lo ricopio sul cellulare e contatto il grande Gregorio affinché provveda a farmi i biglietti per l’andata e il ritorno.

La sera, da Crotone, parto per Roma. Dormo pochissimo nel pullman e tutta notte ascolto il Cd di Povia “Evviva i pazzi che hanno capito cos’è l’Amore”.

Alle 6 sono a Tiburtina, dopo un giro per la Capitale alle 15 sono alla Sapienza mentre mi avvicino decido di riprovare a chiamare Povia (prima non mi aveva riposto) e questa volta mi risponde e mi dice che sta a circa 40 chilometri da Roma. Mi tranquillizzo anche perchè nessun giornale da me consultato parla del suo impegno alla Sapienza.

D’altra parte poche ore prima è stato eletto Papa Benedetto XVI e i giorni non parlano che di lui. Per sapere qualcosa avevo chiamato mia sorella Maria che aveva trovato alcune notizie su internet e cioè che si festeggiava il 702esimo anniversario della Sapienza e che c’era prima un Convegno e poi un concerto oltre che di Povia anche dei Negramaro e dei Tetes de Bois in quartetto con Francesco di Giacomo.

Arrivo in Università, trovo l’Aula Magna ma ancora lui non c’è, mi faccio un giro riesco anche a tesserarmi per accedere alla biblioteca dell’Ateneo e poi tornando in Aula Magna eccolo sul palco che prova, finisce e si dirige nel guardaroba. Sono indeciso sul da farsi e tutta la forza che mi ha fatto partire, dopo la notte quasi insonne, è andata a farsi benedire. Poi mi faccio coraggio ed entro; Giuseppe sta parlando e al momento giusto: “Ciao io sono Rosario dalla Calabria”. Senza darmi il tempo di capire mi dice “Ah tu, fatti abbracciare” e mi si butta al collo con me che non capisco più nulla. Il tempo di riprendermi e iniziamo a parlare. Giuseppe indossa una maglietta con su scritto AMERI, CANI (“ogni riferimento non è casuale”). Dopo alcuni minuti iniziamo l’intervista che segue che essendo anche video presto potrete trovare sul sito di Tele Diogene: www.telediogene.it.

Giuseppe come mai sei qui?

“E che ne so – risponde sorridendo – è quello che mi chiedo io; sono in un posto con cui non sono mai andato d’accordo perché non sono mai andato d’accordo con gli studi nella vita; ho la scuola di strada. Però sono contento di essere perché sicuramente ho toccato il cuore di qualche personaggio sapiente in questa inconvenienza della Sapienza.

Oddio tu sei un maestro con le rime… Ti cercano tutti ultimamente.

“Sì perché è il momento; perché c’è questa sorta di consumismo anche con le canzoni, perché quando c’è un pezzo che funziona lo spremono fino alla fine. Figurati che l’altro giorno in un bar a Poggibonsi, vicino Siena, è partita la canzone (I bambini fanno ooh” nda) su una radio e la ragazza dietro il banco fa: ‘Mamma che palle questa canzone!’ E io siccome avevo il cappellino e gli occhiali e non mi aveva riconosciuto le dico: ‘Sì è proprio un cretino questo qui’. Se le dicevo che ero io magari mi linciava”.

Giuseppe ride allegramente. Una canzone che piace a tutti, ai bambini, ai grandi, agli anziani.

“Io l’ho scritta per i bambini grandi, mi fa gioia che i bambini l’ascoltano, mi chiedano gli autografi; anche se mi piacerebbe comunicare molto di più coi grandi devo ammettere che non è facile comunicare coi bambini quindi quando ci riesci è una soddisfazione”.

Ora ti cercano tutti ma tu hai tanti anni di gavetta, per 14 anni hai lavorato dietro le quinte.

“Ho fatto per 14 anni il cameriere, mi è sempre piaciuto come lavoro, perché è un lavoro di comunicazione e dove impari a riconoscere gli stronzi che c’hanno un senso solo”.

Io mi riferivo anche ai tuoi 14 anni di musica senza ribalta…

“Sì. Io non me l’aspettavo e ho colto al volo questa occasione, anche perché io nasco come autore di testi e mi piacerebbe scrivere per i grandi: Celentano, Ramazzotti; così ho colto al volo l’occasione della beneficenza per il Darfur, cosa che mi ha fatto anche comodo”.

Ma almeno tu la beneficenza la fai davvero e che la canzone è bellissima e prende il cuore è merito tuo.

I bambini fanno oh, anche noi adulti dovremmo essere capaci di fare oooh…

Qualcuno ci riesce, qualcuno ci prova, e tanti fanno finta di niente”.

C’è troppa frenesia in giro, non c’è tempo…

“In una grande città c’è mancanza di comunicazione: chiedi un’informazione e uno tira diritto; c’è questa difficoltà a guardarsi diritti negli occhi”.

Sei il vincitore morale del festival di San Remo 2005; Giuseppe Povia in giuria a chi avrebbe votato?

“La Differenza (e canticchia la loro canzone nda) e ai Negramaro il premio della critica anche se a me piace tanto Renga come cantante”.

Sei alla ribalta con “I bambini fanno ooh” ma tu hai tante canzoni… nel cassetto!

