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Addio Pasquale Minniti, scrittore incompreso!!!

Domenica è lì, vicino la bara di Pasquale, e non riesce a trattenere le lacrime.
Piange, come la figlia di Pasquale, Francesca, arrivata dal Molise dove vive, e come la mamma di Pasquale. Un dolore, forse, più forte di quello di alcuni parenti.

Perché, diciamocela tutta, a chi interessava davvero di Pasquale Minniti, lo scrittore e giornalista scandalese morto in ospedale a Crotone nella serata di giovedì 21 aprile, vigilia del Venerdì Santo?
Domenica aveva conosciuto lo scrittore scandalese da poco e per lui aveva scritto al computer la seconda parte del suo ultimo libro da poco terminato, “Ritorno alla Terra”, quasi un presentimento, anche se nel testo di Pasquale il riferimento è ad altre cose.

Abbiamo chiesto a Domenica Bomparola, che si diletta anche lei a scrivere, un ricordo di Pasquale, eccolo: “Ricordo l'ultima volta che ti ho telefonato: eri in ospedale; con la voce affannata mi dicesti di essere felice di sentirmi; eri felice che qualcuno si fosse "ricordato di te"… <<Adesso mi curano e poi finalmente vediamo di pubblicare il libro… una delle prime copie sarà per te…>>. Queste le ultime parole che mi hai detto. Avevi promesso di ritornare… ed io ti avevo creduto. Non ce l'hai fatta. Eri un sognatore, un sognatore con i piedi nel cemento. Così mi piaceva definirti. Adesso ci guardi da lassù… Con la certezza che il cielo ti darà la felicità che questa terra ti ha negato”.

Eh già, una vita piena di sofferenza quella di Pasquale, con una sola gioia oltre i libri, la sua bella figlia Francesca, timida e posata, che si è trattenuta a Scandale qualche giorno forse per conoscere meglio il paese del suo papà, dove, forse, a differenza dello stesso papà o, incosciamente per farsi perdonare qualcosa, è stata accolta da tutti con molto affetto.
Invece rivedo Pasquale, che era nato a Scandale il 5 ottobre del 1946, nei suoi abiti trasandati, lo rivedo in macchina, nella sua macchina sgarrupata, che scrive, vicino al campo sportivo, sotto un ponte a Corazzo (“L'ho conosciuto a Corazzo era fermo sotto il ponte e mi disse: <<Sto scrivendo un libro bellissimo>> hanno scritto su Facebook).
Voleva vivere di scrittura, senza vincoli (non si era mai scritto all’Albo dei giornalisti nonostante la collaborazione per anni con la rivita Cronache Italiane di Salerno e con altri giornali) e fino a 65 anni c’è riusciuto anche se a modo suo.

Lo scrittore scandalese Pasquale Minniti scomparso il 21 Aprile 2011. Foto Iginio Pingitore


Scrivi, non parlare ma scrivi, lascia un segno, un ricordo di te.
Nessuno potrà cancellarti perchè hai lasciato un segno, uno scarabocchio. Non importa se hai scritto bene o male, quel che importa è scrivere, comunicare, trasmettere agli altri il tuo pensiero che, forte, indelebile, farà ricordare a tutti quello che sei stato e magari quello che non sei riuscito a diventare. Preferisco rimanere senza scarpe ma avere in tasca una penna e due fogli; si può camminare anche solo con la penna, anzi, molte volte con questa puoi fare viaggi lunghissimi che ti danno la possibilità di scoprire il mondo e le persone che vivono la vita. Io vivo, io scrivo.
Queste parole le ricordo bene; mi sembra di averle ascoltate ieri, eppure son passati tanti anni. La sua semplicità e il suo sorriso sofferente mi hanno sempre commosso.
Lo ricorderò con affetto e soprattutto volentieri. Cia Pasquale.
A qualche mio compaesano vorrei ricordare che un uomo non si giudica dal vestito, nè dalla macchina che guida!” Lo ricorda così, in uno dei commenti apparsi sui vari blog e siti nei quali si parla della morte di Pasquale, l’avvocato di origini scandalesi Salvatore Coniglio”.

Già scrivi! come faceva lui. Tanto, sempre.
La figlia Francesca, incontrata in questi giorni, ci ha parlato di molti manoscritti ai quali vorrebbe dare vita e che siamo certi vita avranno, a partire dall’ultimo romanzo, quel “Ritorno alla Terra” appena finito di scrivere e per il quale la giunta comunale aveva già deliberato, per contribuire alla pubblicazione, l’acquisto di una certa quantiutà di copie. Sarebbe cosa buona e giusta che, ora, scomparso Pasquale, l’amministrazione Brescia o quella che verrà si prenda in carico il testo di Pasquale e lo pubblichi. Vedremo.
Pasquale solo da alcuni anni stava con più stabilità a Scandale, per anni ha vissuto in Campania, forse anche in Molise e pare abbia avuto una vita molto avventurosa; almeno, così ci racconta il Blog di Gino Santoro (http://storiadiscandale.blogspot.com), altro scrittore con origini nel paese collinare crotonese: “Scandalese impegnato culturalmente, Pasquale è stato per molti anni assente dal paese: ha vissuto per lunghi periodi in Campania dove collaborava con molti Quotidiani. Una vita molto movimentata la sua, anche perché, come tanti altri ragazzi cresciuti negli anni Sessanta, ha avuto un’infanzia non tutta rose e fiori.
Persona molto riservata, ha conosciuto negli anni passati la sofferenza del carcere. Fra le altre cose, molti anni fa mi ha confidato di aver condiviso, per un breve periodo, la cella con il capo storico delle Brigate Rosse, Renato Curcio. Su Pasquale circolavano in passato molti aneddoti. Per esempio si racconta che, probabilmente per uno scherzo, una volta si vestì da ferroviere e si mise a controllare i biglietti sul treno Roma – Reggio Calabria. Comunque, a prescindere dalle molte avventure che ha avuto, io lo ricordo sempre come una persona intelligente e piena di umanità”.

