Il Vescovo a Scandale per discutere su Giammiglione: 'IO HO DETTO NO!!!'
SCANDALE – Qualcuno sui blog locali ha invitato la cittadinanza scandalese a respingere Sua Eccellenza il Vescovo di Crotone e Santa Severina, a rimandare indietro “Il satana”, “il traditore”, colpevole di essersi venduto la terra di Giammiglione e i cittadini di Scandale “per i 30 denari” della Maio. Ha cercato di spingere gli scandalesi, più per fare loro del male che del bene, alla rissa, alla violenza, come se questa, qualche volta, nella storia del mondo, avesse risolto qualche problema.
Ma Scandale non appartiene a questa cultura e Monsignor Graziani è stato a Scandale, negli ultimi 15 giorni, ben tre volte (per consacrare la Chiesa del Condoleo, per un matrimonio e per l’incontro di martedì 15 settembre,) senza che, come è giusto che fosse, succedesse alcunchè.
Durante la consacrazione della chiesetta della Madonna del Condoleo, Monsignor Graziani aveva proposto una discussione sulla questione di Giammiglione, viste e considerate tutte le accuse gratuite che gli erano state lanciate. Quella sera, in accordo col il sindaco, visto che si stava facendo tardi, si era deciso di rinviare l’incontro e la discussione ad altra data.
In molti, allora, avranno pensato che Sua Eccellenza non sarebbe più venuto a Scandale per parlare di Giammiglione invece il Vescovo crotonese è stato di parola ed è stato fissato l’incontro del 15 settembre.
Come sempre in questi tipi di appuntamenti, il problema a Scandale interessa ad “io, mammata e tu” e nella Chiesa dell’Addolorata, dove si tiene l’incontro, ad essere magnanimi ci saranno stati circa 70 persone, divenute una ventina nelle ultime battute, quando dal discorso del Vescovo si era passati al dibattito.
“Qualcuno ha pensato – ha tuonato Monsignor Graziani – che se il Vescovo avesse detto ‘no’, la discarica a non si sarebbe fatta, ma non è così! Anche perchè le decisioni sui rifiuti vengono prese dal commissario straordinario rifiuti e non dal Vescovo”
“Cercherò di spiegarvi – ha continuato – come stanno le cose perchè qualcuno le ha travisate. Questa iniziativa intanto, è nata in un contesto ben preciso: l’Eucarestia. Infatti nei giorni scorsi sono stato ben due volte a Scandale per altre ragioni legate al mio ministero, ed è nata spontanea la necessità di dover dare una spiegazione ad un mio gesto che non è stato interpretato bene”.
L’attenzione dei pochi presenti è forte; ci sono, tra gli altri, il portavoce dell’associazione “No alla discarica di Giammiglione”, Lucio De Biase, con alcuni componenti come Tommaso Squillace, Antonello Voce, il presidente di “Scandale nel Cuore”, Gino Pingitore con Franco Demme, il presidente del Gales, Giuseppe Giovinazzi, lo scrittore Totò Audia (che più volte prova ad interrompere il Vescovo per chiedere spiegazioni), gli assessori comunali Pino Lettieri, Ermanno Pascuzzo, Filippo Lettieri e il consigliere comunale Mimmo Lucanto, c’è Don Antonio Buccarelli (da sempre schierato dall’altare e non contro la discarica) e le suore: Anna e Giuseppina ed altri componenti della società civile e religiosa del paese.
“Nella mia persona – ha continuato Graziani – si è trovata a coincidere una duplice veste: quella di Vescovo e quella di presidente della Fondazione “Maria Addolorata” comunemente detta “Conventello”.
Secondo i principi morali a cui mi sono ispirato non esiste alcun divieto assoluto di costruire una discarica: chi produce rifiuti li deve, in qualche modo, anche smaltire. Ma la persona non deve ricevere alcun danno; se ho il dubbio che una cosa fa male ad una persona devo scegliere la parte più sicura per la persona, per la salute di ogni cittadino e di tutti i cittadini”.
Don Mimì è stato chiaro, cercando di dissipare i dubbi dei presenti: “Di Giammiglione come discarica io ho cominciato a sentire parlare dagli ultimi mesi dello scorso anno quando ho saputo poi che se ne parla da circa 10 anni”.