“Non tante – risponde convinto – non si scrive una canzone in 5 minuti; io su una canzone ci lavoro anche più di un anno; sì ti viene una canzone magari in 5 minuti (e accompagnandosi con la chitarra accenna “I Bambini fanno ooh” nda), per fare il resto ci ho messo un anno e mezzo”.

Dalla gavetta al primo disco: 10 bellissime tracce…

Giuseppe iniziai ad  accennare Spettinata…

In “Mia sorella” parli della bulimia?

“Parlo di mia sorella, vorrei che trasparisse l’amore che prova un fratello per una sorella. Mia sorella ha avuto questa malattia in passato, ora è guarita, così come è vera la gravidanza a 17 anni…”.

C’è voluto molto coraggio a scrivere il testo in questi termini?

“Lo so, però quando tu cerchi di aiutare tua sorella in un periodo in cui non puoi fare niente e ti senti impotente, attraverso una canzone puoi dirle: ‘Guarda che ci sono anch’io’ ”.

Ho letto che hai sofferto di depressione.

Giuseppe ride… “Depressione, attacchi di panico, crisi di ansia, di tutto…. Facendo un cammino spirituale ho trovato la soluzione”.

La depressione è un problema serio ma se ne può uscire e se ne deve parlare.

“Se ne può uscire e si diventa molto più creativi e così la depressione si trasforma in un qualcosa di positivo perché ti fa diventare ‘pazzo’ “

Proviamo ad interrogare Povia sulla depressione chiedendogli: Tu sei più per una cura farmaceutica o psicologica? Psichiatra o psicologo?

Lui con la sua sottile ironia risponde: “Se è un amico che non si fa pagare vanno bene tutti e due”. Poi tornando serio: “Se non ce la fai qualche seduta da uno psicologo o psichiatra può essere utile. Anche i farmaci se servono a capire che un domani ne potrai uscire. Io ce l’ho fatta senza prendere niente: sono stato benedetto”.

Sesso e amore sono molto presenti nel tuo cd, la differenza?.

“Io li rappresento come l’uomo e la donna. Il sesso rovina sempre tutto, in amore, a volte diventa noioso; quando c‘è la passione pensi che lei non arrivi ad un appuntamento perché è stata con un altro quando c‘è l’amore, dopo tanti anni, pensi che non arriva ad un appuntamento perché è successo qualcosa: bisognerebbe trovare una via di mezzo”.

C’è una canzone dove parli di un viaggio sulla luna e poi nel mare. Non è mai contenta la di lei di questa canzone; come mia moglie praticamente?

Giuseppe ride: “ Per una ragazza fai di tutto ma quando si arriva al momento dell’Amore lei dice che non è mai il momento, non me la sento… mal di testa ecc…; invece, in “Ecco cosa c’è” parlo della storia di due persone che stanno insieme da tanti anni e poi quando arriva la crisi, che è inevitabile, arriva la nostalgia”.

Cambiando discorso devi tanto a Paolo Bonolis?

“Sì gli devo tanto; l’ho incontrato tre volte. E’ stato importante. Io non c’ho creduto fino a che non sono salito sul palco. A parte la mia compagna Teresa e mia figlia Emma (prima nata del 2005 a Firenze nda) devo tanto a tre cose: al Premio Recanati (che Giuseppe ha vinto nel 2003 con il  brano “Mia Sorella” nda) ad Angelo Carrara (“il mio produttore, direttore più che altro un amico”) e a Paolo Bonolis.

Cosa ti aspetti per il futuro?

Nella musica tutto è possibile; voglio fare l’autore di testi (ho inseguito Vasco Rossi per fargli cantare “I bambini fanno ooh” per mesi), scrivere per gli altri; non mi piace molto stare sul palcoscenico, mi piace scrivere”.

A te piace Rino Gaetano vero?

“L’ho conosciuto dai dischi, di lui, così come di De Andrè, Baglioni ed altri, mi piace (“creo un termine”) “la direttitudine” nei testi cioè l’essere diretto, non fare tante metafore”.

Tre mesi fa ti immaginavi questo successo?

No! Macchè! Sapevo che avevo una bella canzone ma non mi immaginavo tutta questa pioggia di attenzione. Ora – si avvicina – non faccio un cazzo (non è vero nda) però mi sento stanco”.

Giuseppe che forse comincia ad aver noia delle mie domande comincia a strimpellare la chitarra e ci accenna qualche sua canzone.

Anche le case di abbigliamento cercano di farti indossare i loro capi, ma tu hai rifiutato.

Ride: Sì vogliono farmi indossare cose con il loro nome, non mi piacciono; indosso solo quello che piace a me”.

Ma quanto costa Giuseppe Povia in questo momento e quanto vorresti costare?

“In realtà non lo so. Io vorrei costare 1.500/2.000 euro al mese tipo stipendio”.

Si avvicina una fan, una pianista, per un autografo mentre suona anche il cellulare: sono gli amici (parla Lorenzo) del Fans Club che non trovano la strada per la Sapienza. Giuseppe, per telefono cerca di instradarli.

Ti lascio ai tuoi ammiratori, ci accenni per chiudere “I bambini fanno ooh”?

Povia con la sua inseparabile chitarra inizia il pezzo più trasmesso in assoluto in questo ultimo periodo e con il quale sta scalando le vette di tutte le classifiche.

E’ felice Giuseppe e ride e noi siamo felici per lui: merita tutto questo successo!

[Rosario Rizzuto]