Fa quasi sorridere immaginare Pasquale vestito da ferroviere, ennesima dimostrazione che a Scandale non è stato capito molto oppure ha fatto di tutto per non essere capito per primo dal sottoscritto.
La morte di Pasquale, improvvisa, inaspettata, testimonia, ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che le cose non vanno rimandate perché potrebbe non esserci un domani.
Dicevamo dei vari siti che parlano della sua scomparsa, dopo essergli stati vicini, almeno questi, anche quando era in vita, lo ricorda sul suo blog (
http://scandale.splinder.com) anche Franco Demme, ex presidente della Pro Loco di Scandale: “Non è facile parlare di Pasquale Minniti e della sua vita. Pasquale aveva scelto di vivere come è vissuto: antitetico a tutto ed a tutti, anticonformista, anticapitalista, antiborghese, antipolitico, anticlericale, però amante del suo Sud e del suo paese, portavoce di quei valori e di quegli ideali per la quale ha speso tutta la sua vita .

Nella prefazione di  uno dei suoi libri ha scritto: a partire dagli anni ‘60 a Scandale ci sono stato poco. Ma Scandale è il mio paese. E del mio paese non ho dimenticato niente e nessuno. Ci sono venuto spesso… e ne ho sempre seguito le vicende umane, culturali, sociali politiche e religiose
E’ vissuto così Pasquale con un atteggiamento e uno stile personale di vita che lo ha fatto distinguere dal convenzionale e di conseguenza da ogni possibilità di massificazione, difendendo sempre  il diritto di assomigliare solo a se stesso”.
Pasquale non era uno che le mandava a dire.

Nell’introduzione a due suoi romanzi (“Pianeta Rosso, Sole Nero” e “Il Tetto” pubblicati insieme nel 1985), scrive: “Pubblico questi due romanzi a mie spese e con grossi sacrifici, per mancanza di validi riferimenti editoriali. Da una parte c’è la “piccola editoria” che è decisamente poco affidabile. Dall’altro lato c’è la “grossa editoria” che però non sembra bene inserita nei processi culturali del nostro tempo e che al contrario utilizza le sue immense risorse economiche ed intelletuali per pubblicare i prodotti propinati dai mass-media. In altre parole, per farsi prendere in considerazione, bisognerebbe entrare in certi “giri”, chiedere favori importanti e con ciò perdere ovviamente la libertà di esprimersi. Cosa che io non sono proprio disposto a fare”.
E sembra di vedere Rino Gaetano in questa frase e sarebbe bastato solo questo per fare anche di Pasquale un mito, ma forse ha sbagliato epoca, o magari le sue opere saranno riscoperte ora che non c’è più come, in parte, è successo con Rino Gaetano.

Pasquale Minniti ha pubblicato: “Dritti, repressi, scontenti e accontentati”, Città di Castello, 1975. “Non ammazzare”, Chiaravalle Centrale, 1978. “Pianeta Rosso Sole Nero”; Piedimonte Matese, 1985. “Il Tetto”, Piedimonte Matese, 1985. “Est-Ovest: prima e seconda parte”, Bellona, 1989. “L’alto commissario”, Bellona, 1991. “La rabbia degli impotenti”, Salerno, E.C.I., 1993. “Un prete di campagna” (pubblicato in due versioni e con tipi di stampe diverse, Salerno, Edizioni Cronache Italiane, 1996. “Leoni in gabbia”, Edizioni Marra Salerno, 1997. “Ritorno alla terra. Anno 2015: capolinea del capitalismo” (né è stata pubblicata in proprio dallo scrittore la prima parte tempo fa sotto forma di ciclostilato).
In Leoni in Gabbia Pasquale introduce la pubblicità sui romanzi.
Lui stesso scrive nelle note dell'autore: "La pubblicità sui romanzi, che io sappia, sinora non è stata mai fatta. Penso di essere il primo a farla… ma non sarò sicuramente l'ultimo. Perchè? Perchè costa poco. Perchè può arrivare e fermarsi dappertutto. Perchè può essere sufficiente farla (e pagarla) una sola volta per tramandarla nel tempo, forse nei secoli. Come sappiamo, i romanzi si conservano, non si buttano".

La copertina del ciclostilato del libro "Ritorno alla Terra" di Pasquale Minniti.