Ed è qui che i primi nodi sono venuti al pettine; monsignor Graziani ha accusato, senza colpo ferire ed a più riprese, il Consiglio di Amministrazione della Fondazione che lui presiede per diritto ma nella quale, sembra di capire, non abbia alcun potere.
Tale consiglio è composto da due componenti ciascuno delle famiglie Albani e Berlingeri che di fatto possono decidere anche senza il Vescovo.
Monsignor Graziani, per quanto raccontato a Scandale, avrebbe voluto ripetere a Giammiglione (300 ettari di terreno agricolo) quanto di buono da lui fatto nella sibaritide (dove è stata realizzata una grande e produttiva azienda agricola).
“Ma il Consiglio di Amministrazione della Fondazione ha detto ‘no’ alle mie proposte di lavoro e agricoltura e poi è arrivata, tramite un consigliere, la proposta della Maio per realizzare la discarica. Io mi sono opposto (ci sono i verbali a testimoniarlo) ma sono stati quattro contro uno!
Se mi fossi dimesso da presidente, la Fondazione sarebbe passata alla Regione Calabria e quindi commissariata: avrei fatto un danno più che un bene alla suddetta per la quale avevo fatto tanto.
Come presidente di tale ente, infatti, ho fatto mettere a norma il Conventello: non l’ho chiuso; ho avviato il processo di revisione dello statuto (ma i consiglieri non hanno avuto fiducia); sono riuscito ad ottenere dalla regione Calabria due centri diurni per minori; ho preso contatto con alcune aziende specializzate per fare della realtà di Giammiglione un modello di sviluppo: dal primo momento del mio insediamento ho parlato di processi di sviluppo”.
Monsignor Graziani parla in modo tranquillo, convinto di quello che sta dicendo e sicuro di essere nel giusto: “Io ho difeso i ragazzi poveri, i più poveri tra i poveri: nel mese di agosto sin sono fatti altri giochi, hanno solo diffamato me!”
Ma che vuole fare ora il Vescovo?
“Se il Consiglio di Amministrazione della Fondazione non approva la revisione dello statuto nella quale è previsto che il presidente abbia più poteri, io mi dimetto”, quasi un sospiro di sollievo per i pochi cittadini ormai rimasti in sala che hanno intravisto in queste parola una vicinanza del Vescovo che aggiunge “Io posso condividere che la discarica non si debba fare ma da cittadino e apprezzo che vi siete mossi contro essa ma vi chiedo perchè non lo avete fatto prima?”.
Monsignor Graziani cerca inoltre di fare chiarezza su alcune sue dichiarazioni: “Non è vero che io abbia detto ‘no’ a Columbra e sì a Giammiglione; vi sfido ad andare a prendere le mie dichiarazioni. Per quanto riguarda Columbra io dissi ‘no’ se si trattava di prendere rifiuti da tutti e se l’esercizio non fosse stato controllato, insomma chiesi una gestione più sicura, su Giammiglione ora sapete tutti qual fosse e sia il mio pensiero”.
A questo punto hanno preso la parola alcuni dei presenti.
Il presidente del Gales, Giuseppe Giovinazzi, ha chiesto al Vescovo di dimettersi e di affrontare la lotta con loro.
Sono interventi anche Lucio De Biase (che ha anche proposto un colletta per restituire a Maio i 50.000 euro di anticipo e l’eventuale penale), Gino Pingitore, Tommaso Squillace, Franco Demme, Pietro Cerrelli, suor Anna, Nicola Simbari ed alcuni cittadini tra cui una signora che molto commossa ha parlato dei tanti tumori che ci sono nella nostra zona accennando all’ultimo lutto di questo tipo di Scandale di alcuni giorni prima, ed un signore di Crotone che ha chiesto al vescovo di armarsi di un frustino e cacciare i venditori dal Tempio.
Monsignor Graziani rispondendo agli interventi è stato chiaro: “Se il Consiglio di Amministrazione della Fondazione accetta le modifiche allo statuto risalente al 1880, io resto e sarò il presidente che fa il il presidente (e non la banderuola!!!) nell’interesse dei poveri. Se questo non è possibile consegnerò tutto alla Regione Calabria”.
Sicuro e di forte personalità, Monsignore conclude: “Vi sarò vicino nella vostra lotta ma non da rimorchiato!”.
A buon intenditor…