Pasquale Minniti, poi, ha scritto molte cronache e recensioni sui più sconosciuti paesini della nostra bella italiana nei quali si trasferiva per alcuni giorni raccontandone le più nascoste sfumature.
E, dopo tutto questo, è bastata una malattia, e in pochi giorni si è portata via per sempre Pasquale, che nella giornata di Venerdì Santo dopo una benedizione in chiesa (in questa giornata non si possono celebrare messe) durante la quale c’è stato un bel ricordo di Don Antonio Buccarelli e un pensiero commosso e pieno di rammarico di Maria Paparo, è stato accompagnato da amici e parenti presso il cimitero di Scandale dove, almeno qui, si spera, possa riposare in pace!
Pasquale non c’è più ma mi piace pensare che egli, la sua anima, abbia raggiunto il suo amico Totò Audia lì nel cielo ed insieme stiano continuado a scrivere, come piaceva a loro, con un occhio vigile su Scandale, la loro Scandale!

[Rosario Rizzuto]

Torna alla casa del padre e da Totò Audia lo scrittore scandalese Pasquale Minniti. Ciao Pasquale!!!

Un titolo, una foto, un brivido, lacrime.
Nessuno per sfogarmi, vista l'ora, un dolore solo mio…
Ho appena scoperto,
sul Blog Pingitore, della morte dello scrittore e giornalista scandalese Pasquale Minniti.
Avrebbe compiuto solo 65 anni il prossimo 05 ottobre!
Lo scrittore Scandalese Pasquale Minniti in una foto tratta dal sito di Musica x sempre

L'ho incontrato poche settimane fa e mi aveva parlato del suo libro appena concluso come aveva fatto altre volte.
Ci dovevamo vedere uno di questi giorni, ma Pasquale non era uno che ti veniva a cercare.
Forse avrei dovuto farlo io…

Alla prima occasione, comunque, era riusciuto, in seno alla Giunta Comunale, a far deliberare l'acquisto di un certo numero di copie di questa ultima fatica di Pasquale al quale aveva dato il titolo di "Ritorno alla Terra".

Avevo poi saputo da una mia amica che Pasquale era ricoverato in ospedale ma quando l'ho chiamato stava riposando e sono riusciuto a parlare solo con la figlia Francesca ma non avevo intuito fosse così grave!

Ora Pasquale non c'è più e lo scopro in questa notte che, improvvisamente, diventa rigida e fredda.

Pasquale lo conoscevamo tutti, anche se per molti anni ha vissuto lontano da Scandale; era (o era stato) giornalista per "Cronache Italiane" anche se non si era mai iscritto all'Albo dei Giornalisti".

"Non voglio legali e non devo dar conto ad alcuno" mi disse più o meno una volta quando gli chiesi il perchè.

Lui scriveva e basta…

Famoso un suo testo, pubblicato su Cronache Italiane in cui, con forza e veemenza si scagliava, anche con male parole, contro colui che aveva rubato a Scandale, portandola a San Mauro Marchesato, la centralità delle Poste nonostante fosse evidente anche ad un bambino che il centro dell'aureola postale era logico fosse istituito a Scandale.

Ma Pasquale ha scritto anche molti libri.

Alle 04,11, da due ore che scrivo, e dopo tale notizie non ho la forza nè la voglia di andare ad aggiornarmi o controllare nella mia biblioteca dove ci sono alcune delle opere di Pasquale, ma comunque riporto quello che ha scritto stanotte, anzi poco fa, Gino Pingitore: "Dritti Repressi Scontenti e Accontentati - Slam Città di Castello – 1975 – Romanzo – Storie di mafie paesane;

Non ammazzare - Edizioni Effe Emme – 1978 – Romanzo – La mafia calabrese e le sue collusioni col potere, in un intrecciodal ritmo serrato in cui agiscono personaggi reali e figure dalla personalità e dai connotati immaginari, tutti inseriti in un contestodi umanità, passioni e interessi che oggi è cronaca e domani sarà storia;
La copertina della versione dattiloscritta di Ritorno alla Terra.
Pianeta Rosso e Sole Nero - Stampa Sud – 1985 – È la sintesidi una lunga analisi politica rivolta al nostro secolo e simboleggia l'impossibilità dell'uomo contemporaneo a realizzare il Comunismo mondiale – Una domanda finale: "che senso ha dunque il terrorismo?";

Il tetto - Stampa sud – 1985 – Tenta una rispostaa questa domanda: "La nostra società politica cosa sta facendo di importante per salvarci dal pericolo delle esplosioni atomiche?";

Est Ovest -1988 – stampato in proprio – Romanzo – ispirato e proiettato nella storia della guerra fredda;

L'alto commissario - Santabarbara editore – 1990 – Romanzo su mafia e giustizia;

La Rabbia degli impotenti - Edizioni cronache italiane – 1992 – Romanzo – storie di mafie;

Un prete di campagna (Don Renato Cosentini) – Edizione cronache Italiane (pubblicato in due versioni e con tipi di stampe diverse, nota mia)

L’ultimo è intitolato "Ritorno alla Terra" che ha terminato pochi giorni prima di ammalarsi.
In questo libro racconta il mondo dopo la sconfitta del comunismo che si preparerà alla caduta definitiva del capitalismo e poi il ritorno obbligato dell' uomo alla terra, all’agricoltura locale per combattere la denutrizione di milioni di persone nel mondo
Pasquale era convinto che tutto questo sarebbe accaduto  nel giro di pochissimo tempo, perché oramai gran parte della popolazione vive già in misere condizioni : quanti  bambini muoiono di  fame di fronte ad una  globalizzazione senza regole, che tutt’ora spopola  le campagne, aprendo al latifondo e alla coltura solo per l’esportazione, togliendo  fondamentali risorse alla popolazione
".

Poi c'è anche Leoni in Gabbia – Prima Parte – Marzo 1997 – Edizioni Marra Salerno nel quale Pasquale introduce la pubblicità sui romanzi.
Lui stesso scrive nelle note dell'autore: "La pubblicità sui romanzi, che io sappia, sinora non è stata mai fatta. Penso di essere il primo a farla… ma non sarò sicuramente l'ultimo. Perchè? Perchè costa poco. Perchè può arrivare e fermarsi dappertutto. Perchè può essere sufficiente farla (e pagarla) una sola volta per tramandarla nel tempo, forse nei secoli. Come sappiamo, i romanzi si conservano, non si buttano".

Pasquale Minniti, poi, ha scritto molte cronache e recensioni sui più sconosciuti paesini della nostra bella italiana nei quali si trasferiva per alcuni giorni raccontandone le più nascoste sfumature.

E chiudo gli occhi e lo rivedo lì, sulla salita della Cittadella dello Sport, o vicino al campo, nella sua macchina, a scrivere, rigorosamente a mano. Pasquale forse non ha mai acceso un computer in vita sua ma c'era chi lo faceva per lui, e con piacere, riportando in forma digitale i suoi scritti a mano.

Il "contributo" stanziato in Giunta non credo possa bastare per la pubblicazione totale del nuovo libro di Pasquale e non credo di avere il tempo, vista la scadenza del mio mandato a breve anzi a brevissimo se deciderò, entro domenica, di dimettermi dopo quello che è successo ieri durante la scelta degli scrutatori per le prossime elezioni comunali che va a sommarsi con tutto quando successo nei giorni precedenti e per tutto il mio mandato sia assessoriale e consigliare, ma le cose si possono fare in tanti modi e quindi, se non ci penserà la famiglia, farò di tutto per dare alle stampe il nuovo libro di Pasquale Minniti.

Mi piace pensare che Pasquale abbia raggiunto il suo amico Totò Audia lì nel cielo ed insieme possano continuare a scrivere per l'eternità come piaceva a loro.

A me, invece, con amarezza e rabbia per quello che poteva essere e non è stato, non mi resta che chiudere così come ho commentato sul Blog Pingitore: "Ciao Pasquale ancora una volta non ho fatto in tempo e te ne chiedo scusa. Spero che in mezzo a chi ti merita avrai la serenità che, forse, ti è mancata sulla terra!
Un forte abbraccio…".

I funerali di Pasquale, che in  questo momento (sto aggiornando il post alle 10,14) è ancora in ospedale, quasi sicuramente, si terranno oggi alle 16,00 a Scandale.

Scandale vista da Totò Audia

Volevo segnalarvi una bella poesia del compianto Totò Audia pubblicata dal nastro paesano Gino Santoro sul suo bel blog ed anticipata dall'immagine di un quadro, anche questo molto affiscinate di Alberto Elia.

Trovate il tutto cliccando qui.

Il libro postumo di Totò Audia: 'Graffi e Carezze'

SCANDALE– E’ passato giusto un anno da quel 29 gennaio 2010 quando uno di quei mali che ancora non conosce guarigione si è portato via, in pochissimi mesi, a nemmeno 70 anni, Totò Audia, il fotografo-scrittore scandalese che con tanta passione e dedizione ha curato per decenni il suo studio fotografico e che in età già matura si è “scoperto” scrittore.
Sono state ben 23 le opere pubblicate in vita da Totò tra le quali una biografia (“Antonio Barberio”), una raccolta di poesie (“Spissole”) e 21 romanzi il cui ultimo si intitola “Le Lacrime di Rosaria”.

Per ricordare Totò domenica 30 gennnaio scorso si è tenuta, nella Chiesa dell’Addolorata, la messa dell’anniversario a cui ha partecipato numerosa gente che ha voluto ricordare così l’artista e l’uomo di Scandale e manifestare le proprie condoglianze e vicinanza, dopo un anno, alla famiglia, allamoglie Maria, ai figli Martino (con la moglie Patrizia) e Lucia (col marito Angelo) nonché a tutta la numerosa famiglia di Totò.

Manca Totò un po’ a tutti, manca la sua precisione, la sua accoglienza quando andavi al suo studio fotografico, la sua gentilezza da uomo di altri tempi, attento alle nuove mode, vicino ai giovani dei quali non condivideva molte mode e comportamenti ma ai quali voleva un gran bene.
Ma per il 2010 non è mancato un romanzo di Totò, infatti a giugno 2010 la figlia Lucia ha fatto pubblicare postuma la ventiquattresima opera del nostro scrittore, un nuovo romanzo, immaginiamo concluso (dettato) negli ultimi giorni di vita, a cui è stato dato il titolo di “Graffi e Carezze” e che porta in copertina una bella foto in bianco e nero dello stesso Totò.
La copertina di Graffi e Carezze, libro postumo di Totò Audia
Un’opera sicuramente da leggere che non dovrebbe mancare nelle librerie degli scandalesi e degli emigrati molti dei quali, quando rientravano a Scandale, andavano sempre presso lo studio di Totò per acquistare (ma molte volte si trattava di ricevere gratuitamente) i romanzi del “Fotografo che fa cultura” come lo definì un’altro scrittore di Scandale, Iginio Carvelli.
Il libro è stato stampato da www.stampalibri.it (Book on demand) di Macerata su carta riciclata ed ecologica ed è possibile trovarlo, così come anche gli altri 23, presso lo studio fotografico Audia di Scandale gestito ora a tempo pieno dalla figlia Lucia e dal di lei marito Angelo.

Nei mesi scorsi l’Assessorato alla Cultura del Comune di Scandale ha acquistato, dagli eredi Audia, alcune copie dei suoi romanzi ed una copia per ogni libro è stata donata alla Pro Loco di Scandale della presidentessa Teresa De Paola che di certo ne farà buon uso.
E’ passato già un anno senza Totò, la cui morte è stata l’ennesima dimostrazione che sono sempre i migliori quelli che se ne vanno prima, quasi come se in Cielo ci fossero degli spazi da riempire.

Siamo certi che Totò stia continuando a scrivere anche lassù, ma non leggeremo mai queste sue nuove opere, stia continuando a vegliare sulla sua famiglia e su di noi, il suo popolo che egli amava tanto ma, porca miseria, quanto ci manca!!!
ROSARIO RIZZUTO

R I C O R D O DI A N T O N I O A U D I A di Franco Federico (*)

          La prematura scomparsa di Antonio Audia ha preso alla sprovvista amici e conoscenti che, fino a pochi giorni prima dell’improvviso aggravarsi del suo stato di salute, hanno ignorato la dura e penosa battaglia da lui combattuta negli ultimi tre anni con la terribile malattia. C’è stata tanta dignità nella riservatezza con cui Antonio ha vissuto il proprio dramma;  o forse invece è stata solo la speranza di poter avere comunque la meglio sul suo male.
          Per chi, come noi, ha avuto la ventura di stabilire con lui, in modo del tutto casuale, un intenso rapporto di amicizia, seppure limitatamente agli ultimi anni, s’impone quasi per una sorta di dovere morale, oltre che per un atto amichevole, la necessità di tracciare un primo bilancio sulla singolarità della sua esperienza di scrittore. 

Lo scrittore e fotografo di Scandale Totò Audia. Foto Studio Fotografico Audia

          Due risultano gli aspetti singolari della vicenda artistica di Audia: l’accostamento tardivo  alla composizione letteraria, da un lato, e l’intensità della sua scrittura creativa, dall’altro, giunta a comprendere ben ventitrè romanzi, composti nell’arco di poco più di un decennio. Quella di Audia era diventata un’abitudine costante, che lo portò a non sospendere che per periodi molto brevi la propria attività di scrittore, per certi versi diventata  quasi come una sorta di ossessione frenetica e irresistibile. I compagni fedeli dei suoi momenti creativi sono stati, in tutti questi anni, il computer portatile e la quiete dei fine-settimana offertagli dal caro “rifugio” silano, dove all’amata scrittura affiancava piacevolmente lunghe passeggiate.

           La passione per la letteratura, esplosa in Antonio in età piuttosto avanzata, va considerata cosa quantomeno inconsueta, dal momento che la norma vuole che una simile passione affiori in età giovanile, ovvero nel periodo adolescenziale – a pochi anni di distanza dall’abbandonare in un cassetto il proprio sogno letterario, di fronte alla difficoltà di trovare, tra gli editori che contano, uno disposto a scommettere sulla validità artistica del proprio prodotto. E poi – si sa – per un esordiente a corto di quattrini sobbarcarsi ripetutamente l’onere non modico  della “pubblicazione a proprie spese” presso un qualsiasi tipografo  risulta, se non impossibile, comunque molto gravoso. Il comportamento di Audia in ordine all’aspetto qui considerato si è rivelato, invece, oltre che in perfetta sintonia con l’enorme valore da lui attribuito a questa, seppur tardiva, dimensione del suo vivere, il naturale ed inevitabile esito di una sorta di appuntamento col pubblico dei lettori scandalesi. Lo Studio Fotografico, da lui aperto in Scandale più di quarant’anni or sono, ha rappresentato la vetrina dei suoi romanzi e, nel contempo, il punto d’incontro con i suoi lettori, tanti dei quali occasionalmente contattati durante il periodo estivo, quando, come è noto, i nostri paesi si riempiono di immigrati. Ma le vendite di una merce così poco dotata di valore commerciale come il libro non sono riuscite mai, nel caso di Antonio, a coprire la spesa affrontata per la pubblicazione di questo e di quel romanzo che, senza la grande passione letteraria, non avrebbero potuto quindi in alcun modo vedere la luce.

La copertina de "La Caduta dell'Albero della Scienza" di Totò Audia.

            La lunga fase che precede l’avvio dell’impegno letterario di Audia è caratterizzata, innanzitutto, da studi irregolari, tormentati e difficili: l’interruzione della frequenza del Liceo Classico dopo i primi tre anni e il trasferimento alla Ragioneria da cui, dopo una sosta ancor più breve, fatta di due anni, va via senza aver conseguito il diploma. Di lì a poco segue l’emigrazione in Germania, dove si trattiene per quattordici lunghi anni. Quel che chiaramente s’intravede nel lunghissimo periodo precedente al 1996, anno di pubblicazione della sua prima opera, “Biografia di un maestro”, è l’intensa vivacità del suo interesse per la lettura in genere e, più particolarmente, per la narrativa letteraria. Antonio, già dal periodo liceale, come sta a testimoniare più di uno scritto inedito di quell’epoca, si sente fortemente attratto dalla scrittura creativa. Gli stimoli potenti ricevuti in tal senso dall’accostamento alle letterature antiche del severo liceo di un tempo devono aver prodotto un effetto notevole sul sensibilissimo animo del giovane Antonio, visto che dopo tanti anni si sarebbe scoperto tenace ed assiduo scrittore di romanzi. L’ultimo dei quali, “Le lacrime di Rosaria”, è stato pubblicato nel novembre del 2009, cioè a poca distanza dalla morte.

             Il relativamente breve percorso letterario di Audia, così fittamente ricco di opere, consente  di cogliere facilmente i tratti salienti della sua arte narrativa e di misurarne il valore artistico. Ma, prima di addentrarci in questo ordine di analisi, va precisato che la tipologia nella quale è possibile far rientrare il romanzo audiano è quella della cosiddetta “letteratura di massa”, ovvero di “consumo”, in cui gli elementi di contenuto e di forma (temi, personaggi, moduli narrativi, lingua, stilemi) perdono di intensità e di tensione, banalizzandosi. Si tratta, in altre parole, di un romanzo caratterizzato dalla brevità (Audia stesso li definisce “romanzetti”, riferendosi probabilmente, oltre che alla loro ridotta estensione, alla loro scarsa pretesa), dalla prevalenza del momento propriamente narrativo su quello descrittivo. Il romanzo di Audia, com’è tipico dei narratori cosiddetti “amatoriali”, è cioè tutto incentrato sull’episodio nudo e crudo, nel senso che le sequenze descrittive e riflessive risultano ridotte al minimo indispensabile.

          Questo modo di narrare si attaglia alla perfezione a quella tipologia di lettore che, nell’epoca dominata dalle televisioni, si presenta senza grandi pretese, mira al sodo e anzi troverebbe a sé poco congeniale un esemplare della narrativa cosiddetta “alta”, ovvero di stampo tradizionale, dotata cioè di una forte connotazione retorico-letteraria e di ampie sezioni non strettamente finalizzate alla vicenda in sé e per sé. Lungi, dunque,  da Antonio l’ambizione di dare vita a romanzi  ad alto tasso di elaborazione tecnico-letteraria, da sottoporre eventualmente al vaglio di sofisticati ed esigenti consulenti di grandi Editrici nazionali. La consapevolezza della modestia del proprio prodotto narrativo ha, tutt’al più, indotto Antonio a partecipare a qualcuno dei tanti Concorsi Letterari indetti dalle molteplici Associazioni Culturali locali.

La copertina del Romanzo "Dionisia" di Totò Audia.

            Un punto forte della tecnica narrativa di Audia è costituito dalla cura da lui ampiamente riservata all’incipit dei suoi romanzi: si tratta del classico incipit ad effetto, volto ad avvincere il più possibile il lettore, proteso com’è, senza mezzi termini, a calarlo nel vivo  della vicenda. E nel romanzo di Audia a dominare sono soprattutto i dialoghi, che ne costituiscono la parte più vivace e piacevole. Si comprende abbastanza facilmente che  la dimensione in cui l’Autore si trova più a suo agio è proprio quella dei dialoghi.  
            Alla base dell’ispirazione di Audia, stando a quanto da lui stesso dichiarato nel corso di una breve intervista di qualche anno fa, c’è sempre un intento polemico nei confronti degli aspetti e dei fenomeni socialmente e moralmente saliti via via alla ribalta della cronaca (“scrivo per sfogarmi perché vedo cose che non mi piacciono”). A risentire di questa tanto immediata quanto fugace ispirazione è più di tutto l’imbastitura della trama: la sua estrema semplificazione e l’esilità del tessuto narrativo ne sono gli effetti più evidenti.

          Tuttavia, sempre riguardo alla genesi dei suoi romanzi, Audia confessa, nell’intervista già citata, di procedere ad un preliminare lavoro di ricerca: “mi informo, mi piace interrogare, rendermi conto, immedesimarmi; mi metto nei panni di un dodicenne o di un ottantenne cercando di capire il mondo dal loro punto di vista”. Leggendo le sue storie, si capisce che Antonio è stato tutt’altro che un osservatore superficiale e disattento della realtà, come del resto è attestato anche dai “termini di moda o tecnologici” da lui opportunamente impiegati.
         Sempre dallo stesso punto di vista, quello di Audia si potrebbe definire “romanzo a tesi”, tant’è che, pur di avvalorare un suo modo di pensare e/o di vedere, incorre in più di una forzatura, come quando in “Bulli in fuga”, intervenendo sul fenomeno del bullismo di cui le cronache sono state particolarmente frequenti in un determinato periodo, riesce a cogliere più di una tendenza giovanile, attribuendola tuttavia, più che a particolari ed esigue frange, a tutto l’odierno mondo giovanile.

Le due copertine del Romanzo "Marbar 1713" di Totò Audia

        Va da sé che col tempo Audia ha via via acquistato una sempre maggiore scioltezza nel tessere intrecci e nel costruire trame dallo sviluppo sempre meno prevedibile e strutturalmente più ricche e fantasiose. Si pensi a questo proposito a “Marbar 1713”, caratterizzato da una vicenda alquanto movimentata, in cui la tanto triste quanto inattesa fine del personaggio Benito prende il lettore alla sprovvista.  Una novità di rilievo che si coglie tra i primi lavori e gli ultimi è la suddivisione in capitoli che, di fatto, ha di volta in volta obbligato Antonio ad architettare una quanto più efficace suddivisione delle proprie trame.

         A guadagnarne molto della maturazione artistica delle ultime prove sono stati soprattutto i i dialoghi e il linguaggio. I dialoghi, che nei primi romanzi risultavano spesso molto lunghi, stucchevoli e, per certi versi, inverosimili, nel senso che non collimavano perfettamente col personaggio, hanno col tempo acquistato sobrietà e scioltezza. Lo stesso dicasi del linguaggio, che nei primi lavori soffriva di troppa ridondanza espressiva, di un’enfasi piuttosto marcata e di un eccesso di edulcorazione sentimentale, e che si è fatto poi più lineare, più controllato nella punteggiatura e più preciso ed appropriato nella sintassi e nel lessico.

La copertina dell'ultimo romanzo ("Le Lacrime di Rosaria") pubblicato in vita dallo scrittore di Scandale Totò Audia

        Anche la caratterizzazione del personaggio ne ha guadagnato col tempo, nel senso che quelli degli ultimi romanzi, come – tanto per fare un esempio – “Le lacrime di Rosaria”, appaiono meglio delineati e più credibili, oltre che dotati di uno spessore e di una caratterizzazione oggettivamente superiori. Ne “I due cugini”, tanto per fare un esempio di segno opposto, si nota invece una palese discrepanza nel personaggio Titino, a motivo della sua confessione intervenuta tardivamente e in un momento quanto mai inopportuno.

      Quanto alla visione della vita che traspare dalla narrativa di Audia, si può affermare che essa risulta generalmente improntata ad un cupo pessimismo, mentre l’immagine della Calabria appare un po’ stantia e ormai di vecchio stampo, nel senso che trova scarso riscontro nella realtà che è sotto gli occhi di tutti. Audia, com’è generalmente tipico dei calabresi abbastanza avanti con gli anni, era fortemente attaccato a quell’idea della calabresità fatta di stereotipi logori che, in un tempo come il nostro, in preda ad un ormai irrefrenabile processo di globalizzazione e sempre più influenzato, specie le nuove generazioni, dalle televisioni e da internet, ci appare solo una chimera.

       Di sicuro a Scandale sarà per un lunghissimo tempo sentita  la sua mancanza, specie da parte di coloro che, da lettori affezionati alla sua narrativa, attendevano l’uscita del suo ultimo romanzo, per immergersi in una nuova ed avvincente avventura. Mancherà non poco la sua bella persona, così ricca di umanità e di autentica gentilezza d’animo, in quello studio fotografico, dove tanti s’intrattenevano con lui in piacevolissime ed interessanti conversazioni.
FRANCO FEDERICO
(*) Articolo pubblicato su Il Crotonese di Giovedì 01 Aprile 2010.

Consiglio comunale veloce per salutare Totò Audia

SCANDALE – Scandale è in lutto per i funerali del fotografo-scrittore Totò Audia ma sabato 30 gennaio 2010 il Consiglio Comunale si deve tenere necessariamente.
Si respira un’aria irreale nella Sala Consiliare con la necessità di dover far presto per permettere ai consiglieri di mostrare la propria vicinanza alla famiglia Audia.
All’appello della segretaria Stefania Tutino non rispondono i soliti due Riolo, Giuseppe e Vittorio, e Chiaravalloti per la minoranza e Giuseppe Lettieri per la maggioranza.
Approvato all’unanimità il verbale della seduta precedente, il sindaco Fabio Brescia illustra il secondo punto all’ordine del giorno: “Approvazione Statuto unione dei Comuni della Valle del Neto”.
Un accordo tra i comuni di: Belvedere Spinello, Casabona, Rocca di Neto, Santa Severina, Scandale e Strongoli per realizzare, tra le altre cose, servizi in comune o accedere a finanziamenti.
L’accordo è a tempo indeterminato ma qualunque dei sei comuni può recedere in qualsiasi momento passando per il proprio Consiglio Comunale.
La sede di rappresentanza dell’Unione è fissata a Santa Severina, quella amministrativa a Rocca di Neto.
L'Assessore Filippo Lettieri presente al Consiglio Comunale di sabato 30 Gennaio 2010. Foto archivio Rosario Rizzuto
Gli organismi del nuovo “Ente” sono: il Consiglio (formato dai sindaci e da due consiglieri di ognuno dei sei comune ), la Giunta (formata dai sindaci o dai loro delegati che non possono però essere gli assessori dei comuni) e il Presidente (scelto tra i sindaci dei comuni che la compongono e che dura in carica un anno ad eccezione del primo che dura in carica due anni).
Dopo la relazione del sindaco Brescia il Consiglio Comunale approva all’unanimità con immediata esecutibilità.Il Consigliere Comunale Giuseppe Bennici presente al Consiglio Comunale del 30.01.2010. Foto archivio Rosario Rizzuto
Anche il terzo punto all’o.d.g.: “Esame iniziativa Sungrid Spa – Gruppo Terna – per realizzare un impianto fotovoltaico nel territorio comunale (sottostazione località Santa Domenica)” passa all’unanimità e con immediata esecutibilità.
Fabio Brescia spiega come in ogni sottostazione gestita dal gruppo Terna è prevista la realizzazione di piccoli impianti fotovoltaici; quello di Scandale prevede la produzione di 1 Megawatt e 13 di energia (quasi nulla in confronto agli 850 Megawatt della vicina centrale turbogas).
Oltre alla ricaduta occupazionale della fase realizzativa, lo sfruttamento del piccolo impianto non prevede royalties ad eccezione della realizzazione di un’opera, da parte di Terna, per il Comune che la ospita, opera che il comune di Scandale ha già individuato e che sarà illustrata successivamente.
Mentre il feretro di Totò Audia passa nelle vicinanze del Comune, il Consiglio approva sempre all’unanimità e con immediata esecutibilità l’ultimo punto: “Integrazione e rettifica deliberazione del Consiglio Comunale n. 26 del 31.07.2009” ossia la specificazione, da parte delle ditte che hanno chiesto la realizzazione di impianti eolici nel territorio di Scandale, delle particelle su cui questi impianti devono sorgere.
Alle 15,35 viene chiuso il consiglio  giusto in tempo per “accompagnare” lo scrittore scandalese Totò Audia nel suo ultimo viaggio nel paese che lui ha tanto amato.

ROSARIO RIZZUTO

Ci lascia Totò Audia

Ciao Totò!

Totò Audia di Scandale, il fotografo che fa cultura. Foto archivio Rosario Rizzuto

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SCANDALE – La notizia ha gettato nello sconforto un’intera comunità, oggi pomeriggio 29 gennaio 2010, intorno alle 16,30, ha lasciato la vita terrena, a meno di un mese dal compimento dei suoi 70 anni, Antonio Audia detto Totò, il fotografo di Scandale, lo scrittore di Scandale.

Iginio Carvelli in un proprio libro lo ha definito “il fotografo che fa cultura” e Totò ne fatta tanta di cultura per il suo paese, a partire dai suoi video su Scandale, che tanto successo hanno avuto nel passato soprattutto tra gli emigrati ai suoi tantissimi romanzi, oltre 20, pubblicati in proprio, nel giro di pochi anni, in età già matura.

Totò Audia. Foto Emanuela Audia

Totò è stato capace di dare alle stampe anche 4 romanzi in un anno, quasi volesse affrettarsi di far conoscere al mondo il suo pensiero come se sapesse…

Libri che Totò proponeva nel suo studio fotografico ai suoi clienti e il cui ricavato, senza nemmeno detrarre le spese, quasi sempre è andato in beneficenza, in modo silenzioso, senza proclami: a Villa Condoleo, o a qualche famiglia bisognosa di Scandale; in silenzio, come era nel suo stile, così come se n’è andato!

Totò ci lascia per un male incurabile, uno di quei mali che sta portando via sempre più scandalesi senza che nessuna dia alla popolazione una spiegazione.

Lascia nello sconforto più totale la moglie Maria, i figli Martino (con la moglie Patrizia) e Lucia (col marito Angerlo) e i nipotini Antonio (che si chiama come lui), Tiziana ed Irene nonché tutta la numerosa famiglia.

Su una cosa c’è certezza: Scandale ha perso un suo figlio Grande!!!

I funerali si svolgeranno Sabato 30 gennaio 2010 alle 15,30 nella Chiesa del Condoleo di Scandale, il suo paese, il paese che Totò ha tanto amato.

La copertina di uno dei romanzi di Totò Audia.

ROSARIO RIZZUTO

I 5 romanzi di Totò Audia!!!

La copertina delromanzo di Totò Audia "I due cugini".Clicca x ingrandire

La copertina delromanzo "Mabra1713 di Totò Audia. Clicca x ingrandire

La copertina del romanzo "Dionisia" di Totò Audia di Scandale. Clicca per ingrandire

La copertina delromanzo "Avventura in Sila" di Totò Audia. Clicca per ingrandire.

La copertina delromanzo "Goldina" di Totò Audia di Scandale. Clicca x ingrandire.

No, non è una raccolta di figurine di Totò Audia e nemmeno gli ultimi quadri di Nicola Santoro, la carrellata di immagini che vedete sono le copertine degli ultimi 5 (dicasi 5) romanzi stampati da Totò Audia nel 2008.
I primi tre a marzo, gli altri due ad agosto.
Certo tutti e cinque conteranno spunti di tutta la vita di Totò ma crediamo sia un record la pubblicazione di ben cinque libri in soli cinque mesi.

I miei più fervidi complimenti al prolifico scrittore scandalese.